Recensioni / Eventi : Blade Runner 2049
A cura di Valentino Eletti
Un film di Denis Villeneuve. Con Ryan Gosling, Harrison Ford, Robin Wright e Jared Leto. Fantascienza/Noir, 163′. Usa, 2017.
Il regista di questo difficilissimo reboot del classico dell’82 di Ridley Scott è Denise Villeneuve che prima del rilascio ufficiale della sua pellicola ha fatto una richiesta insolita ed estremamente diretta ai recensori del suo film: non parlate della trama e non inserite nessun tipo di riferimento al plot all’interno dei vostri pezzi. E richieste del genere vanno rispettate: non verrà svelato niente sui personaggi e tanto meno sull’intreccio narrativo.
Il film, sotto molti aspetti, è fortemente tributario del suo predecessore. Il sapore di quella fantascienza al neon sporco molto anni ’80 è ancora lo stesso ma in più sembra macchiato da un’aura di nostalgismo ancora più proiettata all’indietro, e precisamente verso quegli anni ’60 dei jukebox, degli archivi cartacei e dei primi cartelloni luminosi. Questa nostalgia permeante, grazie anche ad una colonna sonora avvolgente, accompagna lo spettatore per le due ore abbondanti di proiezione. E ad acuire questa sensazione c’è anche il sentore di una fantascienza che si ripiega sui suoi stessi miti, che celebra ancora e ancora la sua età dell’oro.
Eppure questa celebrazione non è affatto sterile. Perché, se vengono riproposti temi e stilemi del primo, in questo nuovo episodio ne escono a loro modo rinnovati. Sono infatti sempre presenti i replicanti, creature artificiali ma quasi più umane degli umani, e accanto a loro, i blade runner, gli agenti di polizia addetti alla loro ricerca, ma questa dualità è solo una parte dello spettro di Blade Runner 2049.
La fotografia è paradossalmente nitida perché rappresenta con vertiginosa precisione l’opacità di quella Los Angeles futura eternamente oscurata dal pulviscolo in sospensione. Le scenografie sono infatti sempre distorte da una pioggia sottile, da un turbinio di neve, di sabbia e anche di cenere, per finire con uno sciame di scintille che si spegne salendo al cielo.
I temi, come già accennato, sono simili a quelli del primo, ma non completamente sovrapponibili. Si sente molto di più il ritorno all’ortodossia della prima narrazione dickiana, con i suoi quesiti eterni e quasi biblici: cos’è la realtà? E come posso provare che quello che mi sta attorno (ed io stesso) sia davvero reale e non una finzione o una copia?
E in ultima battuta Villeneuve riesce a suggerirci e a guidarci con gentilezza verso il tentativo di una risposta. Ci costringe infatti a riflettere su quanto sia consistente una finzione, che alcuni di noi possono chiamare realtà, ed altri cinema.
Social Profiles