“Ai giovani non venivano offerti solo contributi in denaro, ma veniva data loro la possibilità di esibirsi presso i Circoli, i saloni delle case patrizie, i teatri o la sala Comunale di Catania.”
Continuando a spulciare le pagine della “Cronaca” di Cristoadoro ho trovato molte notizie, ma ne citerò solo alcune, relative ad iniziative delle Autorità o di semplici cittadini per aiutare giovani artisti catanesi a perfezionare gli studi. Nell’ottobre del 1878 c’è una disposizione del Consiglio Comunale di prolungare “il mantenimento di altri secondi tre anni a Salvatore Malerba Gambino per lo studio della musica in Napoli nello stipendio di £ 3 al giorno”, che verrà rinnovata nel 1881, mentre nel 1883 gli sarà accordato un contributo di 1500 lire “per una volta per mettere in iscena un suo spartito alla Scala di Milano”. Nel 1887 Malerba Gambino scriverà “un centinaio di endecasillabi traendo partito dal trasporto delle ceneri di Rossini, che ebbero luogo nel corso del presente anno, dedicati a Giovanni Bovio”.
Sempre nel Consiglio Comunale del 1878 viene deliberato anche un “sussidio a F. P. Frontini per suo spartito al teatro di Napoli, …. un sussidio per solita pensione ad A. Borzì per altri due anni per completare i suoi studi musicali a Napoli ed a F. Albergo per mantenersi in Napoli al R. Istituto di Belle Arti”.
Ma i giovani aiutati non sono irriconoscenti, per esempio Borzì regala “la Messa di gloria che venne eseguita al Duomo nella festa di S. Agata” il 21 agosto 1882, mentre il 14 giugno 1885 “nel giorno del Corpus Domini la musica cittadina eseguì al momento della benedizione una suonata ben differente dalla Marcia reale, composta dal maestro Frontini, per mandato della nostra Curia giusto il prescritto della S. Congregazione di Roma”.
Ma il mecenatismo dei signori catanesi si rivolge a chiunque abbia voglia di investire in arte e cultura. Per esempio, nel “1886 la nuova banda musicale col nome di Bellini, formata dal maestro Antonino Borzì ( padre del giovane che abbiamo citato precedentemente) abbassò per la via Stesicoro – Etnea e girò per le vie principali della città accompagnata da un popolo minuto … riposò sotto al palazzo del cav. Antonino Ferrarotto che è stato un di coloro che à somministrato protezione ed a sue spese fece le borse per tutti 32 giovani musicanti; … riposò nel Gabinetto di Lettura sotto al Palazzo prefettizio ne suonò la Marcia reale, indi si portò dall’Arcivescovo e poi dal baronello Giovannino Calì che a sue spese donò tamburo e grancassa, finalmente riposò nella piazza del Duomo … poscia proseguì il giro per l’altre vie ed alle 2 p.m. si ritirò … L’uniforme è di cavalleria”.
Ai giovani non venivano offerti solo contributi in denaro, ma veniva data loro la possibilità di esibirsi presso i Circoli, i saloni delle case patrizie, i teatri o la sala Comunale di Catania.
Per esempio nel marzo del 1882, in occasione dell’arrivo a Messina di Garibaldi, in attesa del suo passaggio da Catania nella “sala del Circolo degli operai il violinista Domenico Marescalchi diede un concerto di vari pezzi di spartiti, accompagnato dal maestro pianista di concerto Lorenzo Trovato”.
Oppure nel dicembre 1890 “al teatro Nazionale serata musicale data dai due rinomati artisti Lo Verde, De Angelis e Trabucco; vi presero parte Verdura, Allegra, De Geronimo e Indisa per i mandolini, il prof. Ruggero per il violoncello, il Lo Verde per il pianoforte; Trabucco valente per canto. Teatro affollato per la presenza delle più distinte signore e signorine, chiamato al proscenio quei primi tre artisti e dilettanti”.
Ancora nell’aprile del 1891 “alle 2 pom. nella gran sala del Palazzo Municipale ebbe luogo un concerto dato dalla piccola pianista Angelina Spedalieri, figlia al maestro, coadiuvata dall’artista Ettore Sciuto e dai maestri Spedalieri padre, Maggiulli, Ruggeri, Verdura e dal dilettante Allegra, nonché la signorina Nicolosi cantò benone, applausi a tutti, pubblico numeroso entrata £ 3”.
Ma sempre riferendoci a questa passione per l’arte in tutte le sue declinazioni da parte dei catanesi troviamo il 24 Novembre del 1886 questa nota del cronista “siamo in tempi che Catania nutre la follia dei teatri d’ogni genere, e spesso succedono fallite d’impresari; ai tanti che sono aperti e vanno ad aprirsi si svegliò la Società Filodrammatica che spenta varie fiate riprende vita per poco e vari giovani dilettanti sono in movimento per dare una serata al 5 Dicembre come suo primo esperimento”. Solo il 4 gennaio del 1887, Cristoadoro riferirà sull’evento: “Il nostro Circolo Artistico Catanese nel corso dell’anno 1886 prese un serio ascendente ed i soci in un mese contò più che 200 soci, e venerdì sera 31 dicembre dietro un bellissimo trattenimento ove presero parte vari dilettanti e maestri tanto di canto che suonatori di violino, di piano, e di harmonium l’uditorio rimase ammutolito dalla impareggiabile esecuzione e si conchiuse che a Catania patria di Bellini volendo si può far molto perché i geni non si fanno tanto conoscere”.
Da allora spesso il Circolo artistico, ospitato presso la casa Raddusa già Alessi di via Manzoni, vedrà l’esibizione di giovani promesse e di affermati artisti.
Nel marzo del 1890 abbiamo il “concerto musicale di Bazan con gran folla, riuscì bellissimo ed animato, suonarono vari pezzi le signorine Silvestri, Palermo e Gerace, la signorina Auteri dimostrossi valente suonatore di flauto ed altri cavalieri che cantarono come Lo Turco, Stella, Ettore Sciuto” ed anche una serata musicale durante la quale “ furono applauditi Fragalà, Martinez, Moro, Fazio che eseguirono al pianoforte una bella e difficoltosa sinfonia di Bethoven ed il baritono Ettore Sciuto che cantò la romanza del Re di Lahor , oltre poi si cantò da varie signore e signorine”.
Nel luglio del 1890 il cronista scrive di un concerto dato dalla “piccola pianista Angelina Spedalieri, coadiuvata dal di lei padre e dai professori Maggiulli, Ruggero, Liotta, Martinez, Verdura e Allegra. La riuscita fu ottima ma l’introito parco; i soci entrarono gratuitamente, gli altri pagando £ una”.
Mentre nel marzo del 1891 si cita “un concerto musicale, in cui cantò la prima donna sig. Gargano nostra concittadina insieme al cav. Silvestri, nonché i soci dilettanti, accompagnati dai valenti maestri Malerba, Gatto, Moro e Verdura, tutti i pezzi applauditi e la Gargano fu festeggiatissima per l’aria Rosina nel Barbiere di Siviglia e nellaNencia del Mefistofele, poi cantò una romanza in francese che si fece ammirare per vera esimia e valente cantante. I soci per ricordo della serata offrirono a lei, un bellissimo mazzo di fiori secchi con un ricchissimo nastro bianco pittato dal maestro Antonino Gandolfo che costò circa 60 lire”.
In conclusione vorrei dire che, a dispetto della sfiducia iniziale di Cristoadoro circa la sopravvivenza del Circolo Artistico, esso è da considerare, attraverso varie fasi e nomi diversi, il nucleo fondante dell’attuale Teatro Stabile di Catania.
Graziella Graziano
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