RECENSIONI
A cura di Giovanni Vecchio
“Storie di matematica e di matematici” (Aracne editrice, 2019) si intitola l’interessante recente e robusto saggio di Giuseppe D’Urso, già docente di matematica negli istituti secondari superiori e dirigente scolastico nei Licei e negli Istituti Tecnici. Questa pubblicazione dà seguito all’altra del 2013 “Viaggio con p greco”, molto apprezzata dai lettori. Trattasi di un libro composito in cui, oltre al prevedibile interesse ed entusiasmo culturale dell’autore per la disciplina, mette insieme elementi storici e filosofici che si intrecciano con le più rilevanti questioni matematiche dall’antichità ad oggi, come rileva nella sua prefazione il prof. Mariano Torrisi, già ordinario di Meccanica Razionale nel Dipartimento di Matematica e Informatica dell’Università degli Studi di Catania.
Giuseppe D’Urso
L’autore, da buon siciliano e laureato in Matematica dell’Ateneo catanese, avvia il suo itinerario culturale con una ricerca attenta sui matematici in Sicilia tra Ottocento e Novecento soffermandosi sui libri di testo, sul Circolo Matematico di Catania dal primo dopoguerra agli anni settanta per poi passare a quello di Palermo, senza trascurare l’importante istituzione del Seminario Matematico a Catania nel 1922. Una focalizzazione particolare dedica quindi alle sezioni coniche da Menecmo ad Apollonio e alle origini del calcolo combinatorio. D’Urso rivolge poi la sua attenzione ad alcuni personaggi del novecento che hanno lasciato un’impronta non trascurabile come Renato Cacciopoli e i Cafiero e dedica anche un capitolo alla famiglia Bernoulli che ha segnato un’epoca tra tra il XVII e il XVIII secolo. Si appassiona anche e trascina il lettore nella lunga ricerca per la soluzione dei radicali per passare successivamente ai rudimenti di algebra astratta, alla sintesi della teoria di Galois e alla disputa antica e sempre attuale sull’infinito. Non stiamo qui ad elencare tutti gli altri temi trattati. Ci limitiamo a segnalare la parte del saggio in cui si occupa dei ventitrè problemi di Hilbert e delle ipotesi e congetture sui sette problemi del millennio. Per concludere, un’opera meritevole di attenzione, consigliata non solo agli addetti ai lavori come stimolo all’approfondimento di tematiche appassionanti che mettono alla prova le proprie cognizioni e stimolano alla ricerca e all’esplorazione, ma anche a chi dispone di una cultura media e intende entrare in questo mondo, spesso ritenuto ostico e pertanto non accessibile.
E’ un testo unico perchè, come si legge nella retrocopertina, l’autore racconta la matematica come impresa umana, razionalmente ricostruibile, che contribuisce a connotare le diverse epoche”. Tale impostazione è davvero significativa perchè fa “uscire” la problematica dalla talvolta arida e atemporale descrizione dei problemi: la dimensione storica aiuta a capire meglio la portata degli sviluppi della disciplina e della stessa nostra civiltà.
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