Recensioni /Eventi : Ritratto di Famiglia con Tempesta
A cura di Vittorio De Agrò
Il biglietto d’acquistare per “Ritratto di Famiglia con Tempesta” è : di pomeriggio
“ Ritratto di Famiglia con Tempesta” è un film del 2016 scritto e diretto da Kore-eda Hirokazu, con Abe Hiroski, Maki Yoko, YoshizavaTaiyo, Kiki Kilin.
Il regista giapponese Kore-Eda Hirokazu chiude la sua personale e sentita trilogia sulla “Famiglia”, dopo le acclamate ed emozionati pellicole “Father and son “ e “The Sister”, forse con il meno riuscito ed empatico “Ritratto di Famiglia con Tempesta”.
Nei precedenti film Kore-Eda aveva affrontato con sensibilità, profondità ed incisività il tema della paternità e del legame di sangue e l’accettazione della famiglia allargata, stavolta invece propone allo spettatore la malinconica e realistica conclusione di una storia d’amore, oltre che la fine di un matrimonio.
Il protagonista della nostra storia è Ryota, cui presta irresistibile e spavalda goffaggine l’Abe Hiroshi ( Thermae Romae),è un loser che sembra uscito dalla penna di Svevo: promessa (non mantenuta) della letteratura, giocatore d’azzardo, investigatore privato per tenersi a galla, ex marito di un’ex moglie Shiraishi(Yoko) che ha esaurito le ingentissime scorte di fiducia, padre maldestro di un bambino che conosce poco, figlio fragile di un’anziana madre amorevole ((Kiki “Signora Toku” Kilin), rimasta vedova dopo cinquant’anni di matrimonio, e fratello considerato dall’unica sorella come un fallito e scroccone come il padre . Ryota è un anti eroe, che ha sognato e sperato d’essere altro, invece si ritrova ad essere una via di mezzo tra un Peter Pan e la copia carbone di suo padre, da cui non ha mai ottenuto alcun attestato di stima.
Continua ad amare la sua ex moglie , sperando di poterla riconquistare. Quando una notte complice una minacciosa tempesta, obbliga Ryota e la sua famiglia a condividere con la madre gli stessi metri quadrati fino all’alba, diventa, per il nostro protogansta,l’opportunità o sarebbe meglio dire il modo per un necessario e amaro percorso di crescita e presa di coscienza.
Sebbene il tema del divorzio e le difficoltà di doversi occupare di un figlio per un padre single sono oggi tematiche molto universali a tante persone,rispetto alle precedenti pellicole, le scelte drammaturgiche decise da Kore -Eda non convincono fino in fondo. Volendo prediligere uno stile e soprattutto un taglio realistico e anche autobiografico in alcuni aspetti, la storia fatica a decollare ed avere un ritmo e pathos narrativo solo in parte incisivi e brillanti.
Lo spettatore pur seguendo con interesse le vicende tragicomiche di Ryota Non riesce ad immedesimarsi completamente nella storia a causa di impianto narrativo eccessivamente sfilaciato e sorretto da un ritmo compassato , suscitando lentezza e a tratti noia durante la proiezione.
Sarebbe stato auspicabile tagliare alcune scene superflue ed evitare un f finale decisamente lungo e prolisso.
L’interpretazione talentuosa, intensa e profonda di Kiki Kilin nel ruolo della tenera ed eccentrica Shinoda merita una menzione speciale, sul resto del cast comunque apprezzabile sul piano recitativo e credibilità scenica.
L’amore non è eterno e i matrimoni possono anche finire, ma come ci mostra l’agrodolce finale, da queste dolorose sconfitte, si può e ci deve saper rialzare riprendendo il proprio cammino nella vita con forza e dignità.
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