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RECENSIONI

CINEMA: THE POST

A cura di Ambra Azzoli

Sinossi:
1971: Katharine Graham è la prima donna alla guida del The Washington Post in una società dove il potere è di norma maschile, Ben Bradlee è il duro e testardo direttore del suo giornale. Nonostante Kay e Ben siano molto diversi, l’indagine che intraprendono e il loro coraggio provocheranno la prima grande scossa nella storia dell’informazione con una fuga di noizie senza precedenti, svelando al mondo intero la massiccia copertura di segreti governativi riguardanti la Guerra in Vietnam durata per decenni. I due metteranno a rischio la loro carriera e la loro stessa libertà nell’intento di portare pubblicamente alla luce ciò che quattro Presidenti hanno nascosto e insabbiato per anni.

Una donna a capo di un giornale, un uomo che non ha paura di rischiare e una grande storia da raccontare. Questo è quello che il nuovo film di Stephen Spielberg racchiude: “The Post” basato sui fatti realmente accaduti che videro coinvolte alcune delle testate giornalistiche più importanti d’America, prima fra tutte il New York Times. Ma il vero coraggio fu quello di una donna, Katherine Grahm alla guida del Washington Post che decise di pubblicare sul giornale anni di segreti governativi.

Pagine che illustrarono come la Casa Bianca mentì sulla guerra in Vietnam per 30 anni e che Daniel Ellsberg (uomo del pentagono) prese la decisione di portare alla luce, divulgando i fascicoli inizialmente al Times e successivamente al Washington Post.

E così che Maryl Streep in The Post, veste i panni di una delle donne più in gamba e coraggiose del mondo giornalistico, in una società dove il potere era prettamente maschile. Prendere la decisione di fare la cosa giusta, mettere a rischio tutto per difendere la libertà del paese non è cosa da poco. I documenti pubblicati all’ora dal The Post (all’epoca un semplice giornale locale), portarono a galla dichiarazioni sconvolgenti: migliaia di soldati americani si stavano battendo per una guerra che i vertici sapevano che avrebbero perso. Vite umane date in sacrificio per nascondere i misfatti di un governo che stava fallendo. Ad aiutare la temeraria donna in questa ardua impresa fu Ben Bradlee, interpretato da uno strabiliante Tom Hanks, direttore dello Washington Post.

Un film nel quale Spielberg porta a galla fastidiose verità, con un ritmo preciso ed incessante, dove a venire raccontata non è solo una storia, ma ne sono molte di più: dalla lotta alla libertà di stampa, al nascere del potere femminile fino alle coraggiose prese di posizione. Un thriller politico che ha dato adito a temi ancor oggi molto scottanti.