
Attualità
A cura di Antonino Leotta
Ho visto un bambino spingere indisturbato il suo passeggino al centro del Corso Umberto. Guardava dritto avanti e procedeva a ritmo sostenuto. Consapevole che nessuno osava fermarlo.
Non è una scena artefatta, un montaggio pilotato. Né un prologo di una vuota retorica. E’ sano realismo. E’ anteprima di una presa di possesso di un luogo di appartenenza. Di una proprietà indivisa e indivisibile. Ma dovuta. Dovuta ai figli da genitori che hanno abbandonato al caos un centro carico di storia. Che non si sono accorti come il salotto della loro casa fosse stato invaso da un’orda di barbari. Gente che, da dove passa non lascia più circolare l’aria, non lascia più crescere la bontà della convivenza.
Mi pare che di questo ne abbia preso coscienz...
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