RECENSIONI ED EVENTI
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L’INTERVISTA DI MARIA CRISTINA TORRISI
Una pregevole raccolta di poesie che ha già all’attivo diverse coinvolgenti presentazioni. Si tratta della pubblicazione “Versi di Pace”. Una iniziativa de “La Voce dell’Jonio”, nata con l’intento di formare coscienze che aborriscono la guerra e cercano e vivono la pace. È la seconda tappa di un’ altra iniziativa, denominata: “Non vedo l’ora”, nata nel periodo del lockdown, con l’obiettivo di rivolgersi sia ai poeti che avevano già all’attivo pubblicazioni sia a coloro che, per la prima volta, si erano accostati all’arte dello scrivere in versi ed in prosa poetica.
“Versi di pace” (così come “Non vedo l”ora”), non è stato programmato come un Concorso bensì come mezzo per comunicare e formare coscienze. In merito, Giuseppe Vecchio, direttore de “La voce dell’Jonio”, così si è espresso nell’intervista rilasciata a Nuove Edizioni Bohémien: <<Si tratta di una iniziativa utile perché si possa riflettere seriamente, anche quando la guerra sarà finita, sui grandi principi di convivenza e fratellanza umane, sul rispetto dell’altro ad ogni livello. Dinanzi alla guerra si resta sgomenti, inebetiti, sconcertati, senza parole, combattuti tra la voglia di contrapporsi in qualche modo, rischiando magari di appoggiare reazioni belliche e il desiderio profondo di pace che porta a scatenare la solidarietà e tutte le sue manifestazioni mentre i credenti elevano le loro preghiere. Quanti ci occupiamo di cultura e operiamo per il Bene comune – ha ancora affermato il giornalista – qualcosa di particolare possiamo e dobbiamo farla, anzi di più: costruire le premesse per relazioni umane sane, che formano coscienze capaci di tenere lontani sentimenti di odio, razzismo, sopraffazione e costruire un mondo migliore, nel quale la guerra venga bandita e ogni persona si riconosca e rispetti l’altra senza alcuna preclusione>>.
“Versi di pace” ha visto la collaborazione di molte persone, motivate e animate dagli stessi intenti.
Un’altra intervista di spicco è quella realizzata con la poetessa Carmela Tuccari che ha curato la prefazione della pubblicazione.
<<Da amante della poesia, ma anche come critico letterario – ha affermato -, ho accettato volentieri di collaborare con il dott. Giuseppe Vecchio e con la giornalista Rita Messina, alla realizzazione di un nuovo volume di poesie di autori vari, dopo la prima esperienza della pubblicazione di “Non vedo l’ora – Raccolta di voci dalla Pandemia” che resta un documento storico seppure circoscritto ad un determinato periodo.
“Versi di Pace” si può definire un’opera corale che racchiude un messaggio e un monito per la riflessione e la crescita del singolo e della comunità, nella convinzione dell’importanza che riveste la convivenza pacifica, poiché l’argomento Pace abbraccia universalmente la sfera individuale e quella sociale. Mentre il binomio PACE-POESIA apre orizzonti di carattere culturale ed etico.
Ho paragonato, come scrivo nella prefazione, il contenuto del libro ad un “arcobaleno” accostando i colori, come il giallo, alle espressioni semplici e genuine dei più piccoli e via via le tinte pastello e quelle più forti fino all’indaco, alle descrizioni dei giovanissimi e degli adulti. Queste pagine accomunano varietà di stile e di pensiero di poeti affermati e di chi è “poeta nel cuore” e si esprime solo con la veridicità del sentimento>>.
Nell’approfondita intervista, è emersa l’importanza che ha avuto la divulgazione della Raccolta.
<<La prerogativa de “La Voce dell’Jonio”, testata giornalistica fin dal 1958, oltre l’attenzione che presta agli avvenimenti di carattere nazionale ed internazionale, è quella di divulgare le notizie di eventi sociali e culturali che si svolgono nel territorio delle Aci – ha ancora affermato Carmela Tuccari -. Coinvolgere il territorio, dal cittadino comune alle istituzioni, ha un valenza sia civica che istruttiva. La Cultura in senso lato e quella delle tradizioni, e Acireale ne è la culla, rappresenta la vera identità di un popolo. Nel nostro caso la sensibilità del poeta diventa per il territorio un valore aggiunto. Quando è stata varata l’iniziativa “Raccogliamo versi di pace” ho avuto, almeno per quanto mi riguarda, qualche perplessità. Invece la partecipazione è stata celere e spontanea. Dalla prima metà di marzo a fine maggio sono arrivati più di 100 elaborati da tutte le parti d’Italia. In questa occasione il passa-parola e l’apporto dei social hanno fatto la loro parte, allargando i confini dell’Hinterland acese. Si, tutti gli autori hanno realizzato, all’unisono, la loro opera, credendoci fino in fondo. Del resto senza il loro apporto positivo non ci sarebbe stata alcuna pubblicazione. Ma a gratificare il nostro piccolo gruppo di operatori (siamo solo in tre) sono stati l’interessamento attivo nell’arco di tempo, non volutamente, allungato e la condivisione specie dopo l’uscita del libro. Infatti ogni presentazione ha potuto contare sulla presenza di un cospicuo numero di autori-lettori. Quasi tutti hanno acquistato una o più copie del volume e si sono detti soddisfatti della veste grafica e dei contenuti>>.
Concludere l’intervista con la domanda: “Quale il valore della poesia, non soltanto intesa come Arte ma anche come tramite per comunicare il bello” era un atto doveroso.
<<Porre a me questa domanda – ha rivelato la poetessa – significa suscitare dentro l’anima un turbinio di emozioni. La poesia per me è stato supporto, aiuto, terapia, catarsi… Leggerla come scriverla. A mio avviso, anche se non ha li compito di “salvare il mondo” come qualcuno sostiene, poiché questo spetta agli “uomini di buona volontà”, la Poesia, sia quella con la P maiuscola che quella estemporanea e spicciola, quando riesce a creare un afflato tra il poeta e il lettore può suscitare emozioni profonde, creare spunti di riflessione e, in qualche caso, sollecitare le coscienze. Non a tutti è concesso penetrare nel substrato poetico per scoprire il valore intrinseco racchiuso anche in un solo verso. Spetta forse alla scuola far scoprire ai giovani e giovanissimi il potere umano e civile della poesia>>.
Alla giornalista Rita Messina il compito di spiegare al lettore il complesso lavoro dell’Editor.
<<L’approccio ad un testo – ha affermato la giornalista- è sempre un momento delicato. Bisogna interpretare nel modo giusto le intenzioni dell’autore e rispettarne l’idea originaria, seppur apportando eventuali modifiche e correzioni. Questo testo snocciola una tematica particolare, attinta dalla realtà e dai fatti di cronaca. Raccoglie emozioni, dolori, riflessioni ed esperienze di chi scrive e, soprattutto, la voglia di comunicare e condividere tutto con gli altri, anche la difficoltà. Di conseguenza, accostarsi ad un lavoro del genere ha richiesto grande accortezza nel non apportare modifiche di significato, nei casi in cui è stato necessario intervenire. In poesia ogni parola ha un senso preciso, proprio perché, pur essendo a volte componimenti brevi, devono essere esaustivi. Correggere e, comunque, intervenire sono atti da valutare bene. Mantenere integro il pensiero dell’autore è stato l’obiettivo cardine.
La raccolta muove dalla tematica di base che è la “Pace”. Riferisce il modo di viverla, sentirla, interpretarla nel suo significato, e raccontarla da parte di chi scrive. Dunque, ha una struttura eterogenea, proprio perché propone il concetto di “Pace” in diversi modi. Ci sono poesie che approdano all’idea di Pace attraverso il suo opposto, ovvero la guerra, altre che esprimono l’anelito ad essa, poi quelle che la scorgono nella quotidianità ed anche le poesie di chi si chiede come dare il proprio contributo. Nel libro sono presentate al lettore in tutto il loro essere variegate>>.
Un’opera riuscita, dunque, e di grande coinvolgimento.
<<Notevole coinvolgimento- ha spiegato Rita Messina-. Molti autori rappresentano il pubblico stesso, perché, prendendo parte alle diverse presentazioni, leggono le loro poesie con trasporto ed espressività comunicativa. Sanno quello che le parole devono veicolare ed esprimono il messaggio anche verbalmente, con la lettura, per giungere con facilità all’ascoltatore. Quando il pubblico non corrisponde con l’autore, ma è soggetto esterno, viene trasportato dalla voce di chi declama i propri versi tra i fatti e le esperienze descritte. La tematica coinvolge e induce alla riflessione personale…Il messaggio viene da sé. La forza delle parole è immensa per diffondere pensieri, idee, indurre sentimenti e considerazioni. Bisogna saperne fare un uso sapiente e rispettoso di chi le pronuncia e di chi le riceve>>.
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