Benessere
A cura di Federica Zanca
Beech è il Fagus sylvatica, cioè il faggio.
Pianta che cresce spontanea nei boschi delle zone temperate, fino a 1500 metri di altitudine e può arrivare fino a 30 metri di altezza. La sua corteccia è liscia, di colore grigio e argenteo. I fiori maschili e quelli femminili compaiono con le foglie in aprile-maggio, sulla stessa pianta che è adattabile, piuttosto rustica e senza grandi esigenze.
Simbolicamente i suoi fiori rossi e bianchi esprimono la capacità di coniugare le esigenze dello spirito (il bianco è il colore della totalità) con quelle della vita materiale (il rosso è il colore del sangue e della sua intensa vitalità). E’ pertanto, il fiore della perfetta integrazione tra i vari piani dell’esistenza, della flessibilità e dell’intelligenza sensibile che tiene conto di ogni aspetto della vita.
Il tipo Beech nel suo stato negativo è ipercritico e intollerante verso il mondo esterno e proietta sempre al di fuori i suoi problemi. L’atteggiamento di distacco dalle cose materiali è in realtà, il suo rifiuto arrogante del mondo, considerato imperfetto e non all’altezza delle proprie esigenze superiori e, osservato attraverso la lente d’ingrandimento, della sua grande capacità critica.
I tipi Beech faticano moltissimo a guardarsi dentro e pretendono, altresì, di correggere i difetti altrui, i quali non sono altro che lo specchio deformato della loro stessa natura.
L’intolleranza verso gli altri si estende alle minuzie più innocenti. Questo atteggiamento si può manifestare nel corpo attraverso forme di allergia, difesa estrema a entità di poco conto, come i pollini o la polvere domestica. Tale allergia potrebbe portare a shock anafilattico mettendo in pericolo la vita della persona stessa, come se il distacco e il rifiuto totale del mondo si realizzassero nell’abbandono del corpo.
Il rimedio floreale Beech aiuta a interiorizzarsi e a ricomporre la frattura mondo esterno-mondo interiore.
CENTAURY FIORE di BACH
Centaurium umbellatum; centaurea è un’ombrellifera annuale che cresce fino ad un’altezza di 35 cm, con stelo eretto e ramificato, in luoghi asciutti come i campi e i margini delle strade. I piccoli fiori rosa sono riuniti a ombrello in cima allo stelo; fioriscono tra giugno e agosto e si aprono solo con il bel tempo.
Simbolicamente il colore rosa dei fiori esprime la qualità sensitiva di Centaury, che riesce a percepire gli altri e a intuire i loro bisogni senza che proferiscano parola. La disposizione dei fiori che sono tutti sullo stesso livello, suggerisce, invece, la necessità di mantenersi psicologicamente sullo stesso piano degli altri, per non restare travolti dall’eccesso di sensibilità.
Il soggetto Centaury ha la sindrome della crocerossina, che lo spinge a mettersi al servizio degli altri fino a trasformarsi in uno “zerbino” che alcuna persona si fa scrupolo di calpestare. Disponibile, remissivo, incapace di dire di no, eccita gli istinti sadici ed è la vittima ideale per individui dalla forte personalità, i quali possono arrivare a plagiarlo totalmente. La sua totale dedizione lo rende vulnerabile ed esposto ad attacchi e ferite; in questo modo il suo sistema immunitario che ha il compito di difendere il suo organismo da attacchi esterni e di discriminare il sé dal non sé, rischia di indebolirsi.
Di conseguenza, Centaury è esposto a frequenti infezioni ed allergie a carico delle vie respiratorie e cutanee. Colpite la laringe e la trachea con conseguenti cali di voce che esprimono la sua incapacità di “gridare e farsi sentire”. Reprimendo le sue emozioni e le pulsioni aggressive, ingoiando amari bocconi soffre spesso di disturbi digestivi. Anche il fegato associato alla rabbia secondo la MTC si riempirà di amare tossine che a lungo andare potrebbero danneggiarlo.
Centaury identifica il complesso di Cenerentola, che nasce da una predisposizione naturale al conformismo, amplificata da un’educazione che incoraggia alla dipendenza, anche attraverso il ricatto affettivo del tipo “se non sei più buono non ti voglio più bene!”.
Così il bimbo apprende che la condizione per essere amato è adeguarsi in silenzio alle altrui richieste, sacrificando se stesso e il suo pensiero.
Questo fiore agisce sul primo e il secondo chakra, riequilibrando le emozioni e stimolando l’energia primaria. Poiché ristruttura l’assetto energetico della persona, risulta molto utile anche ai terapeuti che talvolta rischiano di lasciarsi coinvolgere un po’ troppo dai problemi dei pazienti.
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