Recensione ed Eventi
A cura di Federica Rizzo
Remake di Vivere alla grande (1979) di Martin Brest, Insospettabili sospetti segna il terzo ritorno di Zach Braff, l’amato dottor J.D. di Scrubs, dietro la macchina da presa con una commedia guidata da tre arzilli vecchietti che, stanchi di essere messi nell’angolo dalla società e, soprattutto, dalle banche che si sono appropriate delle loro sudate pensioni, decidono di rapinare proprio quella banca che li ha resi così disperati.
Guardando all’odierna crisi economica, Insospettabili Sospetti mantiene del film originale l’idea, ma plasma un racconto tragicomico grazie a uno stile sempre più maturo e riconoscibile e all’uso dell’ironia e del sarcasmo. Ad aiutare una sceneggiatura altalenante e a dare risalto ai personaggi ci pensano i tre attori principali – tre eccezionali Premi Oscar: Morgan Freeman, Michael Cain e Alan Arkin – che si muovono nella scena con una sintonia naturale, apparendo fragili e vitali allo stesso tempo. Anche il ritmo sembra funzionare a fasi alterne: il lato action, soprattutto, è poco efficiente, mentre è più efficace la descrizione della quotidianità dei tre ottantenni
Dosando bene ironia e malinconia, con quel giusto pizzico di paradosso che non guasta, Braff confeziona un lungometraggio semplice e scanzonato che colpisce soprattutto per il trio magico di attori che operano al suo interno. Caine, Freeman e Arkin, tre glorie che hanno saputo non svendersi in progetti banali, fanno scintille: i tre si completano a vicenda, regalando un equilibrio scenico interessante. Insospettabili Sospetti non è sicuramente la commedia dell’anno, ma risulta divertente e riesce a raccontare con leggerezza una generazione spesso dimenticata, accantonata perché non più utile come consumatori o lavoratori, ma fa pensare anche un pubblico giovanile che, oggi come oggi, percepisce un futuro sempre più incerto davanti a se.
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