CIRCOLO BOHEMIEN
A cura di Giusy Pagano
“Breviario Siciliano – Parole, pensieri e paradossi popolari”, Algra Editore, è l’ultimo lavoro di Giuseppe Firrincieli (Preside della Facoltà di Sociologia e Scienze della Comunicazione, presso la Uni San Raffaele di Zugo (Svizzera), libero docente di Tecniche della Comunicazione Pubblica e Marketing), presentato questo pomeriggio nella saletta del Cafè Garibaldi di Acireale, nell’ambito delle attività culturali del Circolo Bohémien, vetrina dell’Associazione d’Arte e Cultura “Nuove Edizioni Bohémien”.
Presente l’attore professionista Miko Magistro, attualmente impegnato con Tuccio Musumeci al teatro Vitaliano Brancati di Catania.
Riguardo al volume, <<si tratta di una attenta analisi al “sistema di comunicazione” appartenente al popolo siciliano – ha spiegato Maria Cristina Torrisi -, tanto che l’autore tiene a precisare che il libro si divide in due parti: nella prima sono inseriti battute e modi di comunicare; nella seconda gli aspetti della comunicazione posturale, i paradossi legati ai mestieri, professioni e caratteri, con nomi e cognomi reali. All’interno del volume, inoltre, si trovano proverbi siciliani tramandati nei secoli e tradotti in latino maccheronico, per giungere a veri e propri fenomeni patologici della comunicazione>>.
Ottavio Cappellani, nella sua prefazione al testo, scrive che il volume si può intendere in molti modi: ad esempio come un tentativo di dizionario italiano-siciliano, dato che l’autore pone l’attenzione al “siciliano” come lingua e non come dialetto.
Già dalla prima pagina, il Firrincieli colpisce per il suo humor nell’adottare uno stile che è d’attrazione per il lettore, un foglio informativo che al contempo funge da invito per addentrarsi bene nel contesto descritto.
“Legga attentamente queste pagine prima di fare uso del Breviario Siciliano, perché contiene importanti informazioni per Lei”. Si evince di come il Firrincieli conosca bene “l’arte della comunicazione”.
L’attento ed amorevole sguardo alla Sicilia fa sì che l’autore si affidi ad una poesia meravigliosa di un anonimo per presentare l’Isola. Poi passa ai Siciliani e addirittura cita Cicerone per definirlo un popolo intelligente, sospettoso, pieno di qualità, come lo spirito d’ordine, di economia, di amore per il lavoro…
Ciò che colpisce è lo studio nel saper descrivere autenticamente il siciliano: il senso d’identità e l’orgoglio di appartenere alla sua terra, la gelosia e il senso d’ospitalità che per indole lo caratterizzano. Si punta inoltre a sottolineare le differenze tra una zona e l’altra della Sicilia che si concretizzano nei termini e negli idiomi. Ci si sofferma sulle parole: il siciliano ama parlare poco e adotta un impianto relazionale sintetico poiché legato al segno, al segnale, alla comunicazione visiva.
Attraverso uno stile fruibile, l’autore fa immergere piacevolmente il lettore dentro un contesto arricchito di vocaboli “tutti nostri”. Riporta le parole più famose al mondo, gli omonimi, sino a completare con la comunicazione posturale “le mani, gli occhi, il volto, nei siciliani, rafforzano la comunicazione, mediante i gesti, i movimenti del volto… Postura e portamento possono essere considerati un vero e proprio modi di esprimersi, in quanto trasmettono una determinata immagine della persona, il suo stile, la sua vitalità…”
Il viaggio attraverso il breviario siciliano si completa con le tecniche della persuasione, il pensiero antitetico, la voce della comunicazione, la sua esercitazione, i paradossi, i proverbi siciliani ed i fenomeni patologici della comunicazione.
Si ringrazia il Cafè Garibaldi per la gentile collaborazione
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