AL CIRCOLO BOHEMIEN LA SIMBOLOGIA CONTRO LA VIOLENZA DOMESTICA

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CIRCOLO BOHEMIEN/SPECIALE

A cura di Giusy Pagano

Foto di G.P.

“Io non alzo le mani”.

 

 

 

 

“Io non alzo le mani”.

Non rappresenta solo uno slogan, ma anche il modo per unire le forze contro la violenza domestica. Un modo per sposare una causa che ha pirtato solidarieta’ e condivisiine nell’ evento svoltosi lo scorso 16 marzo, presso la “Casa del volontariato”, in via Aranci 16 ad Acireale.

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La conferenza, ha avuto come protagonista principale “la donna”, ed il tema trattato è stato “Violenza domestica, la gestione delle emozioni e la difesa personale”.
Un incontro organizzato dall’Associazione d’Arte e Cultura Nuove Edizioni Bohemien, a cui hanno preso parte gli ospiti: la dott.essa Irene Fiorini (Psicologa e Psicoterapeuta); l’ avv. Eleonora Nicotra (Penalista) e il dott. Francesco Occhipinti (Esperto in difesa personale). Il tutto coadiuvato e presentato dalla scrittrice e giornalista Maria Cristina Torrisi.

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La Torrisi, dopo aver presentato il “Team antiviolenza”, intervenuto al tavolo della conferenza, ha invitato il pubblico presente a seguire un video, testimone del fenomeno trattato: la storia di una donna  che subisce maltrattamenti dal proprio uomo.
E allora, perché accade questo?
Il “Team di esperti” ha risposto un po’ a tutte quelle domande che ci poniamo da qualche tempo riguardo a questo argomento. Obiettivo?  Fare gruppo, poter parlare con chi ha vissuto o sta vivendo la stessa situazione e imparare come difendersi realmente da un’aggressione. Tutto ciò è stato mostrato al pubblico intervenuto, per contrastare il fenomeno anche attraverso la simbologia:  i relatori hanno indossato una maglia con la scritta “Io non alzo le mani”. E da subito si è iniziato a delineare quali sono gli effetti di una violenza domestica. Un insieme di aggressioni fisiche, psicologiche e sessuali che, spesso, chi le subisce non ha il coraggio di denunciare, così come spiegato tra l’altro dalla dott.ssa Irene Fiorini.
Perché?, ci chiederemo.
Perché non si hanno i mezzi per agire; perché si ha paura di essere perseguitati e di vivere costantemente nel pericolo.
A tal proposito, la dott.ssa Nicotra è stata molto chiara nel delineare il percorso nella gestione “dell’allontanamento”, affermando che bisogna creare una nuova autostima nella donna “vessata” nonché fiducia nell’altro.
Come?
Accogliendo la vittima in delle comunità insieme ai minori, se ha figli,  per seguirla e aiutarla in una nuova rinascita interiore.

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Aiutarla a sapersi difendere, soprattutto da se stessa per liberarsi dal proprio carnefice. Anche le lezioni di “autodifesa personale” rappresentano un punto fermo per aiutarla a difendersi da aventuali aggressioni.
Per questo, il dott. Francesco Occhipinti ha dato una dimostrazione pratica, dimostrando al pubblico che, attraverso piccole manovre, si può neutralizzare un ipotetico aggressore.
Quale migliore conclusione serale come quella del “Training autogeno”? Una tecnica di rilassamento di interesse psicofisico usata in ambito clinico pee il controllo dello stress.
Il pubblico, abbassate le luci di sala, è stato invitato a chiudere gli occhi e pensare a qualcosa di bello, di camminare su un prato a piedi nudi sull’ erba per affidarsi ad un viaggio di rappacificazione con se stesso che si e’ concluso con la fine di quel cammino e con il ritorno alla realtà con un senso di benessere.
Il “Team antiviolenza”, così come si definiscono, ha puntato alla sensibilizzazione di questo fenomeno che procura ogni giorno tanta preoccupazione e impotenza fra il genere femminile.

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L’intervento dei relatori e’ da considerarsi un “incipit”, come ha affermato M. Cristina Torrisi, che possa servire a dare coraggio a tante donne e a denunciare il proprio compagno, perche’ “Chi ti picchia non ti ama”.