APPUNTAMENTO AL CINEMA : Austerliz

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Recensione / Eventi: Austerliz

A cura di Vittorio De Agrò

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Il biglietto d’acquistare per “Austerliz” è: Di pomeriggio (con Riserva)

“Austerliz” è un documentario del 2016 diretto da Sergei Loznitsa, presentato nel 2016 fuori concorso alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.

Il 27 Gennaio si celebra il  Giorno della Memoria. E’ una ricorrenza internazionale di ogni anno nata in commemorazione delle vittime dell’Olocausto. È stato così designato dalla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005, durante la 42ª riunione plenaria[1]. La risoluzione fu preceduta da una sessione speciale tenuta il 24 gennaio 2005 durante la quale l’Assemblea generale delle Nazioni Unite celebrò il sessantesimo anniversario della liberazione dei campi di concentramento nazisti e la fine dell’Olocausto[2].
Un giorno per ricordare le vittime della guerra e soprattutto per riflettere su come e quanto l’umanità sia stata capace di compiere atti mostruosi e indelebili.
La scelta del film della settimana da recensire per il sito è caduta sul documentario “Austerlitz” del regista ucraino Sergei Loznitsa perché pone allo spettatore una diversa e importante prospettiva su luoghi in cui fu compiuto l’Olocausto.
Infatti il regista ha scelto di costruire un documentario come se fosse un Grande Fratello per immortalare le reazioni dei visitatori durante un giorno qualsiasi nel museo di Sachsenhausen, allestito a all’interno di un campo di concentramento, in cui le uniche voci che ascoltiamo appartengono alle guide turistiche che spiegano le torture inflitte nel campo dalle SS e dalla Gestapo.
Un film in bianco nero, in cui i soli rumori di sottofondo sono le voci delle guida e i rapidi commenti dei visitatori, per lo più intenti a fotografare che a guardare e capire che cosa ci sia di fronte a loro.
Il titolo si rifà al romanzo omonimo di W.G. Sebald, riflessione sulla memoria dei fatti dell’Olocausto, che Loznitsa utilizza in chiave di ispirazione per il “suo” Austerlitz.
Lo spettatore accompagna e osserva il giro “turistico” dei visitatori all’interno dell’orrore, ma avvertendo in loro una vaga empatia e commozione per i luoghi.
Si ha la sensazione che oggi che questi viaggi siano diventati più un business economico che un vero e necessario strumento per informare e avvertire le nuove generazioni sul pericolo del passato.
La struttura narrativa e registica voluta da Loznitsa se da una parte riesce ad evidenziare il vuoto spirituale ed emotivo dei visitatori, dall’altra la scelta di limitarsi a una mera registrazione degli eventi risulta troppo asettica e ripetitiva e lunga.
Realizzare un film di un’ora e trentaquattro minuti in questa modalità alla fine stanca e annoia lo spettatore, avendo già colto il messaggio già dopo mezz’ora di proiezione.
Sarebbe stato opportuno asciugare e tagliare alcune scene e magari inserire una voce fuori campo per fare da contraltare all’afona realtà.
Trasformare il luogo della memoria in un canonico percorso museale, con contorno di comitive e pranzi al sacco, significa automaticamente uccidere il difficile percorso introspettivo personale, che dovrebbe accompagnare la riflessione in un luogo simile. Loznitsa non condanna i turisti né li osserva dall’alto verso il basso, si limita a fotografare uno stato di cose che potrebbe rappresentare un inquietante campanello d’allarme sulla coscienza collettiva e su come ci relazioniamo oggi con la Storia e con i suoi orrori.
“Austerliz” con i suoi limiti drammaturgici e registici, resta un film da vedere soprattutto nella Giornata della Memoria, per ricordare su chi siamo stati ed evitando di ripetere gli stessi tragici errori.