Recensioni ed Eventi
A cura di M.Cristina Torrisi
Il Santuario Maria SS. di Loreto di Acireale ha ospitato la serata finale del IX concorso poetico letterario “Maria SS. Di Loreto”.
La manifestazione ha avuto luogo nel terrazzo antistante lo stesso Santuario, dove, a fare da cornice, sono stati i maestosi alberi di pino secolari che circondano e adornano la chiesetta.
Il concorso, a tema libero, si è articolato nelle seguenti sezioni: Giovani (dai 14 ai 20 anni) e adulti (dai 21 anni in su).
La sezione adulti si è distinta in 3 categorie: Poesia in lingua italiana, Poesia in dialetto e Prosa.
L’evento, che rientra a far parte del programma dei solenni festeggiamenti in onore di Maria SS. di Loreto, ha arricchiTo, con un tocco culturale, la festa della Madonna.
A presentare la serata è stato il frizzante Francesco Leonardi, coadiuvato da Giovanni Sciacca e Rosita Battiato per la consegna degli attestati e delle targhe ai partecipanti classificati.
I testi pervenuti al concorso sono stati esaminati con professionalità da una giuria d’eccezione formata dalla poetessa Maria Grazia Falsone, dalla prof.essa Cristina Pappalardo, dal prof. Salvatore Leonardi e dalla sig.ra Anna Battiato, catechista.
Le poesie sono state declamate da Cinzia Billeci, Serena Pagano, Gaetano Aleppo e Pina Gangemi che, con la la loro voce e intonazione, hanno dato vita a tutte le opere che si sono classificate.
Nel corso della serata sono stati tanto applauditi e apprezzati gli intermezzi musicali di Luana Donato al pianoforte e di Mario Presti al violino.
Le poesie classificate ai primi posti sono state:
Per la poesia in dialetto sez. adulti:
“MARI N’TRA LA TERRA” di Giuseppina Pagano.
Per la poesia Italiana sez. giovani:
“L’ETNA” di Maria Letizia Russo.
Per la prosa sez. adulti:
“DEDICA AGLI IMMIGRATI E DISOCCUPATI DI TUTTO IL MONDO” di Rosario Bevacqua.
Per la Poesia Italiana sez. adulti:
“DELIRIO D’AMORE DI UNA DONNA SENZA AMORE” di Palma Stefania Pagano.
“Il successo degli anni precedenti ha fatto sì che questo concorso crescesse sempre più” – ha affermato don Rosario Gulisano, che si ritiene soddisfatto per l’entusiasmo riscontrato fra gli “artisti” e per il buon livello delle opere pervenute al concorso.
In fondo, cos’è la poesia?
E’ riscoprire la bellezza di un verso. Liberare, dare spazio ai propri sogni, agli stati d’animo, attraverso un unico strumento: un foglio e una penna!
LE POESIE
DELIRIO D’AMORE DI UNA DONNA SENZA AMORE
La rabbia urla nel silenzio,
nelle mie notti senza cuore,
brandelli e pezzi in un angolo
che si rompono senza espressione di dolore,
quella afonia che è narrazione di una specifica realtà.
Tu in giro per il mondo.
Io, sola col buio nell’anima
mentre ricordi smettono di pensare:
erano cento gocce di rugiada mentre andavi via.
Io, padrona di quella primavera di silenzi
e nelle mie mani resti l’uomo che eri,
Quanto desiderio di avere tempo
per fare le cose che si è sempre sognate
tu non sei stato il mio capriccio
e il mio sbaglio. Sei stato il mio amore
ma questo non è bastato.
ho già pagato troppo l’assenza plastica
di te, come cruda estensione
di un’alba che era già finita…
ho pagato i miei orrori ed errori
a sfuggirmi fulgida
a ricrearmi candida
anima dispersa di solitudine,
ma un fermo immagine
scopre la volontà di reinventarsi,
una speranza, un guizzo di vita,
ripartire da me per la salita.
Perché questa pioggia che scuote
E bagna e insieme insegna
Non è un epiteto di stasi
Ma un crepuscolo della voglia
Di continuare il viaggio…
PALMA STEFANIA PAGANO, 1° CLASSIFICATO CATEGORIA ADULTI POESIA IN LINGUA ITALIANA.
DEDICA AGLI IMMIGRATI E DISOCCUPATI DI TUTTO IL MONDO
L’amore universale nasce straamandosi e prendendosi mano nella mano;
certi potenti politici e potenti personaggi dovrebbero cominciare prima essi a non abbandonare mai a se stesso l’essere umano!
Prima ancora di essere professionisti, dovrebbero essere umani professionisti con l’umanità globale;
purtroppo essi, ancora, vedono un mondo ovale!
Tengono in tasca la fede di mammona; stando seduti in opportune sedi, comodi in poltrona!
Di qualsiasi razza e colore noi siamo, in questo mondo noi umani abitiamo!
Ogni persona che si ciba di fame soffre peggio di un animale!
Non è difficile prescrivere la ricetta per lavorare; vogliamo amare e solo amore dare; impossibile non è,
potenti: anche voi di carne siete fatti come noi! Lavorare tutti, dove lavoriamo per tutti;
raccogliendo l’un per l’altro frutti e sempre frutti!
La ricetta del lavoro non è magica, tratta dall’oracolo, sarebbe semplicemente nel nostro immenso,
un immenso miracolo!
Di qualsiasi religione siamo, laici o atei, viviamo la legge di comuni mortali;
nessuno può comprare la morte, siamo tutti uguali!
La razza umana non dovrebbe mai cibarsi di fame, soprattutto i migranti che sfidano onde assassine,
morendo in questo mondo infame!
A tutte le ore, alte onde continuano a sfidare, in migliaia non ce la fanno e noi, qui sulle rive, i corpi
stiamo a contare! Tutti con gli occhi pieni di pianto; su quei barconi c’è disperazione,
credetemi non è un canto!
Pianto di uomini, donne e bambini che annegano;
questi crimini quei certi personaggi ce l’hanno sulla coscienza, ma li negano! Catturano
l’immagine della speranza e della libertà prima di morire, si aggrappano a nulla e la favola vedono svanire!
Tutti i giorni e notti si consuma una tragedia; nelle nostre case non immaginiamo, lo sappiamo solo dai media! Si vede anche un innocente corpicino sulla sabbia, con il pancino e il faccino in giù, piccole onde increspate di rabbia lo accarezzano come se dicessero non volevamo che morisse nessuno,
nemmeno tu! Questo è stato il suo ultimo triste viaggio.
Il suo corpicino inerme nelle braccia di un volontario, a tutti noi manda un messaggio!
Purtroppo ci sono personaggi che sempre si faranno ciechi e sordi, facendo business,
ammucchiando soldi, soldi e sempre soldi.
Se quei morti un giorno potessero ritornare, direbbero: insegneremo noi la ricetta del lavorare!
ROSARIO BIVACQUA, 1° CLASSIFICATO CATEGORIA PROSA.
MARI N’TRA LA TERRA
Si c’è na cosa, ca mi fa stari bbeni,
O m’postu, unni ju’ vulissi stari,
chistu è u mo mari…
e nuddu da testa, mi lu po’ cancillari.
Mi fermu uri a taliallu,
quannu è cammu, e, macari quannu è
priputenti, furiusu e timpistusu.
Ma, o stissu tempu,
ranni e immensu di taliari,
ca macari l’occhi ti fa stancari.
Quanti misteri, quanti segreti teni ammucciati
N’do so funnali.
Ppi mia lu mari, è comu du vrazza
ca, ti stringiunu forti, forti.
Ma, si non si capaci di stari a galla e sapiri natari,
iddu, ti po’ fari macari affunnari.
Ogni tantu, senti u mari murmuriari,
e… quannu l’unna s’innamura di lu mari,
tutti e dui vanu d’accordu, e n’da li scogghi si vanu a vasari.
A li mo spaddi, la nostra timpa,
giganti e m’punenti,
ricca di vigitazioni.
Ciauru di jnestra, mmiscatu cu lu ciauru di salimastru e di erbi sabbaggi,
ca n’zemi fanu sbumicari, n’ciauru spiciali:
mmiscugghiu di Sali prufumatu di menta, finucchieddu, nipitedda, arriunu e bacilicò.
Chi ci pozzu fari!
nnamurata, si, sugnu di stu mari n’tra la terra.
E vaddu, e aspettu,
assittata supra stu scogghiu niuru comu a pici,
u primu raggiu di suli ca spunta n’tra lu mari.
E lu mo cori, sulu ppi ttia, u fai palpitari.
e… appena mi furriu ppi salutariti,
tu mi chiami ppi ristari?
Lassimi stari,
dumani forsi… tornu,
tantu tu, si sempri ccà aspittari,
macari si poi a mia,
non mi vidi cchiù riturnari.
GIUSEPPINA PAGANO, 1° CLASSIFICATO CATEGORIA POESIA IN DIALETTO.
L’ETNA
Lei è la potenza, è la forza della Natura
si trova in Sicilia e fa anche a volte paura.
Lei è un Vulcano, il più alto del continente
è sempre attivo ed erutta frequentemente.
Le sue colate han toccato pure i centri abitati
ed è anche inquietante per i suoi forti boati.
I suoi rossi fiumi di lava ardente
colorano il cielo e l’intero ambiente.
La sua sabbia nera trasportata dal vento
arriva ovunque durante un evento
e la sua gente ormai, si è dovuta abituare
perché è la Natura e non c’è niente da fare.
Lei però è anche altro, è pace e tranquillità,
è campagne coltivate con frutti a volontà.
È Mele, Castagne, Pistacchi e Pere,
è anche vigneti con uve bianche e nere.
I suoi vini apprezzati nel mondo intero
hanno un gusto unico dal sapore vero.
Le ginestre che crescono fra le sue nere sciare
emanano un intenso profumo che fa innamorare.
Col pennacchio in testa e il suo bianco manto
lei è un quadro d’autore, è il nostro vanto,
e la gente che viene ne rimane estasiata
lei è l’Etna, la nostra Montagna incantata!
MARIA LETIZIA RUSSO, 1° CLASSIFICATO CATEGORIA GIOVANI POESIA IN LINGUA ITALIANA.
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