Atomica Bionda – Recensione
A cura di Federica Rizzo
Adattamento cinematografico della graphic novel The Coldest City (2012) scritta da Antony Johnston e illustrata da Sam Hart, Atomica Bionda ci porta ad esplorare la Berlino del 1989, poco prima della caduta del muro e ci presenta una Charlize Theron più bella e tosta che mai. Combattiva, temibile e dannatamente sexy: questa è Lorraine Broughton, una biondissima agente dei servizi segreti britannici che, inviata a Berlino, deve far luce sulla morte di un collega, tentando anche di recuperare una misteriosa lista contenente le identità delle spie attive nella capitale tedesca.
David Leitch realizza una trama tipica dei film di spionaggio con un taglio marcatamente comics ed una spettacolarità scenica esplosiva che colpisce lo spettatore con la personalità dei personaggi ma anche con la forza di una colonna sonora anni ottanta, usata per stigmatizzare ed alternare i momenti salienti della narrazione. Nonostante la prima ora possa risultare a tratti eccessivamente lenta, i ritmi spasmodici della seconda parte si riequilibrano perfettamente con le regole dell’action movie, offrendo sequenze capaci di ipnotizzare lo spettatore.
Il trionfo dell’estetica riesce a colpire anche laddove, solitamente, questo elemento fallisce a causa della pochezza della sceneggiatura: la componente spy risulta, in questo caso, ben inserita all’interno della struttura narrativa, anche se alcuni passaggi risultano esageratamente complessi. Tutto, alla fine, risulta armonico e in linea con la rete che il regista si diverte a tessere: a Leitch sembrano piacere i dirottamenti che hanno il compito di colorare una trama, a cui non passa mai la voglia di infittirsi, con svariate ed insolite sfumature anche a sfondo ironico, accompagnate all’occorrenza dall’utilizzo di pezzi musicali in contrasto, o non esattamente coerenti con la gravità della situazione che vediamo sullo schermo.
Nonostante l’ottima regia e fotografia, che riesce ad essere tanto gelida e lineare per le strade di Berlino quanto calda e fluo negli interni in sui i personaggi interagiscono, la vera carta vincente è tuttavia Charlize Theron. La diva sudafricana dipinge un personaggio femminile forte ed estremamente sensuale, costruendo un modello di eroina action al femminile capace di trainare l’intera pellicola e a renderla un piccolo cult di questa calda estate.
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