RECENSIONI ED EVENTI
A cura di Maria Cristina Torrisi
Finalmente un romanzo che celebra, con una ambientazione tutta siciliana, un sottogenere letterario di
nicchia, suggestivo e carico di tematiche sociali e politiche, che da quattro decenni appassiona generazioni di lettori amanti della fantascienza.
Si tratta del libro “All’ombra del castello di carte”, la nuova opera letteraria dello scrittore Mario Cunsolo.
Fin dalle prime pagine si respira quell’aria carica di elettricità statica, melanconica, in un ambiente decadente illuminato dai tipici neon pervasivi, e allo stesso tempo ci rendiamo conto di essere in Sicilia, con tutto il carico di contraddizioni ed elementi distintivi, in una mega città, Etna City, che cerca di sopravvivere sebbene l’ultima e più orrenda recessione economica.
Il futuro del mondo immaginato da Cunsolo non è dei più rosei: oltre a una spaventosa crisi economica, una malattia della mente chiamata il Morbo miete vittime e procura grandi sofferenze.
Il sistema economico in questo futuro distopico è cambiato: infatti, a causa della sovrappopolazione e di una disoccupazione imperante, al reddito da lavoro dipendente si è aggiunto anche quello proveniente dal gioco (sistema alternativo per fare in modo che la gente disperata riesca a racimolare qualche soldo), e
questo ha creato terribili contraddizioni, disagi sociali e tensioni politiche. Le multinazionali e le criminalità organizzate inoltre spadroneggiano, soprattutto nella megalopoli della Sicilia orientale, ovvero Etna City, in cui la vita di un uomo vale davvero poco e i disastri ambientali sono ormai incontrovertibili.
Nello scenario distopico, tipico della migliore tradizione Cyberpunk, un antieroe, il giocatore Rino Salvieri, si aggira con tutto il suo cinismo e crudo sarcasmo, con l’intento forse di scalare alcune impervie vette del potere.
La visionarietà di questa nuova opera letteraria di Cunsolo è davvero estrema, quasi abbagliante nelle sue trovate futuristiche e invenzioni, e ricorda indubbiamente alcuni elementi, suggestioni, delle opere cardine di alcuni maestri della fantascienza quali: Philip K. Dick, J. G. Ballard e William Gibson.
La prefazione dalla scrittrice Antonina Nocera nelle prime pagine del libro d’altronde parla chiaro: si tratta di un romanzo che scardina un po’ quelli che sono gli usuali tracciati dell’evoluzione di una trama s-f, mettendo al centro della
storia persino la visionarietà salvifica del personaggio protagonista, intrecciando barlumi di nichilismo e sprazzi di speranze, con accenni di reminiscenze dostoevskiane forse degne di nota.
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