L’80° DELLO SCOUTISMO AD ACIREALE

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RECENSIONI ED EVENTI
A cura di Maria Cristina Torrisi

Il Gruppo AGESCI ACIREALE 1° ha voluto celebrare l’80° dello scoutismo ad Acireale. Lo ha fatto con stile scout nella Sede che lo ospita, nei locali della Parrocchia San Giovanni Evangelista.

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L’Acireale 1° ha inaugurato alle ore 18 di sabato 1 giugno 2024 una mostra di cimeli e di numerose foto che, raccolte in sequenza in diversi cartelloni nell’ampio cortile, raccontano una storia.
Alle 19 una Santa Messa celebrata dall’Assistente di Gruppo e Parroco Don Andrea Cutuli, ha visto insieme, in Chiesa, scouts di ieri e di oggi. Diversi di loro indossavano un fazzolettone e c’erano anche persone provenienti da altre città.
Nella stessa Chiesa, a fine Messa, il Prof Antonino Leotta ha presentato il suo volume “1944-2024: 80° ancora insieme”.
La “premessa” dell’autore è stata chiara: la testimonianza scritta di una storia “che vuole ancora camminare” è conoscenza di qualcosa che ci appartiene perché siamo figli della storia. Ma è anche possibilità di confronto e di verifica per cogliere i segni di crescita e di sviluppo orientandosi verso una programmazione.

Il volume di 96 pagine scandisce dieci puntate ricche di particolari storici e di sapienti considerazioni.

La copertina riproduce una cartolina ideata, in occasione del 50° dello scoutismo ad Acireale, dall’educatore scout Arturo Volcan (scomparso nel 2007 e a cui la Città di Acireale ha dedicato il “Palazzetto dello sport”). I simboli prodotti da Arturo rievocano quattro tappe di fondamentale importanza: 1944 anno di nascita dell’ASCI, 1964 anno di nascita dell’AGI, 1974 anno di nascita dell’AGESCI e 1988 anno di nascita del MASCI. Si tratta di quattro momenti di un unico ideale fortemente condiviso: lo scoutismo fondato dal lord inglese Baden Powell.

Antonino Leotta si è soffermato sulla prima puntata parlando di Acireale come Mafeking. Lo scoutismo è stato ideato in sud-Africa durante una guerra e, ad Acireale, nasce durante una guerra. La città occupata dalle truppe Inglesi trova il modo di “depositare nel solco delle coscienze delle nuove generazioni il seme della democrazia”.

La sequenza dello sviluppo scorre attraverso la visione e il commento di alcune foto. Cresce lo scoutismo ad Acireale e, dopo venti anni, nasce nel 1964 la branca femminile dell’AGI (Associazione Guide Italiane). Seguiranno ancora altri dieci anni in cui l’estroso Assistente Don Biagio Catania e i vari Capi si adoperano per l’incremento dello scoutismo in Sicilia. Mons. Russo, Vescovo di Acireale, programma una relazione sul metodo scout alla Conferenza dei Vescovi di Sicilia che, successivamente, vengono ad uno ad uno contattati personalmente dall’Assistente Nazionale Mons. Ettore Cunial, mentre il Vice-Assistente Mons. Luigi Del Gallo farà il giro dei Seminari di Sicilia.
L’idea dal giovanissimo Nino Leotta fu quella di veicolare il concetto che lo scoutismo dovesse essere preso in considerazione così come lo era l’Azione Cattolica. Stranamente esisteva una sorta di parallelismo tra l’idea corrente del nazionalismo e l’idea dell’associazionismo: “la “Patria” una nazione segnata dai confini con la propria legge e l’assoluta autonomia e l’“Associazione” come un gruppo trincerato che doveva competere con altri gruppi per far valere la bontà dei propri principi e l’efficacia della propria organizzazione. Sia il nazionalismo che l’associazionismo alimentavano indiscutibilmente il senso di una appartenenza”.
E il relatore conclude l’argomento affermando: “Un’associazione aperta la nostra. Che si rivelò pronta a condividere la responsabilità dell’educazione giovanile con altre associazioni. Pronta a coniugare l’universalità della Chiesa con la fratellanza universale”.

Nel 1974 la grande fusione: ASCI ed AGI diventano AGESCI.
Gli studenti italiani vivevano ancora i fermenti esplosi nel ‘68. I giovani chiedevano di inserirsi con più responsabilità nel panorama socio-politico italiano. Ma, dopo le prime rivolte sessantottine in mezza Europa, la tensione sociale in Italia si era notevolmente intensificata coinvolgendo ad ampio raggio il sistema partitico-politico nazionale. L’idea di Aldo Moro della “strategia dell’attenzione” nei confronti dell’avversario politico si trasformò in “strategia della tensione”. Si aprì un periodo allarmante alquanto imprevedibile che sconvolse l’Italia.
Il 12 dicembre 1969 si verificarono in contemporanea cinque attentati dinamitardi con morti e feriti. Iniziò così l’escalation di attentati, aggressioni, ferimenti, sommosse, minacce di crisi di governo e persino di colpi di Stato, crisi della borsa e tutto ciò che poteva generare incertezza e paura. In un certo senso, venne strumentalizzato il movimento del ‘68 o deviato verso la visione di uno sfaldamento dello Stato.
L’anno 1974 ha segnato nell’opinione comune il momento culminante della tensione che minacciò la convivenza civile e democratica italiana.
E, nel 1974, gli scouts italiani di ambo i generi decisero di manifestare una “unità” di pensiero e di impegno civile, di Fede Cattolica e di dignità laica, di testimonianza di servizio e di azione esemplare a una società nazionale tormentata dalla minaccia di un
preoccupante sconvolgimento su tutti i fronti.
Gli scout dell’AGESCI continuavano a proporre un programma di vita piuttosto esemplare. Generoso e trasparente. Sincero. Aperto al servizio, alla fraternità universale, al rispetto e all’ottimismo. E mentre continuavano e continuano a diffondersi anarchia e bullismo, indifferenza e opportunismo, uso di droghe, abusivismo e violenza, inganno e prepotenza, gli scouts italiani continuano il cammino sulla strada della vita per costruire un domani migliore.

L’ultima puntata del volume si chiude anche con la fondazione del MASCI che, a differenza dell’AGESCI è un Movimento e non un’Associazione che anch’essa vive lo spirito scout.
Ed è conseguente lo sguardo sullo scoutismo giovanile e adulto inseme protesi verso un “domani migliore”. Per questa umanità che langue e spera.

La splendida serata si conclude con il ritorno in cortile per il taglio della torta dell’80°. E un brindisi alla fraternità che deve segnare l’arcobaleno del futuro.

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