Cultura e Spiritualità
A cura di Graziella Graziano
Nel parlare della festa con cui ogni anno ad Agosto i catanesi ricordano il ritorno in patria delle venerate spoglie di Sant’Agata faccio riferimento a quella del 1882 per un fatto particolare.
Come sempre invito a parlare Antonino Cristoadoro:
18 agosto 1882 venerdì “Stamattina alle 9 ½ ant. il maestro di Cappella Carmine Bellini fratello al nostro sommo concittadino Vincenzo, consegnò nelle mani di Mons. Vicario Castro qual tesoriere del Capitolo la Croce della Legione d’Onore ottenuta in seguito al capolavoro dei Puritani da Enrico IV Re di Francia, la quale è d’oro in smalto con corona al disopra, che sarà appesa a S. Agata, lunedì, all’uscire dalla Cammarella”
Intanto seguono gli altri preparativi allo svolgimento della festa, le bande musicali, quella cittadina, la militare e quella di Linguaglossa girano per le vie e le piazze intrattenendo i cittadini, si prepara l’illuminazione delle vie principali e della ville Bellini e Pacini, “magnifica quella porta in fondo alla via V. Emanuele …. dove stanno appese n. 480 palle opache; simili palle negli alberi alla Piazza Stesicoro già Porta d’Aci, ai pilastri della Porta Uzeda, all’Amenano, alla prospettiva del Duomo dove sopra la porta di centro si è situato a gaz quel Viva S. Agata, ….” mentre “alla piazza Mazzini già S. Filippo nel centro venne eretta una fontana di parato bianco e ghirlande ove si eseguì la luce elettrica per ben due ore, con i fili situati ai lati e le pile dentro apposito tavolato come stanzino innanzi gli archi sotto al palazzo Bruca, la quale per tre sere di seguito costerà £ 900 e non incontra a nessuno per non potersi guardare offuscando la vista”.
Infine, tradizione che è stata purtroppo abbandonata, “….Alle 9 di sera venne cantato un sacro oratorio ( detto volgarmente all’antica Dialoco) … col nome di Sansone azione biblica in tre parti poesia di Mobilia, musicata dal giovane maestro Francesco Paolo Frontini d’anni 23, figlio del capomusica della banda cittadina, che il nostro Municipio ha mantenuto fuori città nel Regno d’Italia; la musica è bella e dolce, piena di sentimento, cantò la prima donna Suarez – ed il baritono Pignolosa, coro d’uomini donne, le continue battimano si fecero alla musica diretta dallo stesso Frontini ma non già alle voci”.
Il Sacro Oratorio venne cantato in piazza Università così addobbata “…. di centro all’Università si innalza magnifica macchinetta in marmi bianchi e semioscuri ricca d’architettura, e nel centro dentro un arco sta S. Agata in veste alba su nubi e dinanzi 8 candeloroni con grossi ceri dai Benedettini, l’orchestra sta al di sotto in semicerchio, e detta paratura sta illuminata a palle opache invece delle candele nel tempo del solo canto, così per tutte le sere, e sta bene; tale architettura è stata eseguita dal primo nostro paratore Mario Sciuto Patti fratello dell’ingegniere”.
Infine Lunedì 21 “alle 10 a.m. S. Agata venne uscita dalla sua sacra stanza detta Cammarella, e venne appesa la croce della Legion d’onore donata da Bellini e dopo s’innalzò sopra l’altare maggiore, l’altare parato nel suo argento. La messa musicata dal giovane catanese Carmelo Borzì, a grande orchestra situata al solito nella navata maggiore da destra entrando; popolo immenso. per osservare il vescovo Caff …. e secondo per sentire con molta aspettativa la musica del Borzì che per relazioni di maestri, non avea sentimento, mottivi Belliniani, e di stile antico, lui stesso dirigeva i professori con movimenti puerili, contando l’età di 21 anni.
Nel pomeriggio ….. alle 8 p.m. sfilò la processione, con banda del Convitto innanzi, due tamburi in abito da borghese malmesso, il Circolo di S. Agata in mediocre numero …il Seminario, il Capitolo della Collegiata e quello della Cattedrale …. in ultimo l’Arcivescovo ed il vescovo Caff. All’uscita di S. Agata dalla metropolitana, …..venne illuminata a lumi di bengala tutta la prospettiva delle basi delle colonne sino alla croce, e lungo le due gallerie da tramontana insieme alla Cupola che costò £ 400 e della durata di 8 minuti, spettacolo imponente e di novità, la piazza stava gremita di gran popolo …. e fu l’unica cosa che si ebbe di buono precedendo una lunga moschetteria; altra di quattromila bombe fu sparata alla Piazza Stesicoro domentre bruciavano grossi lumi a bengala. Alle 10½ rientro in chiesa e subito entrata in Cammarella.
Alle ore 11 ½ p.m. terminata la banda di Linguaglossa i concerti musicali alla Villa Bellini, venne sparato l’avviso per il grande artifizio di fuoco acceso alla piazza Cavour già Borgo, il quale fu magnifico per la lunga durata e colori insieme ai variati disegni, eseguito dai nostri fochisti catanesi.
Finisce così la descrizione di Cristoadoro della festa di Sant’Agata nell’agosto del 1882, sembra di assistere ad una festa dei nostri giorni, grandi luminarie e magnifici fuochi d’artificio. Ci fa sorridere il commento all’uso della luce elettrica che non solo costa molto ma non è molto gradita “per non potersi guardare offuscando la vista”.
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