Recensioni ed Eventi
A cura di Federica Rizzo
Quindicesima opera filmica dei Marvel Studios, con protagonisti un gruppo di personaggi abbastanza secondari nel grande universo Marvel che sono saliti alla ribalta dopo il successo del primo film, Guardiani della Galassia Vol. 2 è il continuo ideale del primo episodio: le storie vengono analizzate più nel profondo, soprattutto il passato di Peter,(Chris Pratt), la radice della sua natura (metà umano e metà extraterrestre), del perché Yondu (Michael Rooker) l’ha rapito dalla terra e inoltre cosa effettivamente ha fatto Thanos per portare Gamora (Zoe Saldana) e Nebula (Karen Gillan) ad un continuo scontro, fino ad odiarsi nel profondo.
Giocando con ironia e leggerezza, senza mai abbandonare l’ambiente action, il regista James Gunn ci offre temi come la crescita, la famiglia, la fiducia in se stessi, la ricerca della propria strada, l’amicizia, la fratellanza, celati sotto tonnellate di gag ben riuscite. Nel generale equilibrio tra i vari personaggi, su tutti spunta Drax (Dave Bautista), vera e propria anima comica del film, seguito da Rocket Raccoon (Bradley Cooper), entrambi deputati a riportare ogni situazione sui binari dell’ironia. Interessante la new entry Mantis (Pom Klementieff), un’aliena molto buffa dotata di poteri empatici che è stata cresciuta da Ego (Kurt Russell), mentre tenerissimo risulta il Baby Groot.
Il tutto è poi condito da una spruzzata di anni ’80 che, grazie ad una colonna sonora meticolosa e martellante, rende ancora più godibile quello che avviene sulla scena: il vintage del walkman di Peter è una costante piacevole che dona quel pizzico di malinconia per chi ha vissuto la fine degli anni ’80 e i primi ’90 con questa strumentazione sempre nelle tasche. Il coronamento di tale direzione artistica sono gli stessi titoli di coda, splendidamente ricalcati sullo stile degli LP di band anni ’80 e contenenti ben cinque scene aggiuntive.
Slegato dalle retoriche riguardo i super eroi, Guardiani della Galassia Vol. 2, ha in se una componente emozionale sicuramente più forte e più incisiva rispetto al primo episodio, le trame sono tante ma troveranno tutte un loro epilogo. A parte qualche battuta forzata e una durata eccessiva, che comunque non rovina l’atmosfera generale del film, l’opera si rivela esaltante con un finale che potremmo definire quasi romantico sulle note di Father and son di Cat Stevens.
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