Recensioni ed Eventi
A cura di Antonino Leotta
L’uso del racconto si perde nella notte dei tempi. Nasce per la necessità di riferire. Per l’opportunità di far conoscere. Si fa veicolo di fatti e avvenimenti e comincia a rivestirsi di punti di vista. Di opinioni.
Evidentemente la prima esperienza è fatta di trasmissione orale. Poi, con l’uso delle immagini e della scrittura, il “racconto” acquista nuove formalità e nuove dimensioni: diventa più pensato, più riflessivo, più ragionato. Iniziando a lasciarsi accompagnare dai primi giudizi. E, così, il racconto diventa narrazione e fa uso del confronto e della relazione con altre realtà e, soprattutto, si lascia anche invadere dall’immaginazione.
Il vasto e ricco tesoro della scrittura antica a partire dai Sumeri e, poi, Egiziani, Cinesi, Indiani, Greci, Romani ci ha sorpreso per la profondità dei contenuti. E la loro esposizione si è notevolmente arricchita di stili e di concezioni alquanto diversi con lo scorrere dei secoli.
E’ esplosa, infine, la manifestazione e la capacità espressiva di una miriade di scrittori. E ci siamo accorti che abbiamo bisogno di leggere.
E, nella “notte dei racconti”, ci siamo ritrovati a farlo.
Sabato 21 gennaio, quelli di “Eralavò” in Acireale abbiamo letto insieme dei racconti. C’erano diversi libri su un tavolo e, a turno, abbiamo prestato la voce per far sentire storie, pensieri, riflessioni, considerazioni. Perché ogni scrittore non si limita a riferire: descrive, esprime, comunica.
In verità, per me l’essenza del racconto è “comunicare”. La ragione del raccontare e la “comunicazione”. La “parola” -parlata o scritta- si fa veicolo del pensiero e lega concetti, considerazioni, riflessioni, sentimenti, emozioni, vibrazioni di persone diverse. Una realtà tanto necessaria per farci crescere. Per farci sentire utili agli altri e tanto bisognosi degli altri.
“Eralavò”, già da diversi anni, punta, nella nostra città, a riscoprire il racconto partendo dalla calda immagine di una mamma che stringe tra le braccia il suo bambino e lo culla. Raggiungendo, poi, angoli sconosciuti di storia e radici di vita assopite. Coinvolgendo famiglie e persone di ogni età nell’intensità di un Quartiere. Rivivendo gli affetti più cari, le favole, i giochi, i sorrisi, i sogni, i canti, le danze, le stelle…
Anche l’idea di creare “le librette”, degli angoli di lettura in alcuni luoghi della città, si è rivelata producente ai fini di un segreto scambio “culturale” tra gli abitanti. E di una segreta voglia di comunicare racconti e pensieri che ci aiutino a diventare migliori.
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