The War – Il Pianeta delle Scimmie – Recensione
A cura di Federica Rizzo
Capitolo conclusivo della trilogia prequel de Il pianeta delle scimmie, The War riprende esattamente da dove si era concluso Dawn. La guerra tra la fazione degli umani e quella delle scimmie è davvero agli sgoccioli, la malattia e la paura di estinzione di una delle due razze porta i rispettivi leader a comportarsi in maniera estrema e controversa. Da una parte abbiamo l’ormai noto Cesare (interpretato da un maestoso Andy Serkis) leader indiscusso della fazione delle scimmie e promotore della pace tra le due fazioni; dall’altra troviamo “Il Colonnello” (con un buonissimo Woody Harrelson) che invece sogna di riscrivere la storia, portando sul suolo americano una vera e propria riproduzione del regime totalitario (con tanto di campi di lavoro) e conseguente sterminio incondizionato delle scimmie.
Pescando a piene mani dalla saga classica riproponendone idee, ambientazioni, citazioni e utilizzando una regia vecchia scuola, dall’ambientazione western che echeggia i classici film di guerra, The War risulta il film più riuscito dell’intero trittico dedicato alle scimmie. Tutto comincia in media res, la guerra è già cominciata ed è nel pieno del suo svolgimento. Le scimmie sono ormai evolute, sono umani. E mentre i primati acquistano la loro umanità, gli umani la perdono. Un’apparente lentezza introduttiva, che aggiunge elementi man mano che si procede con la narrazione, diviene l’elemento introspettivo della pellicola: a Reeves poco importa la mitologia, è più interessato all’analisi psicologica, alle allegorie che questa saga può offrire sulla politica e sulla società. E quello che ne viene fuori è un’immagine di desolazione.
Appassionante e commovente, la pellicola pone, per la prima volta, al centro della narrazione le scimmie: sono loro le protagoniste indiscusse dell’opera esaltando, quindi, la motion capture a livelli mai visti prima. Il paradosso più grande è dettato dall’evoluzione di questi primati, che ormai somigliano sempre più agli umani, e seppur mantengono per certi versi la purezza degli animali selvaggi non contaminati dalle lordure nostrane, iniziano ad essere “troppo emotivi” e l’intelligenza comincia a giocargli brutti scherzi, innestando il tradimento e il conseguimento degli interessi personali pure nella loro specie.
Nei suoi 142 minuti, The War – Il Pianeta Delle Scimmie rielabora i topoi del genere bellico asservendoli a una critica socio-antropologica mai didascalica ma sempre vividissima. Una storia di vendetta personale, di civiltà e di guerra, la guerra che sta dentro ognuno di noi, in cui lo scontro nei cunicoli dell’animo viene consumato tra velleità pacifiste e brama di vendetta. E il sospetto nasce spontaneo: forse chi pare deputato a sostituire gli uomini non è così diverso né, tantomeno, moralmente superiore? Eppure è proprio il continuo e pedissequo ripetersi degli errori umani, sempre quelli, sempre gli stessi, riescono a suggerire un’ulteriore domanda: le scimmie evolute, saranno una razza migliore di quella umana?
Il finale “apocalittico”e il volto angelico della piccola Nova, che ci viene mostrato da Reeves in chiusura, ci conduce al di fuori di questo mondo intriso di malvagità e distruzione, donandoci quella chiosa che in fondo è il significato posto alle basi della saga: il pianeta Terra non appartiene a nessuno, tantomeno della razza umana, ed è sempre la natura a dettare le leggi fondamentali della nostra esistenza.
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