Memorie: Cronaca di un’epoca – Nuove Edizioni Bohémien – Edizione Specile – Marzo 2014
A cura di Graziella Graziano
L’aria carnascialesca che anima questi giorni molte città, prima fra tutte Acireale, con la sontuosità dei carri e delle maschere, mi ha fatto venire in mente la semplicità e la modestia con cui venivano allestiti alla fine dell’800 i Carri di Carnevale a Catania, per rallegrare e divertire la popolazione.
Vediamo come Cristoadoro nella sua “Cronaca” ci racconta alcuni allestimenti di Carri di Carnevale:
Domenica 23 febbraio 1879
Si apparecchiava sin dal mattino il cosidetto Carro di Carnevale dentro l’atrio del Palazzo Reburdone eseguito dall’apparatore Francesco Tomaselli. Insieme alla statua di esso carnevale, venne combinato in una carrozza da domare i cavalli dando un disegno di una barcaccia quadrilunga, sopra altra base, ove all’impiedi stava grande statua di carnevale più al vero d’un uomo, in calzone bianco, gilè rosso, cravatta bianca, scialle nero, capelli lunghi alla destra un cappello, la sinistra all’omero, in viso una maschera, il carro era tapezzato in mussolino rosso giallo e bianco adorno di chirlande, alla prima base stava seduta una stuonata banda vestita di pulcinella alla spagnuola ed eseguiva dei falsi pezzi, innanzi un polcinella ed un dottore che con i propri caratteri facevano molto da ridere; veniva tirato da 4 cavalli con pennacchi, di quelle cime di cannicchiale che sono intorno la vasca nella Villa Bellini e due cocchieri a cavallo in abito di pagliacci.
Domenica 20 febbraio 1881
Alle 4 pom. domentre il tempo dava forte pioggia, il Carro trionfale di Carnevale III partiva dalla piazza dei Martiri e nonostante del tempo percorse lungo le vie Vitt. Emanuele girando per le Chianche mortisse, Garibaldi e Stesicioro Etnea fino al Borgo. Il carro consisteva una grandiosa barca tirata da 4 cavalli di fronte ben bardati, tappezzato di mussolini verde, rossi e celestre, innanzi una serena con tamborello in mano, ed una lunga asta con bandiera verde e rossa, in mezzo alla stessa barca sulla piattaforma la statua di Carnevale su un porco a cavallo che non ne addimostrava tale la forma, e con la destra teneva il cappello a canale e con la sinistra le redini; innanzi a lui si ballava da alcuni ragazzi d’ambo il sesso al suono della fisarmonica banda, in vestiti di maschera pagliacci; dietro nella bocca un mostro marino sosteneva un cartellone dove in pittura si osservava la gradicola con salsiccia, bottiglie e finocchi; la gente d’intorno con i parapioggia non mancò. Venne eseguito il tutto dal sellaio Gaspare Todaro e figli.
20 febbraio 1882 Lunedì di Carnevale
Fra le poche maschere d’oggi vi fu quella del Duilio compreso il vaporetto sottocarena, con marinai ufficiali e trombe , lavorato in pochi giorni, eseguito di carta nello insieme mediocre, l’assessore Gagliani ha dato il primo premio d’un orologio sotto campana di cristallo e £ 200.
14 febbraio 1888 Martedì
Alle 10 il Carro di Carnevale fece mossa dalla Piazza Maiorana al Fortino e percorse la via Garibaldi e Stesicoro Etnea ; Carnevale X stava coricato sopra un materasso, il carro bene illuminato di palloncini e rischiarato da un grosso lume di bengala a permanenza; lo precedeva e lo seguiva una massa di basso popolo, fermatosi alla Piazza Cavour, Borgo dopo l’ultimo ballo dato da 10 ragazze corifee, lui venne sceso e poi buttato dalla seconda base del carro, e portato in mezzo alla piazza gremita di popolo e rischiarata da grosso lume di bengala situato nella statua di Cerere, fu unto di petrolio appeso ad un legno e bruciato, in questo mentre s’innalzò un pallone, finalmente consumato nel suo corpo di toppe, si bruciò un fuoco d’artifizio che rappresentò Carnevale a cavallo al porco con salsiccia in mano, sotto un pulcinella danzante e due ballerine ai fianchi, nel centro in sopra dell’artifizio le parole – Buona notte – e così venne chiuso il freddo Carnevale X dell’anno 1888 lasciando dimane l’altra baccanata che è il divertimento nelle campagne.
Come dicevo all’inizio semplicità ed essenzialità caratterizzavano gli allestimenti dei carri a Catania, tradizione iniziata nel 1879 ma che nel tempo si è persa, destinati al divertimento del popolo, che li seguiva animatamente. Infine da evidenziare l’ultima frase che ci fa conoscere un altro aspetto del Carnevale che dura tuttora, infatti la “baccanata” di cui parla Cristoadoro, altro non era che una gita nelle campagne circostanti la città, prima di iniziare i digiuni e le penitenze quaresimali.
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