Baywatch – Recensione
A cura di Federica Rizzo
Dalla California a Miami tornano, stavolta su grande schermo, i lifeguards più famosi della cultura pop nel film diretto da Seth Gordon e interpretato da Dwayne The Rock Johnson, Zac Efron, Alexandra Daddario, Kelly Rohrbach, Ilfenesh Hadera e Jon Bass. Baywatch è cosciente delle sue origini seriali e i bagnini, soprattutto nella prima parte della pellicola, ci regalano una deriva comica ben riuscita, tra gag legate ai cliché del telefilm come lo slow motion imperante e le battute al fulmicotone. Purtroppo l’incantesimo non dura a lungo e quando la sceneggiatura “evolve” inserendo una debole sottotrama poliziesca, rovina in parte quanto fatto di buono fino a quel momento.
Baywatch è un film che spiazza, non solo per la sua comicità farcita di battute volgari e scene a dir poco ridicole, ma anche per il modo in cui si pone di fronte allo spettatore, che a fine visione risulterà confuso e non in grado di poter dare una chiave di lettura forte e decisa. Non riesce nemmeno ad essere un’operazione nostalgica della serie cult degli anni ’90: alcune citazioni, un cameo di Hasselhoff, gli immancabili salvagente rossi, le immense spiagge dorate, i lunghi pontili di legno e le immancabili torrette, sono gli unici elementi che risvegliano emozioni per i nostalgici di quel periodo.
Per il resto battute fra il demenziale e il geniale, corse al rallenty, tanti muscoli e un molto trash sono gli ingredienti principali della pellicola che schiera un Dwayne Johnson che reinterpreta in chiave più rude e spigliata, il sempre testardo e incorruttibile Mitch Buchannon, scortato da Zac Efron (Matt Brody), il Ken palestrato che offre i migliori propositi per siparietti meta-cinematografici e battute da spiaggia. Battute che impregnano il film di una sfacciata volgarità, con riferimenti alla commedia americana più demenziale, discostandosi certo dalla serie originale e non riuscendo nemmeno a regalare un semplice e godibile intrattenimento.
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