IL RICETTARIO
A cura di Franco Di Guardo
«Se ancora dell’Alpi tentasser gli spaldi, il grido dall’armi darà Garibaldi: E s’arma allo squillo, che vien da Caprera, dei mille la schiera — che l’Etna assaltò»
(Luigi Mercantini (1821–1872) Inno a Garibaldi)
Giuseppe Maria Garibaldi (Nizza, 4 luglio 1807 – Caprera, 2 giugno 1882) considerato “ l’eroe dei due mondi” per le sue imprese militari compiute in Europa e in America meridionale, è stato un generale, patriota, condottiero, scrittore, marinaio e politico, nonché figura rilevante del
Risorgimento italiano. Fu uno dei personaggi storici più controversi e celebrati della sua epoca, infatti gli sono stati dedicati numerosi monumenti, piazze, parchi, vie, negozi, teatri, cinema, navi, portaerei, stazioni ferroviarie, scuole, lapidi commemorative, medaglie, francobolli, inni, lodi, canzoni e addirittura anche un pesce dalla particolare colorazione rossa, appartenente alla famiglia delle Pomacentridae (Hypsypops rubicundus) che ricorda le camicie indossate dai garibaldini, a Napoli il 7 settembre 1860 il formato di pasta Ditalini vengono chiamati Garibaldini ovviamente conditi con il favoloso sugo alla napoletana. Pochi sanno che al grande generale gli furono dedicate anche numerose ricette culinarie, come ad esempio i maccheroni alla garibaldina, primo piatto dal gusto particolare condito con gamberetti, scalogno, peperoncino, salsa di pomodoro, olio evo e prezzemolo tritato. Il timballo di pasta o Coppola di Garibaldi realizzato con maccheroni, pancetta a dadini, cipollotto, salsa di pomodoro, basilico fresco, peperoncino, olio evo e spezie aromatiche.
La pasta preferita del generale, ovvero gli Spaghettoni conditi con pomodorino ciliegino, olive taggiasche, mozzarella di bufala, capperi, basilico fresco, peperoncino, origano e olio evo. La pasta Gramigna al sugo di pesce alla
Garibaldi, con capperi, aglio, olio evo, peperoncino, cozze, totani, gamberetti, prezzemolo tritato e vino bianco. Il Rotolo alla Garibaldina, fetta di vitello ripiena con carne tritata, prosciutto crudo, uovo, latte, pan grattato, mele, pistacchi, liquore Marsala, olio evo e
burro. I Garganelli alla Garibaldina
con peperoni gialli, gorgonzola dolce e piccante, noce di burro, Philadelphia e parmigiano reggiano. Lo stoccafisso alla Garibaldi cucinato con cipolla, acciughe salate, prezzemolo e aglio tritati, olive bianche in salamoia, pomodori maturi e olio evo.
La pizza del generale condita con cipolle bianche, aglio, acciughe, olive nere, foglia di alloro, timo e olio evo. Il pollo alla Garibaldi cucinato con rametti di salvia, foglie di alloro e rosmarino, olive nere, pomodori, vino bianco, olio evo e burro. La cotoletta di pollo alla garibaldina con sopra il formaggio fuso accompagnato da funghi saltati con olio, aglio e peperoncino. L’insalata di pomodori alla Garibaldi con patate lesse, tonno sott’olio, aglio, olio evo e prezzemolo tritato.
L’agnello garibaldino cucinato con aglio, sale e pepe nero, olio evo, rosmarino, salvia e Marsala, si narra che questa ricetta fu preparata dalle massaie palermitane per festeggiare l’arrivo del generale e dei Mille nella città, dove principi, duchi e baroni spalancarono le porte dei propri palazzi per accoglierli. Il pandolce
Garibaldi tradizionale brioche messicana con sopra chochitos isolato su fondo bianco. Ovviamente per accompagnare queste prelibatezze c’è la birra Garibaldi di fabbricazione spagnola, il vino “il garibaldino”di colore rosso rubino, dal profumo intenso e dal gusto rotondo e armonico, adatto ai secondi piatti di carne, la grappa Garibaldi realizzata nel Friuli, il caffè dei Garibaldi ideato da Guglielmo Garibaldi nel 1920 e il Marsala Garibaldi esportato già dal 1860. Ci sono anche i famosi biscotti inglesi Garibaldi tuttora in commercio nei più importanti supermercati del Regno Unito, quasi sconosciuti in Italia sono molto diffusi negli Stati Uniti e nei paesi di tradizione anglosassone. Furono ideati dallo scozzese John Carr all’epoca considerato tra i più grandi produttori di biscotti industriali, egli vedendo la grande popolarità del condottiero italiano in visita in Gran Bretagna nel 1854, penso bene di sfruttarla realizzando questi biscotti
anche per risollevare le sorti della Peek Freans di Bermondsey di Londra di cui divenne socio nel 1860, agli inglesi piacquero subito questi dolcetti da tè che sono rimasti nella loro tradizione culinaria con molte varianti.
I biscotti Garibaldi sono composti da due strati di pasta biscotto che racchiudono uno strato mediano di ribes schiacciati o uvetta di Corinto. Questi biscotti presentano diverse analogie con la Eccles cake, i Flies’ graveyard (cimiteri di mosche o sandwich di mosche) e i Golden Raisin Biscuits, che erano un tempo prodotti dalla storica azienda Sunshine Biscuits.
Gli ingredienti sono: farina 00, burro, zucchero di canna, latte, uova, ribes o uvetta sultanina, liquore, scorza di limone, confettura a piacere, lievito per dolci.
«E il Garibaldi fissa il mare
e tira un sorso di rhum…
che di marsala qui all’Avana non ne sbarcano più…
ripensa ai fichi d’india della terra natia…
le notti calde giù a Bahia che malinconia…
Chi va là viva Garibaldi uè paisà…
fuoco a volontà…
che clamor! viva Garibaldi
si, senior… el conquistador…»
(Sergio Caputo, Il Garibaldi innamorato, febbraio 1987).
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