

A cura di M.C.T.
“Il Santo dei poveri”, Patrono d’Italia, nacque ad Assisi nel 1182 e morì nel 1226. Venne canonizzato nel 1228 da Papa Gregorio IX.
Il padre era un ricco mercante di stoffe e si chiamava Giovanni Francesco Bernardone.
Francesco era come un giovane benestante dei nostri giorni, colto e dedito ad una vita mondana e spensierata, sino a quando, dopo aver partecipato alla guerra contro Perugia, ammalatosi e rimasto in prigione per più di un anno, meditando le parole del Vangelo, cambiò radicalmente stile di vita.
Nell’anno 1205 fece ritorno nella sua Città e si dedicò agli ammalati e, dopo aver visto in visione San Damiano che gli diceva di restaurare la sua chiesa, al rifacimento di costruzioni ormai in rovina che erano state meta di culto...
Leggi tuttoA cura di Filippo Morina
Quartiere arabo “Rocche” di Agira
Questa mattina 1 agosto, i miei, caramente, mi fanno gli auguri. E’ il mio compleanno , ma sento dentro di me che manca qualcosa del mio passato.
Graziella mi ha detto che andiamo a visitare “Le Rocche” .
Ciò mi fa molto piacere in quanto è una parte di Agira a me sconosciuta. Sono reduce da un incidente in montagna e camminare mi pesa. Ma l’idea di scoprire queste “Rocche” mi fa dimenticare tutto.
Si parte alle 18 con degli amici.
Questa volta non porto la macchina io, ma un amico.
Con la sua guida calma e tranquilla mi fa assaporare il paesaggio che di solito guardo ma non vedo.
Ad Agira incontriamo altri amici che si uniscono a noi.
Andiamo alla chiesa di San Pietro.
Del gruppo sono il primo in quanto ho una forte ...
Leggi tuttoA cura di Graziella Graziano
Rileggendo il bando per il Premio di Arte e Poesia Regionale “Bohémien” il mio pensiero è andato ad un poeta nato nel 1888 ad Agira e morto a Massapequa Park ( New York) nel 1981. Egli dopo la laurea in Medicina e la specializzazione in Pediatria, nel 1922 partì per gli Stati Uniti, stabilendosi a New York, dove esercitò la professione medica, non dimenticando mai i suoi antichi amori, Agira e la Poesia.
Nella sua prima raccolta Primintiu, pubblicata nel 1908, nella dedica ad Agira è presente nel subconscio il suo destino di emigrante, anche se privilegiato:
A lu paisi miu, a S. Fulippu,
sti frutti primintii iù cci offirisciu,
pri quantu lu mè pedi ‘un ci fa lippu,
e forsi li me’ jorna ‘un ci finisciu;
Emilio Morina fu un itali...
Leggi tuttoA cura di Biagio Finocchiaro
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