A cura di Graziella Graziano
“Il 19 maggio 1886 inizia un’eruzione dal cratere principale, la lava avanza si sono formati 2 bracci, uno verso Nicolosi l’altro verso Belpasso, ora aumenta l’avanzata uno ora l’altro, Nicolosi è più minacciato si è sgombrato”.
Sono mesi che scarico da facebook e catalogo immagini dell’Etna, “spettacolo terribile ed affascinante” diceva mia madre sedendosi in poltrona, dietro il balcone, come se assistesse ad una prima teatrale, ed ho pensato di tornare a spulciare la “Cronaca” di Antonino Cristoadoro per ricordare alcune eruzioni dell’800.
Nel 1879 egli scrive che il 28 maggio ebbe inizio una eruzione, che minacciava Linguaglossa, “imponentissima. Il fianco Nord-Est è squarciato. La voragine eruttiva è a 1900 metri di elevazione. Abbondante lava scende a due metri per minuto. Ha percorso nove chilometri ed ha oltrepassato la strada Nazionale”. L’eruzione mobilitò sia i parlamentari “la Camera approvò il progetto dei sussidi per mezzo milione” sia l’Arcivescovo che “ha contribuito £ mille ad una soscrizione”. Sabato 7 Giugno egli annota che “in Cattedrale nella Cappella di S. Agata per tre giorni è stata esposta la reliquia e molte persone devote hanno pregato per la cessazione del fuoco. Innanzi la cancellata si è posta una cassetta per i danneggiati dell’Etna”. Il bollettino dell’8 Giugno comunica che l’eruzione è totalmente cessata.
Nel 1883 c’è gran fermento nei paesi dell’Etna “per l’eruzione della stessa prima e i continui terremoti che hanno scosso detti paesi per i movimenti di assestamento dell’Etna che ha portato uno stato di continuo terrore e che ha distrutto molte case”.
Il 19 maggio 1886 inizia un’eruzione dal cratere principale, “la lava avanza si sono formati 2 bracci, uno verso Nicolosi l’altro verso Belpasso, ora aumenta l’avanzata uno ora l’altro, Nicolosi è più minacciato si è sgombrato”. Viene chiesto a Cataniail Velo di S. Agata per fermare la lava. Ecco cosa scrive il cronista il 30 maggio, la lava “dista da Nicolosi 480 metri. Processioni sono state fatte a Catania con l’Immacolata, San Vito, ………. Nicolosi viene sgombrata, si temono gli scoppi delle cisterne, per convinzione del card. Dusmet il popolino lascia il paese, a braccia vengono usciti i santi protettori Gesù Crocifisso, Cristo alla Colonna, Immacolata, Madonna delle grazie, ………..”.
Oltre alle notizie attinte dalla “Cronaca” riporto un brano estrapolato da un articolo di Federico De Roberto, pubblicato sul giornale L’Illustrazione Italiana del 27 giugno 1886 “al declinare del sole si lascia Nicolosi per cominciare l’ascensione, a misura che ci si avvicina al centro eruttivo spesseggiano i boati cupi, profondi, prolungati, come per una imperversante tempesta. Cade la pioggia ma è tiepida arena, e incalza sempre più, si frammischia al lapillo. A notte già fatta sull’alture del monte Albano lo spettacolo dell’eruzione ci si presenta ad un tratto dinanzi. Di una dozzina di bocche apertesi in principio se n’è formata ora una sola, enorme, intorno alla quale le sabbie, il lapillo, le scorie, le bombe, i detriti di ogni sorta slanciati a grandi altezze, fino a seicento metri, hanno formato, ricascando, un monte conico, alto circa duecento metri e ogni giorno più ingrossante”.
Nel luglio del 1892 Cristoadoro ci informa di una nuova e lunga eruzione “le fiamme durante la serata atterriscono” visibili dalla villa Bellini. Il 30 agosto dal Circolo Artistico viene organizzata una serata “a beneficio dei danneggiati dell’Etna. Introito netto £ 1093,80”. Il 4 ottobreci dice che “sono ancora in attività le due bocche che danno le lave di levante e di ponente”. L’eruzione si esaurirà alla fine di Dicembre dopo ben 173 giorni e darà luogo alla formazione dei monti Silvestri.
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