Recensioni ed Eventi
A cura di Sara D’Angelo
Cime tempestose è il romanzo di letteratura inglese per eccellenza. L’ opera unica di Emily Bronte fu scritta in meno di un anno, tra l’ottobre 1845 e il giugno 1846.
Wuthering Heights, Gimmerton e Thrushcross Grange sono i tre scenari in cui si dipana la storia che la stessa brughiera inglese pare raccontarci.
Il romanzo si offre ai lettori con il racconto di una affettuosa governante, Ellen Dean, che per trent’anni ha servito sia gli Earnshow, proprietari di Wuthering Heights che i Lindon, ricchissimi abitanti di Thrushcross Grange.
Ellen racconta al signor Lockwood, il nuovo affittuario di Thrushcross Grange, la storia di vita e di morte di Heathcliff e Catherine. Nelly Dean è la testimone superstite della storia che si appresta a raccontare al signor Lockwood, ripercorrendo il suo lungo viaggio di parole fin dall’inizio della vicenda, trent’anni prima.
Mr. Earnshow, proprietario di Wuthering Heights, al ritorno di uno dei suoi viaggi a Liverpool si presenta a casa con uno strano pacchetto nascosto sotto il cappotto. Si tratta di un bambino, uno zingaro o forse un orfano, un trovatello dalla pelle scura e dal temperamento decisamente irascibile. Mr. Earnshow presenta il piccolo Heathcliff, questo è il nome che gli ha dato, ai suoi due figli, Hindley e Catherine, ma i due ragazzi non sembrano accettare con entusiasmo l’arrivo in casa del nuovo “fratello”.
Fin da subito Hindley si mostra ostile e duro nei confronti di Heathcliff, tanto che il buon vecchio Earnshow è costretto ad allontanare da casa il figlio, relegandolo in un collegio.
Catherine è una bambina capricciosa, molto vivace, ambiziosa e particolarmente esuberante.
Crescendo sviluppa una personalità che non ammette alcun tipo di sottomissione. È ostinata, indipendente, il suo non è un carattere facile.
Catherine è bellissima.
Al suo ingresso in cielo “nessun angelo del Paradiso appariva bello quanto lei”.
Dopo la morte del signor Earnshow, Hindley torna a casa con una moglie, Frances, non ha mai dimenticato il suo nemico Heathcliff. Il giovane Hindley è assetato di vendetta e con la più crudele arroganza costringe Heathcliff a fare i lavori più umili fino a ridurlo suo servo.
Ma Heathcliff non è più solo.
La complicità con Catherine è un disegno del cielo destinato a non farsi sbiadire nemmeno dalla morte. I due ragazzi diventano inseparabili, trascorrono molto tempo insieme in mezzo alla fredda e grigia brughiera.
La primitiva amicizia che li ha accompagnati findalla loro tenera età si trasforma nel più nobile dei sentimenti.
Nasce l’amore.
Heathcliff e Catherine non temono niente e nessuno, la brughiera inglese diventa il loro castello incantato, un’oasi in cui rifugiarsi a tutte le ore del giorno. Sono innamorati. Sono complici. Sono identici.
In una delle loro passeggiate Catherine viene morsa da un cane impegnato a difendere i confini della ricca proprietà di Thrushcross Grange, ed è proprio questo incidente che le permette di fare la conoscenza del giovane Edgar, il primogenito della ricca e nobile famiglia Lindon.
Tanto gentile, educato, istruito è Edgar Linton, quanto rozzo, ignorante è Heathcliff.
Catherine è ospite per qualche mese dai Lindon dove conclude la sua convalescenza. Le premurose attenzioni di Edgar la turbano non poco fino a quando al suo rientro a casa, Catherine è un’altra donna. Il lusso, le feste e i modi delicati di Edgar la inducono a diventare sua moglie,
sebbene Heathcliff continua a tormentare ogni suo pensiero.
Catherine sussurra un’intima confessione alla sua domestica senza accorgersi che lui la sta spiando. Subito dopo aver ascoltato le prime parole della confessione Heathcliff cede alla sua ira e fugge via. Nel momento in cui Catherine confessa a Ellen il suo amore per Heathcliff, lui è già lontano.
“Il mio amore per Linton è come il fogliame nei boschi: il tempo lo cambierà, ne sono consapevole, come l’inverno cambia gli alberi. Il mio amore per Heathcliff somiglia alle rocce eterne che stanno sotto quegli alberi: una fonte di piacere ben poco visibile, ma necessaria. Nelly, io sono Heathcliff! Lui è sempre sempre, sempre nella mia mente: non come una gioia, non più di quanto io lo sia per me stessa, ma come il mio stesso essere. Quindi non parlare più di separazione: non è possibile.”
Heathcliff è roso dalla gelosia, il suo furore lo porta lontano da Wuthering Heigths e da quel momento di lui non si hanno più notizie.
Ricompare all’improvviso tre anni dopo, ma l’uomo che Catherine si trova davanti non è lo stesso Heathcliff che ha conosciuto. Adesso è un uomo ricco, bello, istruito e più che mai assetato di vendetta. Catherine lo ha umiliato, tradito, ha consegnato con leggerezza la sua felicità allo sciocco Edgar, adesso Catherine è più che mai la sua ossessione.
Heathcliff sposa Isabella, la sorella di Edgar. No, il suo non è un atto d’amore ma di vendetta. Heathcliff odia Isabella e riversa in lei tutto il suo rancore.
La gelosia annulla il corpo di Catherine che, provato da così tanto dolore, cede alla malattia mentale, fino a spegnerlo dopo un lungo tempo di struggimenti e patimenti dell’anima.
“Il mio grande assillo nella vita è LUI. Se ogni altro essere umano perisse e LUI sopravvivesse, io continuerei a esistere; e se ogni altra persona restasse a questo mondo e LUI dovesse essere annientato, l’Universo si trasformerebbe in qualcosa di terribilmente estraneo. Mi sembrerebbe di non farne più parte.”
Heathcliff inizia a vivere il resto dei suoi giorni strettamente penetrato nella morte di Catherine. Il suo obiettivo è distruggere. Distruggere la famiglia che lo ha accolto, annientare Edgar Linton che lo ha derubato della sua Catherine, schiacciare perfino con la violenza fisica chi si oppone al suo malvagio disegno di vendetta.
“Ora dimmi come hai potuto essere così crudele con me, crudele e falsa. Perché mi disprezzasti? Perché ingannasti il tuo stesso cuore, Cathy? Non mi viene una sola parola di conforto. Tu meriti questo. Ti sei uccisa da sola. Sì, puoi baciarmi, e piangere; e strapparmi baci e lacrime; essi saranno la tua rovina… la tua dannazione. Tu mi amavi; che diritto avevi di lasciarmi? Che diritto? Rispondimi. Lasciarmi per quel misero capriccio che ti prese per Linton? Giacché né la miseria, né la degradazione, o la morte, né qualunque pena che Dio o Satana potessero infliggere, avrebbero potuto separarci, tu lo facesti di tua volontà. Non ho infranto il tuo cuore, tu l’hai infranto; e nell’infrangerlo, hai spezzato il mio. Tanto peggio per me che sono forte. Se voglio vivere? Che vita sarà quando tu… oh, Dio! Piacerebbe a te vivere con la tua anima nella tomba?”
Heathcliff è un uomo crudele, non lo quieta la morte di Catherine, Heathcliff è il demone dell’oppressione.
Wuthering Heitghs è un romanzo vittoriano che poco ha a che fare con i suoi simili. La storia d’amore tra Heathcliff e Catherine fa da sfondo a sentimenti crudeli come l’odio, la follia, il rancore, la vendetta.
Emily Bronte ci tiene a sottolineare i tratti psichici dei suoi protagonisti. Heathcliff è il personaggio più amato del romanzo sebbene sia da fuggire come la peste. È un uomo diabolico ma il suo peggior nemico è sè stesso. Trova la quiete soltanto nel volto di Catherine, con lei è il più tenero degli innamorati, tanto sensibile e romantico da far invidia perfino al carattere pallido di Edgar Linton.
Heathcliff e Catherine, tanto simili, tanto opposti, le loro anime sono state plasmate dalla brughiera selvaggia e tempestosa, tra quei tortuosi sentieri si odieranno e si ameranno per l’eternità. Credo che questo sia l’unico romanzo in cui l’addio terreno dei due protagonisti non coincide con la loro morte effettiva. Heathcliff e Catherine sono immortali, la loro passione sarà eternamente pulsante, una fedele imitazione del vento gelido che soffia sulle verdi langhe inglesi.
La brughiera assorbirà i loro spiriti erranti e i deliri del loro amore si confonderanno con il fruscio dell’erica.
Social Profiles