Recensioni ed Eventi
A cura di Antonino Leotta
Ha già preso il via l’organizzazione della seconda edizione del Festival del Teatro Scolastico “Chi è di scena?”. L’equipe del Comune di Acireale, coadiuvata da un gruppo di cultori e amatori del teatro e sotto l’attenta guida dell’Assessore Adele D’Anna, ha tracciato le linee guida per l’evento del prossimo maggio. E’ già stato reso noto, infatti, il “Disciplinare del Concorso” che ha raggiunto le Scuole secondarie di primo e secondo grado della Regione Siciliana.
Le richieste di adesione dovranno pervenire – entro il 31 gennaio 2017- all’indirizzo teatroscena@comune.acireale.ct.it, accompagnate da una scheda predisposta che descriva la tipologia dello spettacolo e altre notizie che lo riguardano.
Una apposita giuria per ogni grado di istruzione assegnerà tre premi ad ogni categoria interessata e potrà conferire varie “menzioni speciali”.
Nella premessa del “Disciplinare”, già pubblicato sul sito del Comune di Acireale, viene precisato che “l’iniziativa si propone di valorizzare l’espressività e le competenze degli studenti e di ampliare l’attrattività del nostro territorio”.
Da sempre gli alunni sono stati educati alla “recitazione”. Inizialmente, ci si fermava a piccole gare di classe o di istituto che vedevano gli alunni impegnati in recite di poesie del programma scolastico. Non sono mancate, tuttavia, alcune rappresentazioni in occasione di festività particolari anche con testi ideati da qualche insegnante. Permettetemi di citare, per memoria storica, la sintomatica recita riportata nel film del 1950 “Domani è troppo tardi”. In quel periodo suscitò un certo interesse quella vicenda che si svolgeva in una scuola media e che, a partire da una recita di Istituto, diede l’opportunità -allora molto azzardata- di affrontare specifici problemi dell’adolescenza. In seguito -ormai da decenni- il “Teatro” è entrato con autorevolezza nelle attività scolastiche contribuendo notevolmente alle finalità educative.
In una attività teatrale a scuola, senza dubbio, i ragazzi iniziano un approccio con un testo. Che subito fanno proprio. Che elaborano caricandolo delle proprie emozioni. Provando ad esprimerlo, poi, con la forza delle loro convinzioni. Perché esprimersi è un diritto più che un desiderio di tutti. E, in questo segreto evolversi di una vicenda-tipo che viene vissuta, si sprigiona la capacità espressiva di un giovane attore o di una giovane attrice che lasciano scoprire una certa versatilità o, persino, una certa “competenza”. Aspetti che sorprendono senz’altro ogni spettatore.
E quando, talvolta, il testo o la sceneggiatura vengono costruiti, elaborati o adattati nello stesso contesto scolastico, la scuola si eleva per la preziosità dell’impegno. Perché, proprio in queste occasioni, la scuola può diventare scuola di vita. Coinvolgendo tutte le capacità esistenziali dell’alunno, orientandole verso nuove convinzioni che danno un senso alla vita. Un testo che nasce in classe, infatti, è una opportunità che offre una grande speranza per il futuro di una nuova generazione: scegliere di far propri dei contenuti, dei valori, degli obiettivi, delle mete. Costruirne i testi intrecciandoli in una trama. Impegnandosi a proporli con l’impiego delle proprie doti e qualità.
Questa rassegna teatrale “Chi è di scena?” riesce, inoltre, a dare la possibilità ai partecipanti di confrontarsi con altri alunni provenienti da ambienti diversi e, soprattutto, di esibirsi dinanzi a una platea più vasta. Sottoponendosi anche al giudizio critico di una giuria esterna alla scuola.
La seconda finalità tracciata nel “Disciplinare” punta su un beneficio concreto per il nostro territorio. E qui si unisce al lavoro della Pubblica Istruzione e del Servizio “Diritto allo studio”, l’attività del Settore Cultura e Turismo sostenuta dai progetti e dall’entusiasmo del giovane Assessore Antonio Coniglio. Uno sviluppo in questo ambito si fonda sulla valenza culturale di un territorio. E la dinamica della scuola entra a pieno titolo in quella ampia formazione culturale che non può assolutamente fermarsi ai programmi strettamente scolastici, ma esige anche l’abbraccio con il vasto mondo del teatro. Soprattutto con la ricchezza dei testi, ma anche con l’esperienza di quella finzione teatrale che si nutre della profonda realtà del quotidiano e ne coglie l’essenza.
Sono convinto che un territorio che adotta l’amore per il teatro tende ad ampliare la capacità di attrarre nell’ambito di una qualificazione turistico-culturale. Perché offre un volto e un’anima necessari per trasmettere i tesori di saggezza, di tradizioni, di usanze, di costumi, di riti. Motivandoli, nel mostrarli come tessuto vitale di diffusione del pensiero e del vigore espressivo. A tal riguardo, ci offrono una lezione immediata le rappresentazioni dell’antico teatro greco a Siracusa e le opere de nostri conterranei quali Verga, Pirandello, Sciascia, Martoglio, Camilleri.
Mi auguro che alunni e insegnanti, accompagnati da genitori e amici, attraverso l’espressione teatrale, torneranno a portare nel nostro territorio una nuova ondata di umanità, di arte, di cultura, di reciprocità. Che ci aiuteranno a riscoprire i valori racchiusi nella nostra persona e i beni preziosi che possono scaturire da una più ampia condivisione.
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