Recensioni / Eventi: Stato di Ebbrezza
A cura di Vittorio De Agrò
“Stato di Ebbrezza” è un film del 2018 diretto da Luca Biglione, scritto da Luca Biglione e Maddalena De Panfilis con la collaborazione di Maria Rossi, con : Francesca Inaudi, Melania Dalla Costa, Antonia Truppo, Andrea Roncato, Marco Cocci, Elisabetta Pellini, Nicola Nocella, Fabio Troiano, Emanuela Grimalda, Mietta, Andrea De Rosa, Stefano Fregni, Maria Rossi.
Sinossi:
Stato di ebbrezza, il film diretto da Luca Biglione, vede Francesca Inaudi nel ruolo di Maria Rossi, la cabarettista emiliana che a metà degli anni 2000 ha raggiunto il successo calcando i palchi di Zelig e del Maurizio Costanzo Show, per poi cadere vittima della dipendenza dall’alcol.
Il racconto, basato sulla sua vera esperienza di vita, parte dal momento in cui Maria inizia ad avere successo nazionale, ma un improvviso dramma familiare la costringe a mettere in stallo la carriera, avvicinandola pericolosamente alla bottiglia. Dopo aver causato un incidente automobilistico perché in stato di ebbrezza, Maria viene obbligata a sottoporsi ad un trattamento sanitario di riabilitazione in una struttura specializzata in problemi di dipendenza.
Se inizialmente gli altri pazienti della clinica sembrano versare in condizioni peggiori delle sue, proprio grazie a loro, ad una psichiatra illuminata e all’amore del padre e del fratello, Maria comincia a comprendere le sue fragilità, trovando finalmente la volontà di guarire e di tornare a far sorridere gli altri.
Con questo film, Luca Biglione descrive la drammatica realtà della solitudine attraverso i toni della commedia, portando sul grande schermo un soggetto firmato dalla stessa Maria Rossi e da lui trasposto in sceneggiatura con l’aiuto di Maddalena De Panfilis.
Recensione:
La nostra è una società o strana, particolare, controversa, contraddittoria, umorale.
Una società fatta d’eccessi di qualsiasi forma, tipo e modalità, in cui tutto è perdonato e dimenticato, tranne per una cosa: non puoi mostrarti debole, in difficoltà, bisognoso di cure e sostegno.
In quel caso, la bizzarra ed amorale società, si riscopre rigida, bigotta e conservatrice: isolandoti ed etichettandoti come diverso o folle per poi abbandonarti ad un amaro ed in molti casi solitario e tragico destino.
E paradossalmente più una persona è popolare, apprezzata, rispettata ed applaudita più è vistoso ed immediato il vuoto che gli si crea intorno.
Sensibilità, empatia, generosità e gentilezza, fragilità anziché essere visti come segni distintivi e positivi di una persona perbene sono invece considerati come debolezze, zavorre e negatività da nascondere.
“Stato di Ebbrezza” racconta la drammatica e toccante parabola di Maria Rossi (Inaudi), talentuosa cabarettista emiliana e dalla promettente carriera a livello nazionale, caduta nel buco nero dell’alcolismo dopo l’improvvisa quanto tragica morte della madre.
Maria ha avuto un dono dalla vita: saper far ridere la gente, ma il trauma materno le ha provocato una rottura dentro l’anima e spezzato il cuore.
Maria non ha avuto la forza d’elaborare il lutto trovando purtroppo nella bottiglia l’unico modo per non dover fare i conti con il dolore e la solitudine emotiva in cui è caduta, nonostante possa contare sull’affetto e presenza di papà luigi Roncato) e di suo fratello (Troiano)
Maria, avvolta in una spirale autodistruttiva, perde inevitabilmente ogni possibilità di lavoro e soprattutto da ubriaca diventa un pericolo per sé stessa e gli altri.
Così dopo l’ultimo grave incidente stradale, Maria è oggetto di un ricovero psichiatrico coatto (TSO) in una clinica specializzata contro le dipendenze, iniziando così un durissimo calvario personale ed emotivo per salvare sè stessa e la propria esistenza.
“Stato di Ebbrezza” è un coraggioso quanto lodevole tentativo di voler raccontare e mostrare allo spettatore, come l’esperienza di TSO sulla pelle e psiche di un individuo “normale” possa essere paragonabile a uno spaventoso girone infernale di dantesca memoria.
“Stato di Ebbrezza”, paradossalmente, appare però come una versione “edulcorata” di quell’inferno, scelta dovuta probabilmente ad esigenze narrative e registiche, perdendo, a nostro modesto parere, parte della propria funzione sociale e forza drammaturgica ed emotiva.
La straordinaria ed intesa performance in “Stato di Ebbrezza” conferma, ancora una volta, come Francesca Inaudi sia una delle attrici più talentuose, poliedriche, complete e coraggiose del nostro cinema e quanto colpevolmente non abbia finora ricevuto i doverosi e meriti premi oltre che ruoli all’altezza del suo valore.
Francesca Inaudi ha intelligentemente evitato d’imitare la vera Maria Rossi, ma piuttosto portando sulla scena la sofferenza e travaglio esistenziale di una giovane donna travolta da un dolore personale più forte di lei.
Una scelta interpretativa rivelatasi vincente, che ha permesso all’attrice d’entrare pienamente dentro il personaggio, risultando credibile ed autentica e soprattutto costruendo un vero e sincero ponte emotivo con lo spettatore.
Il resto del cast è sicuramente da elogiare per l’impegno, passione, talenti, dedizione profusi e messi in campo nel dare un’umanità e profondità ai rispettivi personaggi, al di là della fredda ed in alcuni casi abbozzata sceneggiatura.
Ci sembra però doveroso sottolineare la toccante interpretazione di Andrea Roncato nel ruolo del papà di Maria e quella altrettanto convincente di Elisabetta Pellini nelle vesti di una “tenera” madre e moglie afflitta da ninfomania.
“Stato di Ebbrezza” è una pellicola da vedere assolutamente, nonostante alcune criticità narrative e stilistiche, perché il coraggio produttivo ed artistico in Italia va comunque sostenuto ed applaudito.
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