Arte, a Linguaglossa la mostra “Dolore e meraviglia” di Piero Guccione

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ARTE

A cura di Francesca Bella

Ultimi giorni per visitare la mostra antologica “Dolore e meraviglia” di Piero Guccione presso il Museo Regionale Francesco Messina – Salvatore Incorpora sito a Linguaglossa, in Piazza Annunziata n. 9. Inaugurata lo scorso dicembre, l’esposizione, inizialmente prevista fino al 31 marzo, è stata poi prorogata fino al 30 giugno. La mostra è organizzata dall’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, dal Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e dalla Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali di Catania con la collaborazione dell’Archivio Piero Guccione e Lo Magno artecontemporanea.

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Nato a Scicli nel 1935 e scomparso a Modica nel 2018, Piero Guccione è certamente uno dei pittori più noti ed incisivi nell’ambito della storia dell’arte italiana contemporanea. Innumerevoli le esposizioni personali e collettive di cui si è reso protagonista sia in territorio nazionale che internazionale.

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Il titolo della mostra antologica “Dolore e meraviglia” è legato ad una dichiarazione del 1998 dello stesso Guccione: «Se è vero che il dolore e la meraviglia – come vuole Aristotele – sono all’origine della filosofia, figuriamoci per la pittura. Di questi sentimenti, di queste pulsioni lo sguardo del pittore è inevitabilmente permeato». A questo proposito, il critico, psicanalista e traduttore Anthony Molino, in un interessante contributo su Aracne Rivista, afferma:

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Ed è la pura emozione, tra dolore e meraviglia, che configura ancora oggi la sua pittura come vertice imprescindibile per l’arte europea del ‘900. Ma negli intrecci del binomio, solo apparentemente scontato, che dà il titolo a questa mostra, si annida una raffinata e ostinata sensibilità che muove l’artista, attraverso una ricerca sistematica e ambiziosa, verso il suo fine ultimo: ciò che lui stesso, in una conversazione con Antonio Motta, chiama “la definizione della luce”.1

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Uno degli elementi cardine delle opere di Guccione, presenti anche all’interno della mostra, è il mare e, per questa ragione, è stato oggetto di ricerca ed attenzione da parte di numerosi studiosi d’arte. Uno dei testi critici maggiormente degni di nota che approfondiscono l’importanza del mare nell’attività dell’artista di Scicli è quello di Guido Giuffrè, contenuto all’interno del catalogo di una esposizione di Guccione del 1999. Scomparso nel 2021, Giuffrè, messinese, è stato critico, pittore nonché docente all’Accademia di Belle Arti di Roma. In questo saggio critico Giuffrè scrive:

Il tema del mare è quasi paradigmatico. Esso non fu precoce, anche per il trasferimento del pittore dalla Sicilia a Roma; fin circa al ‘70 non era che elemento tra gli altri di una topografia accentuatamente lirica, dov’erano rintracciabili i segni degli sviluppi futuri ma non ancora quel protagonismo compendiario (eppure non esclusivo) che sarebbe stato assunto dalla metà degli anni ottanta. […] Approssimandosi gli anni ottanta la particolare applicazione alla superficie marina si accentua; prima i segni delle correnti abbandonano la rigidità e si piegano e si spandono in un fremito di pura emozione; quindi l’ampia distesa, priva di confini di terra o d’orizzonte, viene tramata in una fitta tessitura […] volendo l’artista ancorare l’infinito del moto delle onde, il loro irregolare, inesausto rinnovarsi, a soluzioni di forma e di stile.2

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Alla vista delle opere dell’artista siciliano, ci si trova immersi in un’atmosfera accogliente, eterea e distensiva e lo sguardo si perde nel mare, lontano ma presente, vicino ma evanescente. Le tele hanno un respiro leggero e il loro colore delicato accarezza il pubblico spettatore. La sua arte conduce ad una sorta di elevazione dell’animo e dello spirito di chi guarda, concedendo momenti di pura e preziosa tranquillità.

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L’esposizione accoglie undici fra oli e tecniche miste e quindici pastelli, realizzati nel periodo fra il  1975 e il 2008 e provenienti da collezioni private.3 Presente anche un’interessante sezione documentale, curata dell’Archivio Piero Guccione, che contiene foto e scritti legati all’artista. Fra questi, spicca una lettera di Gesualdo Bufalino indirizzata proprio a Guccione. Durante la mostra è, inoltre, possibile assistere alla proiezione di un breve video del 2009 in cui Guccione conversa con Vincenzo Cascone. Qui il maestro di Scicli parla dell’importanza dell’aspetto emotivo e delle radici nella fase creativa delle sue opere: «Il lavoro espressivo […] nasce dalle radici, dall’infanzia. […] Non ho mai ragionato molto su quello che mi viene voglia di fare. […] La base fondamentale che mi fa partire è il rapporto con la visibilità».

1 Cit., Molino A., Piero Guccione. Dolore e meraviglia, in www.aracnerivista.it 

2 Cit., Giuffrè G., Piero Guccione. Castello Ursino. Opere dal 1957 al 1999, (a cura di)  Giuffrè G.,  Roma, Il cigno Galileo Galilei, pp. 14-15.

3 Cfr., Linguaglossa 2023 | Guccione (archiviopieroguccione.com)

Fonti bibliografiche e sitografiche:

www.aracnerivista.it

Linguaglossa 2023 | Guccione (archiviopieroguccione.com)

Piero Guccione. Castello Ursino. Opere dal 1957 al 1999, (a cura di)  Giuffrè G.,  Roma, Il cigno Galileo Galilei,