Recensioni ed Eventi – Nuove Edizioni Bohémien – Gennaio 2014
A cura di Giusy Pagano
“Adoremus Dominum”. E’ il titolo della 1^ Rassegna delle Corali Polifoniche che, con la partecipazione di nove corali, si terrà domani, 5 Gennaio 2014, nella Chiesa S. Domenico di Acireale.
L’evento, che seguirà alla S. Messa delle 18, è stato organizzato dall’Associazione “Cristo Nuova Speranza”, in occasione del 1° Anniversario della dipartita del socio M° Antonio Sapienza. Per saperne qualcosa in più sull’incontro di musica e preghiera, abbiamo intervistato il Presidente dell’Associazione “Cristo Nuova Speranza” il Prof. Giacomo Trovato.
Come è nata l’idea di organizzare la 1^ rassegna delle corali polifoniche?
L’idea è scaturita dalla proposta di alcuni soci dell’Associazione, i quali, riflettendo su come poter ricordare il socio Antonio Sapienza, hanno pensato che l’organizzazione di una Rassegna di Corali Polifoniche, con la partecipazione delle due corali da lui fondate (Lorenzo Perosi di Aciplatani e Cuore Immacolato di Maria), sarebbe stato il modo migliore per far rimanere nei cuori la figura carismatica del M° Sapienza. C’è dar ricordare che ad Acireale da anni non viene più organizzata un’iniziativa simile.
Lei, che ha avuto modo di conoscerlo, ci descriva un po’ il profilo del M° Antonio Sapienza nel suo percorso artistico e l’impegno profuso nel sociale relativo al volontariato.
Antonio era un uomo di preghiera aperto al prossimo e, in particolare, verso i più deboli ed i sofferenti. Era sempre disponibile non solo nei confronti degli amici ma anche verso coloro che spesso si mostravano avversi. Lo definirei un uomo “che viveva la Misericordia di Dio”, perché ha sempre saputo perdonare coloro che non lo avevano contraccambiato con la stessa generosità e carità. Antonio era un musicista. Ha composto tantissimi canti liturgici, perché la sua vita era tutta rivolta al Signore; con Lui coltivava ogni giorno una relazione d’amore particolare che mi fa pensare a quei mistici che noi conosciamo nella letteratura spirituale. La Musica era per Antonio uno strumento di lode, di ringraziamento, di perdono e di richiesta di grazia. Ha offerto il suo servizio di organista e di direttore di coro gratuitamente a diverse corali della nostra Diocesi, e non solo, e a tante parrocchie.
Sicuramente il M° ha lasciato un vuoto attorno alle persone che gli stavano accanto, che lo ricordano sempre come un uomo silenzioso ma molto sensibile ai problemi degli altri. Ecco, proprio per il suo impegno nella musica e nella vita privata (come diacono), quale messaggio ha voluto lasciarci prima della sua dipartita?
Ho avuto il dono di potergli stare vicino fino a qualche ora prima della sua morte. La sera del quattro gennaio 2013, nella sua casa, assieme a me c’erano anche i componenti del gruppo di Preghiera “Mater Redemptoris” da lui fondato. Ricordo che verso le 21, 30 ha chiesto ai suoi familiari di essere messo seduto nella sedia a rotelle per darci l’ultimo saluto. Mi ha invitato a chiamare gli altri e ci ha detto: “Ragazzi il Signore ci chiede di portare insieme la croce con pazienza; dobbiamo avere fiducia. Lui non ci abbandona mai”. Dopo ci ha benedetti.
Naturalmente Antonio ha lasciato un grande vuoto nella mia vita e in quella che l’hanno conosciuto e gli sono stati vicini. Io penso che il messaggio che ci ha lasciato qualche ora prima di morire debba rimanere un’icona per tutti noi e, d’altronde, si coniuga con la spiritualità dell’Associazione “Cristo Nuova Speranza” della quale Antonio ne era membro attivo.
Come hanno accolto l’invito le 9 corali polifoniche ad esibirsi nella Chiesa S. Domenico? Pensa che il prossimo anno avremo la 2^ rassegna?
Devo ringraziare tutte le nove corali che hanno voluto partecipare a questa prima manifestazione; non hanno esitato a rispondere positivamente al nostro invito senza farsi pregare. Tale risposta dimostra che l’iniziativa è considerata valida e che merita di essere riproposta. Si vede che Antonio continua ad essere presente tra noi, che continua a collaborarci in maniera diversa, e per questo non meno qualificante, e che, soprattutto, continua a dirigere dal cielo, forse un coro di angeli, che intonano la melodia celeste rivolta verso la S. Trinità e la Vergine Maria alla quale lui rivolgeva una devozione particolare.
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