I FEDELI ACESI ED IL VENERDI’ SANTO

Attualità – Nuove Edizioni Bohémien – Aprile 2014

A cura di Giusy Pagano

Foto e Video di Giusy Pagano

DSCF5070La Pasqua è una delle Feste religiose più sentite per Acireale e così anche per le altre Città, nella quale tutta la gente ricorda Gesù morto e risorto per noi.

Ieri sera, infatti, come ogni anno, alle 20,30 circa ha preso il via la Processione cittadina del Venerdì Santo del Cristo morto, accompagnato dalla cittadinanza acese e anche da molti turisti, lungo il Corso Savoia fino in Piazza Duomo, per soffermarsi poi sul Sagrato della Basilica dei Santi Pietro e Paolo.

“Già dal 1600 si hanno notizie della prima congregazione della Madonna dei Miracoli, che si occupava del rito. Poi, dalla metà del 1600, fu la confraternita del S.S. Crocefisso ad organizzare la sacra rappresentazione e, ancor oggi, la stessa confraternita, coadiuvata dalla Pia unione delle guardie d’onore al Cristo morto, presiede alla sacra processione.

Il simulacro del Cristo morto, opera del 1732, posto su un sarcofago dorato e coperto da una rete decorata da fili d’oro, viene trasferito alle quattro del mattino in una suggestiva processione dalla chiesa dei Santi Pietro e Paolo, dove il simulacro viene custodito durante l’anno, alla chiesa del Santissimo Salvatore detta “il Calvario”. Da questa, intorno alle 20, muoverà la solenne processione di ritorno. Il corpo sanguinante del Cristo è scortato dai membri delle due confraternite, recanti in testa una corona di spine”. (dal sito del Comune di Acireale – tradizioni popolari).

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Una rappresentazione quella del Cristo morto molto significativa, collaborata da tutte le Associazioni di Volontariato Acese recante i loro gonfaloni, il Clero, le Autorità Politiche e Militari convergenti in una silenziosa folla di fedeli che, raccolti in preghiera, accompagnano il Cristo ed anche tre statue molto antiche che rappresentano la Vergine Addolorata, S.Giovanni e la Maddalena.

Una volta giunto il corteo sul Sagrato della Basilica dei Santi Pietro e Paolo, il corpo di Gesù è stato esposto ai fedeli per l’ultimo saluto. E’ poi seguito il discorso e la benedizione del Vescovo Mons. Antonino Raspanti il quale ha ricordato alla cittadinanza che la Pasqua è vita e resurrezione e non bisogna abbattersi quando si incontrano delle difficoltà ma bisogna cercare dentro di noi quella forza e quella rinascita che ci aiuti a riscoprire il vero valore della vita. La solitudine, la sofferenza, la disperazione non siano solo parole, piuttosto diventino un motivo per stare insieme agli altri. Non bisogna, infatti, chiudersi in se stessi, quello che in fondo vuole significare anche la Pasqua, morire simbolicamente per poi risorgere al sorgere del sole come Gesù e, con lui, risorgere anche noi.

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