Il Dolce delle feste: crema al cioccolato e biscotti, la riproduzione “casereccia” della Torta Savoia

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Il Ricettario

A cura di Franco Di Guardo

“Questi piatti bisbigliano alle orecchie di chi li gusta, belle e antiche storie, la cui genesi merita di essere trascritta e raccontata”.  (Emanuele Filiberto di Savoia).

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La torta di compleanno è più di un semplice dolce; è un simbolo di festa, gioia e condivisione, soprattutto quando si tratta di una torta fatta in casa, preparata con amore dalle nostre persone più care, realizzata con ingredienti semplici e gustosi, che racchiudono il profumo della tradizione e dei ricordi d’infanzia. Questo dolce pare che ha origini pagane, infatti fonti storiche affermano che derivi da tre antiche civiltà: gli Egiziani, i Persiani e Greci. Gli Egiziani la realizzavano per onorare il giorno di nascita del Faraone, mentre i Persiani per onorare lo Shāh di Persia. I Greci invece preparavano la torta a base di miele per omaggiare Artemide, la dea della Luna, di forma tonda e illuminata da una candela. A quel tempo i dolci venivano preparati con miele, fichi, datteri, mandorle, pistacchi, noci, agrumi, acqua di rose e farina di grano, e venivano offerti come doni alle divinità, ai nobili e anche ai visitatori stranieri. La cara amica e consorella Grazia Caruso, Dama di Gran Croce dell’Ordine al Merito di Savoia, racconta che, quando era bambina per le feste di compleanno, la sua mamma preparava una torta a strati con crema al cioccolato e biscotti fatti in casa. Su di un vassoio disponeva i biscotti uno accanto all’altro e li bagnava con acqua zuccherata e Vermouth bianco o Rhum, poi con l’aiuto di un cucchiaio di legno adagiava sopra un sottile strato di crema al cioccolato, fatta con latte, amido, zucchero e cacao, quindi ripeteva lo stesso procedimento fino ad ottenere quattro strati. Per decorazione metteva mandorle o nocciole che formavano la scritta “Savoia”, quindi la metteva in frigo a riposare fino all’ora della festa in famiglia. A Grazia piaceva talmente tanto guardare e aiutare la sua mamma a fare il dolce, che imparò subito il procedimento. Pare che questa ricetta fosse già presente nel ricettario della nonna di Grazia, che non ha mai conosciuto, e che chiamava semplicemente “la Torta Savoia dei poveri”.

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Da una mia personale ricerca sembrerebbe che sia stata ideata nel dopoguerra per copiare la classica e regale torta di cioccolato. La Torta Savoia, realizzata in occasione dell’annessione della Sicilia al Regno d’Italia, fu ideata e preparata dalle suore benedettine di Catania, ed è composta da diversi strati sottili di Pan di Spagna, alternata a una morbida crema realizzata con 3 tipi di cioccolato e nocciole piemontesi, aggiunte per onorare la Real Casa Savoia (I Siciliani I Dolci I Savoia, ricetta a pag. 33). Grazia ricorda anche che, la domenica suo padre acquistava i biscotti o le paste Savoia presso la pasticceria Patania a Catania. Questo laboratorio si trovava esattamente a pochi metri da Piazza Cavour, in un palazzo settecentesco di Via Etnea, l’attività poi chiuse alla fine degli anni 60, attualmente è presente il Polo Tattile Multimediale. La famiglia di Grazia è sempre stata monarchica, al Referendum del 2 giugno votarono Monarchia, e suo nonno era Cavaliere dell’Ordine di Vittorio Veneto. Quando i Sovrani passarono da Lentini, in visita ufficiale a Siracusa, la nonna portò le figlie a vedere e salutare i Sovrani, la mamma di Grazia rimase colpita dal fascino, dall’eleganza e dalla corporatura della Regina Elena, e dalla bassa statura di Re Vittorio Emanuele III, con indosso le medaglie, la spada luccicante e la piuma in testa. 

Per questo dolce si possono utilizzare i biscotti Savoiardi, oppure del Pan di Spagna tagliato sottile.

In occasione del 52° genetliaco di S.A.R. Emanuele Filiberto di Savoia, Grazia Caruso ha preparato una “torta Savoia fatta in casa” in suo onore. L’articolo è il mio personale omaggio al Principe.

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Auguri a Sua Altezza Reale, Savoie Bonnes Nouvelles.