Recensioni ed Eventi
A cura di Federica Rizzo
Perfettamente in linea con i film precedenti del regista inglese Guy Ritchie, King Arthur – Il potere della spada è la rivisitazione in chiave fantasy e moderna del mito di Re Artù: il nostro Arthur (chiamato dagli amici col diminutivo Art), nelle mani del regista, diviene una simpatica canaglia, un eroe riluttante spinto a scoprire il suo vero destino, un ragazzo che ha dovuto imparare a cavarsela da solo e che è destinato a governare la stessa monarchia che ha tanto combattuto.
Giocando tutto su dei toni che non si prendono mai eccessivamente sul serio, con dialoghi e scene pregne di sarcasmo, divertite e irriverenti, che spogliano i celebri protagonisti ed eventi della loro aura aulica, ma che li rende così molto più freschi e digeribili, Guy Ritchie confeziona un film dotato di una forza impressionante, dai ritmi sempre altissimi e dal montaggio serratissimo. Visivamente, poi, è una gioia per gli occhi: la qualità degli effetti speciali e del 3D è qualcosa di encomiabile, soprattutto nelle scene d’azione e di battaglia.
La vera star del film è Charlie Hunnam: il suo Artù è un valoroso guerriero con dei saldi princìpi, ma è anche ferito e dubbioso, a disagio con la prospettiva di capeggiare una rivolta e ancora di più di diventare il Re d’Inghilterra. Un compito non facile, che l’attore porta a casa in modo convincente, connotando il suo personaggio della giusta spavalderia e realismo. Funziona anche l’avido villain del film: un Jude Law in grande forma interpreta lo zio usurpatore del trono Vortigern.
Uno scenario fantasy visivamente intrigante, azione, avventura, epicità e una punta di comicità irriverente fanno di King Arthur – Il potere della spada un’opera che non recupera semplicemente una figura storica della letteratura anglosassone, ma ne trae ispirazione per creare da zero un nuovo eroe del cinema contemporaneo.
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