Recensioni ed Eventi / Cinema
A cura di Vania Amitrano
Sarà poi vero che “se sei giovane sei ‘in’ e se vecchio sei ‘out’”?
Fausto Brizzi, regista di successi come Maschi contro femmine ed Ex, ha capito bene che il tema è di grande attualità nella società contemporanea e per parlarne ha confezionato un film ad hoc, Forever young, in questi giorni nelle sale.
Forever young racconta di un gruppo di amici disperatamente attaccati alla giovinezza o quantomeno all’apparenza di essa. Nel film si intrecciano quattro storie principali i cui protagonisti sono interpretati da attori assai noti e nel pieno della loro maturità artistica: Sabrina Ferilli, Fabrizio Bentivoglio, Teo Teocoli, Luisa Ranieri, Claudia Zanella, Lillo Petrollo e Stefano Fresi. Franco (Teo Teocoli) è un avvocato settantenne, appassionato di sport, vedovo e molto legato a sua figlia Marta (Claudia Zanella), sposata con Lorenzo (Stefano Fresi), un violinista sedentario e fortemente sovrappeso. Mentre Franco ostinatamente, nonostante l’età e i problemi di salute, non rinuncia a praticare un’intensa attività sportiva, Marta e Lorenzo gli annunciano che sta per diventare nonno. Angela (Sabrina Ferilli) è un’estetista di 49 anni che ancora non è riuscita a riprendersi dal fallimento del suo matrimonio, ma, incoraggiata dall’amica Sonia (Luisa Ranieri), inizia per caso una relazione con Luca (Emanuel Caserio), ventenne studente universitario che vive con la madre. Diego (Lillo) è un Dj radiofonico di mezza età che improvvisamente viene messo da parte da un nuovo, giovanissimo e competitivo rivale, e non riesce a trovare una nuova collocazione professionale; intanto il suo amico e proprietario della stazione radiofonica, Giorgio (Fabrizio Bentivoglio), che convive con una giovane bella compagna (Pilar Fogliati), inizia una relazione con Stefania (Lorenza Indovina), una sua coetanea cinquantenne.
L’invecchiamento è di sicuro un aspetto della vita che tutti faticano ad accettare, ma l’avanzare degli anni può essere vissuto bene? I protagonisti di Forever young, con le loro storie, sebbene simpatiche e spesso spassose, non riescono a dare una vera risposta alla domanda. L’attaccamento dei protagonisti ad una perduta giovinezza diverte per i suoi aspetti a volte ridicoli a volte celebrativi di un passato sempre affascinante ed attuale. Il tema della ricerca dell’eterna giovinezza nel film è fonte di situazioni esilaranti e di nostalgiche rievocazioni; ma rimane aperto e quasi sospeso. Solo nella storia di Fausto, che alla fine riesce ad apprezzare la gioia di diventare nonno, sembra che la vicenda trovi un suo epilogo. In effetti Brizzi sostiene che l’unico antidoto all’invecchiamento e il vero segreto per restare forever young, nel senso migliore del termine, sia in realtà la famiglia.
Il resto dei personaggi però, più che scoprire i lati positivi dell’avanzare dell’età, sembra cercare accettabili compromessi per riuscire di fatto a non cambiare nulla nella propria vita. Alla fine quasi tutti restano malinconicamente fermi in un tempo in cui, perduta la giovinezza, non è in realtà sopraggiunta alcuna maturazione personale. Per questo Forever young sembra soprattutto lanciare una critica a quanti continuano ad accanirsi sul proprio aspetto esteriore e su abitudini di vita non più appropriati alla propria età, ma al tempo stesso non condanna coloro che si sentono eterni adolescenti dentro: un messaggio interessante, posto in modo divertente, ma che lascia la questione in una irrisolta ambiguità.
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