Viaggio attraverso le celebrità femminili nei secoli – Nuove Edizioni Bohémien – Gennaio 2014
A cura di Giuseppe Vecchio
Ritta sul suo cavallo bianco, con un’armatura coperta anch’essa da un mantello bianco, Giovanna D’Arco (Jeanne d’Arc) marciava lungo le strade della Francia, alla testa di un’armata sempre più vittoriosa sugli Inglesi e ovunque acclamata dal popolo che la chiamava la Pulzella (vergine). In mano teneva sempre uno stendardo bianco, trapuntato di fiordalisi, con al centro il nome di Gesù e di Maria.
E’ questo il ritratto di quella che è divenuta l’eroina per eccellenza della Francia, anzi la sua santa protettrice, dopo la sua canonizzazione, avvenuta nel 1920, sotto il pontificato di Benedetto XV, e la beatificazione sotto Pio X nel 1909. Ma già da molti secoli la sua posizione era stata riabilitata, da quando Papa Callisto III, nel 1455, volle rivedere il suo processo per eresia e stregoneria.
Dietro la leggenda, sta una povera ed analfabeta ragazza di campagna che non conobbe mai l’amore di un uomo e che è stata bruciata viva a soli 19 anni.
Era nato il 6 Gennaio 1412 a Domrèmy, povero villaggio di contadini nella contea di Bar, da Jacques e Isabelle Romèe. A soli tredici anni comincia a sentire, come lei stessa le chiamerà, delle “voci”: sono quelle di S. Michele Arcangelo prima e di S. Margherita d’ Antiochia e S. Caterina d’Alessandria dopo. Con dolce insistenza, le “voci” le chiedono di andare dal legittimo erede al trono di Francia, perché si ponga alla testa di un’armata e liberi il suolo francese dall’oppressione dell’invasore inglese; in caso contrario gravi castighi divini incomberanno su tutta la nazione francese. Siamo all’epoca della “Guerra dei Cento anni”: gli Inglesi controllano gran parte della Francia, che è costretta a riconoscere come suo re il sovrano inglese dopo che il suo ultimo sovrano, Carlo VI “il folle”, ha venduto gran parte del suo regno agli invasori.
La fame e la povertà serpeggiano tra la popolazione e la stessa nobiltà francese, ormai in gran parte anglofila, cerca solo di ingraziarsi il nemico e di accumulare ricchezze, spadroneggiando a suo piacimento nei propri feudi. L’esercito è allo sbando e pesano cocenti sconfitte, come quella subita ad Anzicourt. Ma l’ordine divino è chiaro e non ammette compromessi: la Francia ai francesi, sotto il loro legittimo re Carlo VII, il Delfino.
Incurante dei pregiudizi e delle dicerie su di lei, Giovanna si pone in marcia, percorrendo centinaia di chilometri e raggiungendo alfine il Delfino, il legittimo erede alla corona di Francia, ma, tuttavia, debole ed incapace di imporsi ai suoi dignitari e feudatari.
All’arrivo della Pulzella, il Principe si traveste da semplice servitore, confondendosi in mezzo alla sua corte: lei, pur non avendolo mai visto, lo riconosce subito e gli s’inchina dinanzi: “Dio vi ordina di liberare la Francia”, gli dice.
Per sè chiede di poter guidare l’esercito, per cacciare gli Inglesi. Dopo essere stata esaminata da una commissione di teologi e dottori, le viene accordato quanto da lei richiesto.
Di vittoria in vittoria, gli Inglesi sono respinti e, il 17 Luglio 1429, a Reims, il Delfino è solennemente incoronato re di Francia: Giovanna siede alla sua destra sul trono. Ma già nel Settembre di quell’anno è ferita in una battaglia sotto le mura di Parigi e, solo qualche mese dopo, è catturata con l’inganno dai borgognoni, che la vendono agli Inglesi per 10.000 ducati d’oro. Carlo VII non fa nulla per liberarla, forse perché divenuta un personaggio troppo scomodo per la politica francese. Prigioniera, viene imbastito un processo contro di lei,presieduto da Pierre Cauchon, vescovo di Beauvais. le sono imputati ben 72 capi d’accusa,poi ridotti a 12. Sino all’ultimo, davanti ai suoi giudici, ripeterà semplicemente: “Dio è davanti a tutti”. E’ condannata per blasfemia, idolatria, superstizione, per aver indossato abiti maschili e, soprattutto, per aver osato affermare di parlare con Dio, senza la mediazione dell’autorità ecclesiastica.
Il 30 Maggio 1431, nella Vieux Marchè (Piazza del Mercato) di Rouen è bruciata viva, come strega. Per ordine del vescovo Cauchon, le fiamme vengono fatte appiccare più in basso, affinché tutto il popolo possa vedere, mentre muore, tutto il male che c’è in una donna. Infine, le sue ceneri vengono disperse sulla Senna.
Social Profiles