CATANIA, PRESENTATO IL LIBRO DEDICATO A RINO NICOLOSI, IL PRESIDENTE “VISIONARIO”

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RECENSIONI ED EVENTI

A cura di Maria Cristina Torrisi

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“Un Presidente visionario, Rino Nicolosi un siciliano che guardava oltre”. È il titolo del libro di Giovanni Burtone presentato ieri sera a Catania, presso il Palazzo della Regione ex ESA.

Intervenuti per esporre il libro, insieme all’autore, Pierluigi Castagnetti, Presidente dell’Associazione “I Popolari”, e Antonello Piraneo, Direttore Responsabile de “La Sicilia”.

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Il lavoro di Burtone è un omaggio al Presidente Rino Nicolosi, in occasione del 26° anniversario dalla sua scomparsa.

Attraverso preziose pagine, in cui sono stati riportati solo le dichiarazioni programmatiche dei governi da lui presieduti, rivive la figura carismatica e di grandissimo valore umano e politico che ha rappresentato la nostra Regione Siciliana a vari livelli istituzionali.

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“Quando sono rientrato in Assemblea Regionale, nel novembre del 2022 – ha  affermato Giovanni Burtone -, ho sentito il forte bisogno di recuperare parte dei suoi interventi. E non si tratta certo di una operazione nostalgia. Lui parlava a braccio, non aveva tracce prestabilite, possedeva una velocità di pensiero e di elaborazione che non aveva eguali e questo lo rendeva unico nel suo modo di interagire con l’istituzione che rappresentava. Così ho deciso di pubblicare il libro”.

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Nel lavoro di Giovanni Burtone, argomentazioni di straordinaria attualità che hanno reso Rino Nicolosi quel Presidente “visionario” che la Sicilia ha avuto. A tal proposito, il compito dell’autore è stato quello di dare testimonianza del “pensiero” di Nicolosi e dei suoi progetti: dallo sviluppo della nostra Regione, al principio realmente autonomista; dal ruolo nel Mediterraneo alla coesione territoriale e sociale.

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“Non si avvertiva il bisogno di assecondare gli istinti dell’opinione pubblica ma, al contrario, vi era la volontà di lavorare per indirizzare – ha ancora spiegato Giovanni Burtone -. E’ su questo che si è caratterizzata la sua leadership. Ed è quel valore aggiunto che oggi manca, guardando l’attualità di una Regione che arranca, che è ai margini del dibattito nazionale, e che soffre per lo spopolamento, per l’indebolimento delle sue infrastrutture sociali, per il poco peso politico che abbiamo nell’interlocuzione con il Governo centrale”.

Rino Nicolosi è stato ricordato anche nella dimensione comparativa di una politica diversa, non in chiave nostalgica ma di recupero del principio della partecipazione e dell’appartenenza ad un patrimonio valoriale e di rispetto per le istituzioni.

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Nella sua intervista, sono state toccanti le parole di Giovanni Burtone il quale ha inoltre affermato: “Nicolosi è stato un Presidente straordinario, che ha messo le basi per una Sicilia diversa. Noi dobbiamo raccogliere tutto ciò che lui aveva seminato e determinato con la sua azione. La politica oggi è troppo presa dall’apparenza e non dalla realizzazione concreta. Nicolosi ci ha insegnato che bisogna lavorare cercando di portare a compimento la soluzione di un problema. La sua visione è andata oltre ai confini della nostra Sicilia. Al centro della sua politica, nella Democrazia Cristiana, c’era l’impegno per il Mezzogiorno. Ma non è da sottovalutare l’aspetto relativo alla sua politica estera. In un particolare momento storico, concordando con il Ministero degli Esteri delle iniziative, portò a termine la liberazione di alcuni pescatori che erano stati incarcerati perché andati oltre i confini delle acque internazionali, nelle acque libiche. E allora, Rino Nicolosi, convinse Gheddafi non solo a fare un atto umanitario importante ma, soprattutto, ad iniziare un rapporto che avesse come riferimento la politica della pace e la politica dello sviluppo economico delle aree che sono attorno al Mediterraneo”.

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In merito al termine “visionario” attribuito a Rino Nicolosi, Pierluigi Castagnetti ne ha voluto chiarire il concetto:  “Le cose che faceva in Sicilia – ha affermato – le faceva perché aveva questa “visione”. Nel senso che aveva in mente che bisognava cambiare “il quadro”. Perché ciò che è uscito dal secondo dopoguerra aveva esaurito la sua potenzialità. Il centrismo dei primi anni del dopoguerra non poteva governare il cambiamento perché, per definizione, esso rappresentava una stagione politica di ripristino di certi equilibri e bisognava invece pensare ed inventare equilibri nuovi. Non a caso, questo processo di rinnovamento avrà delle vittime, pensiamo a Moro”.
Considerato un politico di caratura nazionale, che non si esibiva, poiché non era un narcisista, e non cercava l’intervista sul giornale o sulla rete televisiva nazionale, Rino Nicolosi aveva una concezione di partecipazione attiva.

“I suoi pensieri- ha ancora affermato Castagnetti- li voleva confrontare con gli altri e verificare se avevano una validità, una percorribilità, una realizzabilità. Sono caratteristiche che non tutti i grandi politici hanno. Lui non pensava assolutamente al presidenzialismo. Aveva un’idea della politica come luogo del coinvolgimento, non come luogo “del governo solitario”. In questo senso, era a mio avviso un uomo che coniugava la tradizione con l’innovazione, il punto di partenza con il punto che si pensava potesse essere il punto di arrivo”.

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Una testimonianza carica di speranza per il futuro è stata quella del Deputato Regionale del PD Tiziano Spada, il quale ha così dichiarato: “Rino Nicolosi era un Presidente che ha inciso non solo nella politica della nostra Regione ma anche in quell’azione amministrativa che ha portato allo sviluppo e al “risorgimento” del territorio. Oggi non possiamo permetterci di dimenticare quella storia che consegna alle nuove generazioni la possibilità di poter immaginare che qualcosa per la Sicilia si può fare e che bisogna fare”.