Racconti e Leggende
A cura di Pippo Scudero
Quella mattina, i bambini che erano andati a pattinare in piazza sentirono un profumo particolare.
Partiva certamente dalla piazza e invadeva, spinto dal vento, le strade che arrivavano fin lì.
I ragazzi lo seguivano come ipnotizzati, come se fossero tirati da un filo.
Arrivati in piazza si fermarono e annusarono l’aria, come fanno i cani quando sentono strani odori.
Anche gli anziani che stavano sulle panchine ai bordi della piazza erano col naso all’insù: “ Non sanno più cosa sperimentare, quelli della pubblicità… sarà la propaganda di un nuovo profumo ”.
I ragazzi si erano seduti in cerchio, e stavano indossando i pattini.
“Ma non senti questo profumo?” disse Carlo.
“ Sì, è un profumo dolce “ aggiunse Laura
“ E’ un profumo come … come … di mandorle “ precisò Gigi.
“ Ma sì, sarà Michela che avrà cambiato shampoo e ne usa uno nuovo all’olio di mandorle dolci “ disse Giorgio, che non perdeva occasione di stuzzicare Michela, che in fondo però gli piaceva molto
“ Ma che dici “ ribatté Michela “ io uso sempre il solito shampoo alla camomilla, che dovresti usare ogni tanto anche tu, così ti rilassi e non dici sciocchezze. Magari sarai tu che avrai mangiato troppe paste di mandorla! “
Finalmente si erano messi i pattini, erano entrati ad uno ad uno nella pista e avevano iniziato a pattinare, solcando la superficie e sollevando spruzzi bianchicci ad ogni frenata o piroetta.
L’odore si era fatto sempre più forte, aveva riempito la piazza e aveva stuzzicato i vicini che si erano affacciati dai balconi intorno, le persone che camminavano a piedi, i ciclisti che pedalavano sulla pista ciclabile, le mamme che spingevano i bambini sui passeggini.
Si era formato un capannello di un centinaio di persone, tutte col naso all’insù, che sembrava avessero avvistato i marziani o fossero stati colpiti da un’epidemia di torcicollo.
Il parroco che stava suonando le campane sul campanile sentì il profumo, sollevò il naso e diede una gran capocciata sulla campana più grossa che così finì di battere i rintocchi del mezzogiorno.
I bambini continuavano a pattinare, tutti col naso all’insù, avvolti da quel magnifico profumo.
E pattinando col naso all’insù, è facile andare a sbattere con qualche compagno, cosa che successe a Gigi, che andò a sbattere con Giorgio, finendo con la faccia a terra.
Non si fece nulla, solo si riempì la bocca con la “cosa” bianca e fredda che ricopriva la pista.
“ Ma è mandorla “ esclamò Gigi “ è granita di mandorla! “
Tutti i bambini e le bambine si bloccarono, frenando di colpo e sollevando spruzzi bianchi e dolci.
“ Ma è proprio granita di mandorla, buonissima! “ esclamarono in coro leccandosi le labbra.
E la stessa cosa dissero quanti intorno erano colpiti dagli spruzzi, gli anziani, i passanti, i ciclisti, le mamme col passeggino e i bambini nel passeggino, che lasciarono il biberon e si leccavano le dita.
Ci fu una grande festa. Tutta la città assaggiava la pista di granita di mandorla, unica al mondo, che finì in tutte le TV e anche nel Guinness dei primati.
Qualcuno più goloso portò anche le brioches e i panini croccanti, e un signore con i baffi versò su un quadrato della pista un thermos pieno di caffè, per quelli a cui la granita piace macchiata.
I tifosi della squadra locale fecero perfino una petizione per ricoprire il campo di calcio con granita ai gelsi, colore della squadra locale, almeno per le partite della stagione invernale, ma purtroppo la Federazione rispose che la granita granata non era regolamentare…
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