BAMBINI BERSAGLIO DEI COMPAGNI DI SCUOLA

A cura di Maria Pia Basso
banchi di scuola
La domanda di rito è: Come stai”? Alla quale sovente si risponde: “Tutto bene, grazie!” Ma il propendere nel non dare nulla per scontato apre la pista ad una serie variopinta di risposte tra cui, purtroppo: “ In questo periodo della mia vita va tutto male.” La conversazione telefonica avviene tra due donne. Due amiche che si risentono dopo quasi un anno. Una di loro è una mamma terrorizzata e affranta perché la sua bimba, di appena nove anni, viene ripetutamente insultata e derisa da alcune compagne di classe.
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Il dolore riflesso della piccola si amplifica e si acutizza nel genitore fino a diventare insopportabile e suscitare anche eccessi di ira e voglia di rivalsa. Perché non si può proprio accettare che la propria creatura faccia da bersaglio al gioco vile di coetanei non educati al rispetto del prossimo; anzi totalmente insensibili di fronte alla disperazione di una compagnetta per la quale la scuola, da luogo deputato alle risa scanzonate delle ore ricreative e al giubilo spontaneo al suono della campanella che decreta la fine delle lezioni, diviene l’area in cui si  consuma il vilipendio della sua dignità di essere umano.
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Atteggiamenti oltraggiosi promossi dai bambini vengono imputati alla crisi della famiglia cui si assiste ai nostri giorni. Direi di alzare il tiro e correlare tali comportamenti all’esaltazione della superficialità, promossa da quei genitori che preferiscono percorrere vie più brevi, come quelle dell’ineducazione. Meno faticose, più spedite. Ma vie meno illuminate da quel barlume di coscienza, ove ancora esista, insufficiente a far risplendere anche il più piccolo dei principi sani del vivere civile. Non è morale, né retorica da quatto soldi. E’ il riflesso del grido di dolore di una mamma la cui figlia viene relegata ultima tra gli ultimi perché indossa una taglia XXL invece di una XXS! E gli aggettivi che accompagnano i soggetti “ extra large”, non ce lo nascondiamo, dilagano. Al pari della dabbenaggine di chi, in maniera spicciola, a volte subdola, vi ricorre semplicemente per allietare innumerevoli istanti di una vita squallida condotta all’insegna della superficialità.
A questa donna vorrei dire, però, che esiste l’altra parte del mondo: quella che non accetta e che denuncia episodi del genere; che si indigna, combatte e che non cambierebbe per nulla al mondo il gaio sorriso di un visetto paffuto, con lo sguardo sconsolato e perso nel vuoto di tante piccole bimbe, vittime di genitori irresponsabili che anelano a trasformare le proprie creature in precoci “miss” da passerella. Deturpando quel giardino d’infanzia in cui avrebbero diritto di germogliare ridenti girasoli e occhi pieni di luce e voglia di vivere.
botero
Gentilissima signora, ammiro il coraggio con cui ha affrontato un argomento tanto delicato, esponendo il dramma che vive quotidianamente e che le auguro possa, con la stessa intensità, trasformarsi nel successo più grande suo e della sua piccola. La solidarietà non basta a sciogliere i nodi in gola. Forse no, ma aiuta a comprendere che l’esercito degli stolti può combattersi. Con il buon senso e l’atteggiamento responsabile e diligente di chi spera, sempre, in un epilogo a lieto fine.