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Recensione /Eventi: L’Albero del Vicino
A cura di Vittorio De Agrò

Il biglietto d’acquistare per “L’Albero del Vicino” è: Ridotto.

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“L’Albero del Vicino” è un film del 2017 diretto da Hafsteinn Gunnar Sigurðsson, scritto da Hafsteinn Gunnar Sigurðsson, Huldar Breidfjord, con : Steinþór Hróar Steinþórsson, Edda Björgvinsdóttir, Porsteinn Bachmann, Selma Björnsdóttir, Dóra Jóhannsdóttir.
Sinossi:
Agnes (Lára Jóhanna Jónsdóttir) e Atli (Steinþór Hróar Steinþórsson) sono una giovane coppia con una bambina. A seguito della scoperta di un suo tradimento, la moglie caccia di casa Atli, imponendogli di non vedere più la figlia. L’uomo si trasferisce così a casa degli eccentrici genitori, Inga (Edda Björgvinsdóttir) e Baldvin (Sigurður Sigurjónsson), dove trova però una situazione ancora più tesa. Da una banale disputa su un albero, che fa ombra al giardino dei vicini, nasce un clima di crescente tensione e sospetto, che trascina ben presto i protagonisti in un vortice di odio e violenza. Mentre Atli lotta per ottenere il diritto di vedere la figlia, la lite con i vicini si intensifica: la proprietà subisce danni, animali scompaiono nel nulla, vengono installate telecamere di sicurezza e gira voce che il vicino sia stato visto con una motosega in mano.

Recensione:
La storia ci insegna, purtroppo, quanto sia sufficiente un pretesto, un piccolo incidente, una provocazione per scatenare tra due persone un drammatico e spesso tragico conflitto se non addirittura dare il via anche ad un conflitto mondiale.
L’uomo è capace di compiere atti di straordinaria gentilezza ed altruismo ed allo stesso tempo può essere responsabile di gesti e azioni orribili quanto feroci.
È più “facile” e “semplice” discutere, litigare, venire alle mani con uno sconosciuto, con il tuo vicino di casa piuttosto che cercare la via del dialogo, dell’ascolto e del compromesso.
Viviamo un ‘epoca caratterizzata dall’egoismo ed invidia e dove la parola “condivisione” ha assunto un significato narcisistico e commerciale, perdendo l’originale valore positivo, religioso e pacificatorio.
“L’Albero del vicino” di Hafsteinn Gunnar Sigurðsson, presento nella sezione Orizzonti di Venezia 74 e candidato all’Oscar come miglior film straniero dall’Islanda, è un magistrale, angosciante, cupo e riuscito affresco dell’involuzione sociale, culturale ed emotiva che sta colpendo la nostra società.
Un banale e comune disputa tra vicini per la potatura di un albergo, nella pacifica città islandese di Reykjavik, si tramuta ben presto in una crescente spirale d’odio e violenza, lasciando stupefatto e sconvolto lo spettatore.
“L’albero del vicino” è una storia d’ordinaria follia in chiave islandese ma che contiene un respiro narrativo ed emotivo universale imponendo allo spettatore un duro esame di coscienza in che modo si relaziona ogni giorno con il prossimo e quante volte faccia prevalere l’istinto sulla razionalità.
“L’albero del vicino” mostra in modo efficace, profondo e preoccupante come per futili motivi un uomo possa toccare vette inaudite di follia e cattiveria.
I due sceneggiatori firmano una storia semplice, lineare quanto potente ed urgente gettando le basi per una storia intensa, ricca di sfumature psicologiche e colpi di scena e caratterizzata da un crescente ritmo e pathos narrativo.
“L’albero del vicino” può essere visto come una favola nera che sancisce la crisi nei rapporti umani e la rinuncia ad ogni forma di rispetto e senso civico.
Lo stesso regista scrive nelle sue note “. Quello che ho cercato di fare durante lo sviluppo di questa sceneggiatura è stato “aprire” la linea narrativa in modo da esporla a diverse interpretazioni. Alla fine si trasforma in una sorta di favola dove si esprime la metafora più grande, quella della convivenza tra esseri umani…”
“L’albero del vicino” è una pellicola spiazzante, riuscita e tosta anche per merito del talentuoso, solido ed esperto cast artistico che ha contribuito in modo sostanziale a dare credibilità, umanità, e profondità emotiva ai rispettivi personaggi.
Il finale cruento quanto amaro che eguaglia per forza ed intensità l’epilogo de “Le Iene” di Tarantino, non potrà non spingere lo spettatore a riflettere lungamente prima d’iniziare una nuova discussione con il proprio vicino di casa.