AD ACIREALE UNA PIACEVOLE CONVERSAZIONE LETTERARIA CON LO SCRITTORE ROSARIO RUSSO

Recensioni ed Eventi – Nuove Edizioni Bohémien – Maggio 2014

A cura di Carla Maria Puglisi

10172817_10203633523748938_5009886174888237630_n - CopiaE’ stato presentato ieri, 3 Maggio 2014, nella Sala Costarelli di Acireale, il romanzo storico di Rosario Russo “Il martirio del bagolaro”. In un piacevole salotto letterario, l’incontro con lo scrittore acese ha suscitato un grande interesse anche da parte del pubblico intervenuto.

<<Il romanzo del Russo – ha esordito la relatrice Maria Cristina Torrisi – ci ricorda la classica letteratura dei grandi come Verga, De Roberto e Tomasi di Lampedusa. La capacità dello scrittore è stata quella di raccontare il fatto storico inserendo più elementi (amor di patria, sentimento, giallo e mistero). Si tratta di un romanzo con diverse chiavi di lettura, essendo forgiato “a più livelli”, dove la descrizione appare ricca di minuzie di particolari. L’autore, infatti, “ricostruisce” l’Acireale dell’Ottocento, ricca di palazzi barocchi e di numerose chiese, ancora vincolata a retaggi di antiche tradizioni perpetuatasi nel corso dei secoli>>.

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<<Io credo che ognuno, ad un certo punto della propria esistenza, senta il bisogno di raccontare qualcosa – ha affermato il Russo. Questo è certamente il mio caso: ho sentito l’impulso di narrare una storia. Era sicuramente questione di tempo, ma la passione per la storia e l’interessante corso di studi che ho seguito (Storia e Società, Università di Roma 3) hanno accelerato il processo. Non si tratta di una storia vera. Ma seguendo fedelmente la tecnica del vero storico, ho raccontato una storia di fantasia sullo sfondo di un Acireale vera, con i suoi luoghi che ancora oggi in parte sopravvivono>>.

IMG_2061Interessante anche dal punto di vista storico (soprattutto per chi ama la storia locale), il libro svela particolari che forse per le nuove generazioni sono sconosciuti: la conflittualità tra Acireale e la vicina Catania. <<La vicinanza tra i due centri dava vita ad una “nimistà” (inimicizia, per usare un termine molto utilizzato all’epoca) che non di rado sfociava in episodi di vera e propria violenza fisica – ha ancora spiegato il Russo -. Tanti interessi comuni riguardavano Acireale e Catania: la Diocesi, la costruzione di un porto o la realizzazione di una strada via mare, e i rapporti non idilliaci che non aiutavano di certo a risolvere le questioni. Ma, soprattutto, il fatto che, dopo il 1812, Acireale dovette perdere il ruolo di Capocomarca per aggregarsi al distretto di Catania. Per fare un esempio, durante la prima metà dell’Ottocento, molti poeti catanesi erano soliti andare in giro per le vie e le piazze catanesi recitando in modo buffonesco, imitando il pubblico banditore, i seguenti versi canzonatori: “Bannu e cumannamentu d’illustrissimu Senatu di Jaci, ca caca e piscia arretu la Matrici” >>.