Parliamone con il medico
A cura di Federica Zanca
Il morbo di Crohn è una malattia intestinale infiammatoria cronica caratterizzata da lesioni intestinali a intermittenza, cioè aree di infiammazione interposte tra la mucosa di normale aspetto, in qualunque parte del tratto gastrointestinale; comporta un’infiammazione transmurale cronica e recidivante. I pazienti colpiti da questa patologia sperimentano periodi di riacutizzazioni e periodi di remissione durante tutto il decorso della stessa.
Il morbo di Crohn è pertanto infiammazione e irritazione dell’apparato digerente: ne sono interessati maggiormente l’intestino crasso e tenue, ma realmente può colpire dalla bocca fino all’ano.
Insieme alla colite ulcerosa e microscopica rientra nel gruppo delle malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI); la malattia in questione gradualmente peggiora nel tempo, nonostante possano esserci intervalli di remissione che durano anche settimane o anni.
Secondo gli studi fatti la malattia è classificata in tre categorie in base all’età alla diagnosi: A1 quando colpisce soggetti di età inferiore ai 17 anni, A2 se interessa soggetti di età compresa tra i 17 e i 40 anni, A3 se colpisce soggetti over 40 anni di età.
I sintomi che compaiono all’inizio non sono ben precisi, perciò una diagnosi corretta e sicura non
può essere fatta tempestivamente; tali sintomi non specifici, infatti, possono dipendere dalla sede e
dalla gravità della patologia. I principali sono: diarrea e dolore addominale. Possono poi sopraggiungere affaticamento, calo ponderale, febbre, anemia fistole ricorrenti, ulcere e ragadi.
Inoltre, gli effetti dell’infiammazione possono interessare organi extra il tratto intestinale e presentarsi addirittura prima della comparsa di quelli gastrointestinali. Possono essere colpiti gli occhi, le articolazioni, la pelle e il sistema immunitario-ematologico.
Le cause dell’insorgenza del morbo di Crohn sono diverse: dal fattore ambientale alla predisposizione genetica, al fumo, all’utilizzo di farmaci antinfiammatori non steroidei, come l’aspirina e l’ibuprofene, gli antibiotici e le pillole anticoncezionali, una dieta ricca di grassi. Lo stress e l’assunzione di specifici cibi possono altresì, contribuire al peggioramento dei sintomi.
I sintomi possono essere lievi: diarrea frequente e dolore addominale.
Possono essere moderati: distensione addominale, febbre, perdita di peso significativa, anemia
Possono essere severi e piuttosto gravi: febbre alta, vomito, complicazioni intestinali e grave calo ponderale.
Gi studi dimostrano che la depressione rende la malattia più aggressiva, ma a sua volta soffrire di
una malattia infiammatoria intestinale aumenta il rischio di episodi depressivi sempre tenendo presente il collegamento stretto intestino-cervello dove il messaggio parte dall’intestino per arrivare al cervello, ma se esso è mal funzionante i messaggi arrivano poco chiari e a effetto domino ne consegue tutto lo stato psico emotivo alterato.
I fattori ambientali più insidiosi sono: il fumo di sigaretta soprattutto nelle donne e in base all’età, la disbiosi intestinale che è una caratteristica del morbo di Crohn è legata alla dieta che è il fattore ambientale che influenza più degli altri il microbiota intestinale, l’esposizione ad antibiotici in età infantile.
Invece i fattori ambientali associati ad una diminuzione del rischio sono: la presenza di animali
domestici, la condivisione della camera da letto tra più fratelli, una consistente assunzione di fibre, il consumo di frutta e verdura, l’attività fisica.
In psicosomatica il Morbo di Crohn o Ileite può colpire persone che non si sentono amate e per ricevere affetto si sentono obbligate a rispondere a ciò che i loro cari si aspettano e questo le porte ad oscillare tra obbedienza e ribellione. Quindi occorre chiedersi se si vive o si è vissuti in un contesto famigliare che ha suscitato rabbia o ribellione perché ci si è sentiti lesi nella propria libertà.
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