Circolo Bohémien
A cura di Redazione Bohémien
È stato presentato, ieri sera, nel salone Costarelli di Acireale, il nuovo libro di Rosalda Schillaci “Diario sotto vento” certe tempeste incerti angoli di vita, Algra editore.
Organizzato dal Circolo Bohémien e dall’Associazione Costarelli, l’evento è stato molto seguito dal pubblico intervenuto.
Presenti, tra gli altri, l’Editore Alfio Grasso, l’autrice e la relatrice Maria Cristina Torrisi.
“Rosalda Schillaci- ha spiegato la Torrisi- consegna al lettore un libro Rivelazione – Rinascita, intriso di memorie, stati d’animo, spiritualità e forza interiore. Si tratta di un libro composto in maniera particolare, grazie al dedalo di parole che ci riporta ad un linguaggio antico, abilmente concepito ed eseguito, geniale, attraverso il quale si racconta “l’evoluzione di un’anima”. In questo percorso,- ha continuato la relatrice- gli albori della narrazione si hanno con i 7 tratti- utilizzati sapientemente dalla scrittrice- (come si trattassero dei 7 giorni della settimana, chiamati a rappresentare simbolicamente un’intera vita che, dalle origini, si racconta sino ai giorni nostri), che delineano una porzione di esistenza, un segmento di un tutto unitario, attraverso “il segno lasciato” che ha funzione di mettere “ordine nel caos umano”. Un ordine che ha il compito di giungere al traguardo della vittoria, dopo le sofferenze patite. E’, come già asserito, l’evoluzione di un’ anima. Un’anima che, smarrita nel buio e in un labirinto di nuvole, alla ricerca di sé, ci inviterà a sperare.
Giunti al settimo tratto, vi sono i 12 passi (metaforicamente si potrebbe pensare ai 12 mesi dell’anno, quindi ad un percorso della durata simbolica di un anno) che si possono battezzare come i passi della memoria. Attraverso di essi, la scrittrice si rivela al suo lettore, interamente e con nuovo coraggio; i passi accennati nelle prime pagine prendono forma, animo, consistenza così che ella dà libero sfogo alla sua anima, raccontando di sé e dei ricordi più intimi, per scoprirsi più in là deserto pieno di vita, granello con cui gioca il vento. Vi è una pagina in cui si evince una grande sofferenza ma pure la forza per giungere al traguardo della vittoria. I passi rappresentano il suo diario, un altro cammino, una nuova consapevolezza che porterà ad un nuovo tratto, dove tutto si mette in moto all’improvviso. All’interno di queste pagine, troviamo la prosa, la poesia e, aggiungerei, la preghiera. Quest’ultima dà ali a Rosalda per volare, per estraniarsi dal mondo circostante e compiere un viaggio interiore. In un certo senso è come se la scrittrice uscisse dal suo corpo mortale per osservare con i soli occhi dell’anima. Attraverso di essi, osserva il mondo esterrefatta, il dolore, l’indifferenza umana, osserva il palcoscenico della vita, con le maschere e le ipocrisie; sbircia sulle anime. Ed ecco nascere i concetti che riportano alla condizione umana e ai quesiti esistenziali appartenenti all’essere umano. Da lì la ricerca della verità e di quell’IO, non contaminato dal mondo. Credo che Rosalda abbia scritto questo libro perché realmente ispirata, per rivelare una verità sconosciuta a quanti sono troppo votati alla materia e acquisire una nuova conoscenza, la consapevolezza che l’esistenza è dentro e fuori di sé. Così che ella comprende che nella bellezza risiede la salvezza, così come nella poesia risiede la verità.
Insistere per esistere…
Quindi, mi chiedo, la condizione per garantirsi la vita è quella di non rassegnarsi?
Insistere, insistere sempre, per assicurarsi l’esistenza?
La penna di Rosalda è di nobile bellezza, di raffinata eleganza, poiché i suoi pensieri, sia in poesia sia in prosa, anelano al trascendente.
E se da prima, ella si sente estranea al proprio corpo,
Nei miei occhi troverete
Risate mute tra baci,
pazienza di donne tra sbarre di tormenti…
nel nuovo percorso, la scrittrice riesce ad appropriarsi nuovamente di esso, ritrovandolo amico, come quando era felice, da bambina, nel focolare domestico. Quindi, se da prima il dualismo esistente risulta essere una netta contrapposizione, poi sarà esso stesso a permettere di sposare le opposizioni, attraverso la speranza, poiché occorre ritrovare la luce della propria luna…
Non sia vana la sospirosa primavera
se dolcezza delicata di fresie, di gerani,
toglie singhiozzo a pioggia,
il fango ai prati stanchi.
Rintocca, dilaga lieta la campana
sciogliendo lacci agli allegri girasoli
su danze di ciliegie a fior di labbra”.
Social Profiles