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Recensioni /Eventi: La Signora dello Zoo di Varsavia
A cura di Vittorio De Agrò

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Il biglietto d’acquistare per “La Signora dello Zoo di Varsavia” è : di pomeriggio (Con Riserva)

“La Signora dello Zoo di Varsavia” è un film del 2017 diretto da Niki Caro, scritto da Angela Workman, basato sul romanzo di Diane Ackerman, con : Jessica Chastain, Daniel Bruehl, Johan Heldenbergh, Iddo Goldberg, Shira Haas, Michael McElhatton, Marta Issová, Goran Kostic, Arnost Goldflam, Martin Hofmann.

Sinossi:
Ispirato alla storia vera di Jan e Antonina Zabinski, La signora dello zoo di Varsavia è un racconto di eroismo civile in tempo di guerra, e insieme una dichiarazione d’amore per la natura e gli animali.
Sul finire del 1939, le truppe naziste bombardano la capitale polacca, riducendo il famoso zoo a un cumulo di macerie. Il direttore della struttura e sua moglie (Jessica Chastain) assistono impotenti all’occupazione del Paese e alla costruzione del ghetto ebraico. Ma con l’inizio delle deportazioni, nel 1942, la coppia si mobilita per nascondere intere famiglie di Ebrei all’interno del giardino zoologico, mascherato da allevamento di maiali. La villa degli Zabinski e le vecchie gabbie ancora intatte diventano un rifugio segreto al riparo dai feroci nazisti. “La casa sotto la folle stella”, com’era chiamato lo zoo al tempo del suo massimo splendore, viene ricordata per aver salvato circa trecento Ebrei dal genocidio.

Recensione :
Pensiamo, erroneamente, d’aver visto, ascoltato, letto tutto ciò che era possibile sulla Seconda Guerra Mondiale, sulla ferocia e mostruosità del nazismo e sulla tragedia dell’Olocausto, arrivando anche sbuffare quando leggiamo di una nuova pellicola sul tema.
Ma poi succede di scoprire, durante un’anteprima stampa, una storia sconosciuta ai più, ambientata durante l’occupazione nazista della Polonia, ma talmente ricca di eroismo, coraggio e nobiltà d’animo , da farti dire al termine della proiezione d’aver assistito alla “Schindler list” polacca.
Jan e Antonina Zabinski erano una coppia felice, avevano un figlio e dirigevano insieme lo zoo di Varsavia, quando la loro vita come quella di milioni di polacchi fu distrutta dall’invasione nazista del Paese , tragica conseguenza del “Patto di non aggressione” siglato tra Hitler e Stalin.
Anche in Polonia i nazisti estesero le disgustose leggi razziali dando vita al terribile e famigerato “ghetto di Varsavia” in cui furono rinchiusi, in condizioni disumane, centinaia di migliaia di ebrei tra cui numerosi bambini, vecchi e donne.
Jan e Antonina di fronte alla barbarie e repressione naziste, decisero di fare qualcosa rischiando in prima persona pur di salvare più ebrei possibili, alcuni cari amici, da una tragica ed orrenda fine.
L’amato zoo distrutto dalle bombe tedesche fu usato come rifugio e nascondiglio per 300 ebrei che Jan riuscì a far uscire di nascosto dal Ghetto con la scusa di raccogliere l’immondizia dei prigionieri per rendere credibile l’astuto piano elaborato dalla coppia d’allevare maiali per sfamare le truppe tedesche. La stessa Antonina si sacrificò , collaborando e fingendosi lusingata di ricevere le attenzioni dello zelante e presuntuoso zoologo nazista Lutz Heck( Bruehl).
“La Signora dello Zoo di Varsaria” non è solamente un film, parte più debole dell’intreccio narrativo, sulla resistenza alla furia nazista; bensì ha come cuore drammaturgico da una parte l’intento di raccontare e mostrare la vita , le emozioni, le incomprensioni e le paure di una coppia “normale” negli anni dell’invasione nazista e dall’altra come fu “straordinariamente” naturale e semplice per entrambi i coniugi decidere di fare di tutto per salvare più vite umane possibili.
“La Signora dello Zoo di Varsavia” è una triste, sofferta, devastante , crudele rappresentazione di quanto la Polonia, i polacchi e soprattutto ebrei furono costretti a subire per mano dei nazisti.
Amore ed Orrore si alternano con drammatica armonia sulla scena facendo rivivere almeno in parte allo spettatore quelle terribile pagine della nostra storia .
Lo spettatore rimane ogni volta con il fiato sospeso durante ogni missione di salvataggio di Jan Zabiski nel Ghetto, apprezzandone coraggio, determinazione, altruismo. generosa
Jan Zabiski è magistralmente interpretata dall’intenso , solido e carismatico Johan Heldenbergh, capace di calarsi nel ruolo in modo credibile ed autentico a livello umano ed emotivo .
Paradossalmente Jessica Chastain seppure confermi anche con questo ruolo d’essere un ‘attrice di sicura affidamento, talento, personalità , non è probabilmente una delle sue migliori performance. La sua Antonina risulta eccessivamente costruita , ragionata e poco spontanea. Il suo personaggio non convince e scalda completamente il cuore dello spettatore.
Daniel Bruhl , è ancora una volta un perfetto e convincente nazista( in precedenza Lettere da Berlino – Berlinale 2016), diventando davvero spregevole ed odioso e agli occhi del pubblico e confermando talento e poliedricità recitativa.
La regia di Niki Caro è nel complesso di buon livello, attenta, puntuale, anche se meno incisiva ed avvolgente e più retorica nella seconda parte e con un ritmo narrativo poco incalzante.
“La Signora dello Zoo di Varsavia” ci ricorda che non sono nè saranno mai inutili film con questo tipo di tematica e che oggi il mondo avrebbe bisogno di molti altri Jan ed Antonina