CAPACI DA NON DIMENTICARE

A cura di Salvo Cavallaro

La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio, e avrà anche una fine.” 

4Il 23 Maggio 1992 veniva assassinato il giudice Giovanni Falcone al rientro dall’aeroporto di Punta Raisi verso Palermo da un attentato di Cosa Nostra.

Insieme al magistrato quel giorno vennero uccisi la moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta Vito Shifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

Quel giorno sono saltati in aria con loro anche le speranze di vedere liberare la Sicilia dalla Mafia. La morte di quel magistrato siciliano nato a Palermo nel quartiere Kalsa, lo stesso dove era cresciuto il collega e amico Paolo Borsellino, ma lo stesso che aveva visto crescere numerosi mafiosi tra cui Tommaso Buscetta fu un sacrificio enorme per la nostra comunità.

Falcone  era convinto che : « La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio, e avrà anche una fine. Piuttosto bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni. » 3

Proprio quelle istituzioni non seppero proteggerlo o addirittura lo tradirono consegnandolo nelle grinfie dei suoi attentatori.

Oggi ci resta l’esempio suo e di tante altre vittime o per meglio dire martiri laici che hanno dato la loro vita perché ci potessimo liberare da quel cancro chiamato Mafia.

Il loro sacrificio non è stato vano perché molta gente si è ribellata, si è sollevata contro le mafie, contro i soprusi, seguendo la strada tracciata.

12Falcone il 5 agosto 1992 venne insignito della Medaglia d’oro al valor civile con la  seguente motivazione “Magistrato tenacemente impegnato nella lotta contro la criminalità organizzata, consapevole dei rischi cui andava incontro quale componente del ‘pool antimafia’, dedicava ogni sua energia a respingere con rigorosa coerenza la sfida sempre più minacciosa lanciata dalle organizzazioni mafiose allo Stato democratico. Proseguiva poi tale opera lucida, attenta e decisa come Direttore degli Affari Penali del Ministero di Grazia e Giustizia ma veniva barbaramente trucidato in un vile agguato, tesogli con efferata ferocia, sacrificando la propria esistenza, vissuta al servizio delle Istituzioni”.

Il 13 novembre 2006 è stato nominato tra gli eroi degli ultimi 60 anni da Time magazine.

Però, sono questi solo segni esteriori, perché  ancora molto si deve fare per ripulire il mondo dalla lordura che la Mafia lascia, perché magari è finito il tempo delle stragi, delle bombe, delle sparatorie, ma non sono ancora finiti l’omertà, il pizzo, le violenze. Purtroppo c’è ancora bisogno di eroi.