ATTUALITÀ
A cura di Enzo Coniglio
Si celebra la giornata mondiale contro la tratta di essere umani, un fenomeno che dovrebbe occupare i primo posto nelle nostre conoscenze e preoccupazioni per la brutale barbarie che coinvolge pesantemente la vecchia Europa e l’Italia che non possono affatto dirsi civili e cristiani.
Se volete avere una conoscenza approfondita del fenomeno, date una lettura anche superficiale al Dossier 2016 “Piccoli schiavi invisibili – I minori vittime di tratta e sfruttamento: chi sono, da dove vengono e chi lucra su di loro” di Save the Children, l’Organizzazione dedicata dal 1919 a salvare i bambini in pericolo e a promuovere i loro diritti.
Secondo il rapporto, le vittime di schiavitù nel mondo sarebbero oltre un milione e 200mila, di cui 240.000 – il 20% – bambini e adolescenti. A questa cifra, bisogna aggiungere la maggior parte dei minori vittime di tratta, un fenomeno estremamente complesso, soprattutto in Italia, che spesso coinvolge minori stranieri non accompagnati. Tra gennaio e giugno 2016 sono arrivate in Italia con gli sbarchi, 70.222 persone di cui 11.608 minori e , di questi, 10.524 non accompagnati, contro i 4.410 del periodo precedente.
Non è superfluo ricordare che il commercio di persone costituisce nel nostro Paese la terza fonte di reddito per le organizzazioni criminali, dopo il traffico di armi e droga. Una autentica tragedia umanitaria, inqualificabile sotto tutti i parametri possibili.
Ma approfondiamo i termini di questa tragedia.
Dall’apporto di Save the Children, rileviamo una presenza significativa di ragazze nigeriane, rumene e di altri Paesi dell’Est Europa, sempre più giovani,costrette alla prostituzione su strada o in luoghi chiusi.
Nei primi sei mesi del 2016, sono state registrate 3.529 donne di nazionalità nigeriana sbarcate sulle nostre coste, la maggior parte di età compresa tra i 15 e i 17 anni, con un numero crescente di bambine di 13 anni e 814 minori non accompagnati. Un incremento del 300%. Le vittime di tratta devono prostituirsi per ripagare il loro debito allo sfruttatore che va da 20.000 a 50.000 e che aumenta progressivamente. Ribellarsi è quasi impossibile.
Le ragazze rumene rappresentano uno dei gruppi nazionali più esposti alla prostituzione forzata, con un preoccupante aumento della quota delle minori tra i 15 e i 17 anni e che spesso vengono schiavizzate anche come lavoratrici agricoli.
Sul fronte dei ragazzi, il rapporto rileva la presenza di numerosi gruppi di minori egiziani, bengalesi e albanesi, inseriti nei circuiti dello sfruttamento lavorativo e nei mercati del lavoro in nero, costretti a fornire prestazioni sessuali, spacciare droga o commettere altre attività illegali. Ad essi si aggiungono gli eritrei e somali che dopo gli barchi si rendono invisibili, divenendo facili prede degli sfruttatori.
Malgrado il fenomeno sia così diffuso, nel periodo 2013 – 2015, sono stati denunciati in Italia 464 persone e arrestate soltanto 190, di cui il 12% di cittadinanza italiana.
Di fronte ad un imbarazzante silenzio operativo, Save the Children Italia ha aggiunto alle proprie sedie operative, un nuovo servizio di “helpline” in sei lingue, dedicato ai minori migranti e che vuole essere un punto di riferimento per tutti i minori che possono trovarsi in situazioni di rischio e per tutti coloro che vogliono aiutarli.
Un particolare elogio va in questa occasione a Raffaela Milano, Direttore dei Programmi Italia-Europa di Save the Children, ai suoi collaboratori e a tutti i volontari che in Italia non si vogliono arrendere a questa barbarie e si impegnano in prima persona.
Una annotazione al margine: in queste ore, i giovani cattolici sono riuniti a Cracovia insieme a Papa Francesco. Troveranno il tempo per denunciare una tale barbarie?
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