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Recensione / Eventi : L’incredibile vita di Norman
A cura di Vittorio De Agrò

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Il biglietto d’acquistare per” L’incredibile vita di Norman” è: di pomeriggio (Con Riserva)

“L’incredibile vita di Norman” è un film del 2016 scritto e diretto da Joseph Cedar, con: Richard Gere, Lior Ashken Azi, Michael Sheen, Steve Buscemi, Charlotte Gainsbourg.
Sinossi: Se chiedi a Norman Opphennaimer quale sia il suo mestiere, la risposta sarà “se le serve qualcosa io gliela trovo!”. Norman (Richard Gere) è dunque un mercante di promesse, un trafficante di favori, un sistematico investitore di aspettative a lungo termine; la sua incredibile vita è una ragnatela di relazioni superflue, volte ad acquistare fama e potere a spese altrui, senza ombra di parassitismo, ma come riscossione di un antico debito non ancora saldato. In poche parole: il navigato affarista di New York fiuta una necessità, poi la soddisfa con l’astuzia e la lungimiranza che lo contraddistinguono. Quando Micha Eshel (Lior Ashkenazi), un giovane politico che alcuni anni prima ha ricevuto la solidale “consulenza” di Norman per l’acquisto di un paio di costose scarpe, viene eletto Primo Ministro, il giorno che l’uomo ha tanto desiderato sembra finalmente arrivato. Ma sarà davvero come lo immaginava?
È possibile allo stesso tempo essere generosi e disponibili con il prossimo e desiderando contemporaneamente di far parte di un elitario ed esclusivo club influente sulla vita di una comunità?
Si può essere un faccendiere truffaldino possedendo un’anima pura?
Nella vita reale la risposta è ,ovviamente, no, a meno che, non crediate davvero all’esistenza dei marziani.
Fatta questa dovuta e cinica premessa e non ponendovi domande razionali su ciò che vedrete sul grande schermo, allora potreste davvero divertirvi e rimanere coinvolti nell’osservare la vita Norman Oppenheimer interpretato da un inedito e a tratti esilarante Richard Gere.
Chi è Norman Oppenheimer? Non sarà semplice per lo spettatore dare una risposta a questo banale quesito, pur seguendo con attenzione e curiosità ogni scena del film fino alla fine
Norman è un faccendiere ebreo stravagante che vive e lavora a New York, continuamente attaccato al cellulare, apparentemente senza fissa dimora, e freneticamente alla ricerca dell’affare della vita e di poter stringere amicizia con i contatti giusti del mondo dell’imprenditoria e della politica
Norman non è però lo squalo finanziario che abbiamo imparato a conoscere con i personaggi resi celebri dalle pellicole cult come “Wall Street “di Oliver Stone o come “The Wolf of Wall Street” di Martin Scorsese o cinico e spregiudicato come i protagonisti dei recenti “La Grande Scommessa” o “Gold”.
No, Norman è un uomo che pensa davvero di far affari applicando l’antico metodo dei latini “do ut es” o del “barattolo”, mantenendo però ogni promessa fatta.
Norman millanta conoscenze, rilancia sulle proprie bugie, eppure è leale quando si propone d’essere d’aiuto.
Joseph Cedar firma una sceneggiatura che risulta e fin da subito da una parte una favola moderna e dall’altra un ‘articolata e grottesca rappresentazione della lobby ebraica new yorkese e quanto possa influenzare e manipolare il governo israeliano nelle sue scelte. Non manca una garbata, ironica ma puntuale e feroce critica alle contraddizioni della comunità ebraica americana, più attenta a soldi che alla fede.
L’amicizia nata tra Norman e Mica Eshel (Ashkenanzi) futuro premier d’Israele, grazie a un paio di scarpe costose, regalate dal primo al secondo, è lo spunto “comico” sul piano drammaturgico, per raccontare come invece nella realtà il legame tra un politico ed uno spregiudicato affarista possa nascere su ben altro che sull’acquisto di un paio di scarpe.
“L’incredibile vita di Norma” sebbene sia una visione godibile, leggera e divertente, trova proprio il suo punto più debole e critico in una sceneggiatura farraginosa, dispersiva, disattenta ed inesperta nell’elaborare, costruire ed inserire in modo razionale e armonioso diversi personaggi, appena abbozzati drammaturgicamente, nell’impianto narrativo e scenico.
Cedar compie il grave errore di mescolare più temi e generi, generando l’assenza di una chiara e lineare identità e profilo narrativo. Ne esce fuori un film difficile da catalogare e comprendere pienamente per lo spettatore.
Richard Gere, nel ruolo del bizzarro ed eccentrico Norman, regala al pubblico, senza dubbio, una delle migliori performance della sua lunga e celebrata carriera.
È un Gere inedito, trasandato, tenero quanto fastidioso da vedere e seguire, eppure l’attore americano, con esperienza e talento, si cala magistralmente nei panni di uomo così diverso da lui, risultando credibile e naturale.
Gere emoziona e diverte dimostrando ancora una volta tutta la propria classe, carisma eleganza, presenza scenica oltre che un’inaspettata poliedricità e trasformismo.
Il resto del cast è nel complesso dignitoso e professionale, ma senza andare oltre il compitino artistico singolarmente assegnato.
Come in ogni favola moderna, il finale è agrodolce e forse un po’ forzato, ma riuscito nel far pensare al commosso spettatore, che nostra avida società sarebbe migliore potendo contare su qualche Norman Oppenheimer in più.