BOTTICELLI, IL “DANTE DELLA PITTURA”

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ARTE

L’INTERVISTA

DI MARIA CRISTINA TORRISI

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Paragonare Sandro Botticelli a Dante Alighieri, definendo l’artista il “Dante della pittura”, non può che farci riflettere sul legame profondo tra Botticelli e il pensiero neoplatonico fiorentino.

Sandro Botticelli

Sandro Botticelli

A dare questa definizione ci ha pensato la gradita ospite di Nuove Edizioni Bohémien, più volte interpellata per le sue interessanti ricerche, la studiosa Annalisa Di Maria, esperta di iconografia rinascimentale e membro del Comitato di esperti del Club per l’UNESCO di Firenze, la quale ha dedicato attenzione esemplare alle influenze culturali che hanno plasmato il lavoro di Botticelli. 

Annalisa Di Maria

Annalisa Di Maria

L’INTERVISTA

Dott.ssa Di Maria, quale eredità ha lasciato la scuola neoplatonica nel contesto di cui  stiamo parlando?

La scuola neoplatonica ha lasciato un’ impronta significativa sulla florida intellettualità fiorentina del XV secolo. Ne è un esempio il legame profondo tra Botticelli e il pensiero neoplatonico fiorentino, delineato in particolare nella sua opera emblematicа “Venere e Marte”>>.

Qual è stata la fonte d’ispirazione per il Botticelli?

Sotto l’influenza di figure come Cristoforo Landino, noto per le sue traduzioni dei testi di Dante e maestro di filosofi come Marsilio Ficino e poeti come Angelo Poliziano, Botticelli ha trovato una grande fonte d’ispirazione. È riuscito a trasferire concetti astratti ed emozioni complesse nel linguaggio visivo delle sue opere. La traduzione visiva dei sentimenti umani rivela la sua affinità con Dante, in un tempo in cui la ricerca della verità spirituale diventava imprescindibile.

Dante Alighieri

Dante Alighieri

Quanto è stato fruttuoso il lavoro dell’artista ad Urbino?

Ad Urbino, la sua esperienza è stata particolarmente illuminante. Egli ha collaborato alla decorazione dello Studiolo del Palazzo Ducale (pur non essendoci documenti certi che ne attestino la presenza a Palazzo Ducale, al suo interno però sono visibili intarsi realizzati attraverso i disegni dell’artista). Durante questo periodo, egli unì tradizione classica e aspirazioni umanistiche. La commissione per l’illustrazione della “Divina Commedia” da parte di Lorenzo di Pier Francesco de’ Medici rappresenta un capitolo cruciale della sua carriera, e testimonia l’evoluzione tecnica e concettuale del maestro.

Parliamo della ricerca di spiritualità nell’opera “Venere e Marte”, realizzata nel 1483.

In quest’opera, Botticelli incarna i principi platonici attraverso i suoi personaggi mitologici.  Venere, simbolo di amore spirituale, e Marte, incarnazione dell’amore carnale, non sono semplicemente opposti, ma piuttosto complementari nella ricerca di una verità più profonda. 

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Venere, vestita in modo puro, incarna l’Aphrodite Urania, elogiata da Platone come la Dea dell’amore spirituale, mentre Marte, svestito, evoca la passione carnale. Questa dualità illustra perfettamente la visione del filosofo Platone secondo cui lo spirituale deve prevalere sul carnale». La regia artistica di Botticelli è tale che i satiri, tradizionali simboli di piacere e sensualità, diventano messaggeri di un amore superiore, suggerendo una dimensione spirituale che trascende il tangibile.

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