AD ACIREALE PRESENTATO L’ULTIMO LIBRO DI DON ROBERTO STRANO

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Recensioni ed Eventi

A cura di Giusy Pagano

 

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Nell’incantevole scenario della grotta della Parrocchia Santa Maria della Neve di Acireale, detta “A Rutta”, è stato presentato ieri il libro “E Nasciu Lu Bambineddu” riflessioni davanti al presepe, edizioni La Rocca, di don Roberto Strano.
Alla presentazione del libro sono intervenuti S.E. Mons. Antonino Raspanti e don Gaetano Pappalardo.
Gli interventi sono stati moderati da Mario Agostino, giornalista e Direttore Diocesano dell’Ufficio per la pastorale della cultura.

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Don Roberto Strano, presbitero dal 3 Settembre 1989 della Diocesi di Acireale, Preposto Parroco della Basilica di Aci S.Filippo, Direttore dell’Ufficio liturgico Diocesano e Presidente dell’Istituto diocesano per il sostentamento del Clero, ha conseguito la specializzazione in liturgia presso l’Istituto Sant’Anselmo di Roma.
L’autore è alla sua quarta fatica letteraria, dopo un “Tesoro in vasi di creta” ( 2017), “Via Crucis” (2007) e “Guardami dentro” (2007).
“E nasciu lu Bambineddu”, la cui prefazione è stata curata dal dott. Sandro Barbagallo (curatore delle collezioni storiche dei Musei Vaticani e del Museo del Tesoro della Basilica Lateranense), vuole essere una riflessione personale davanti a quell’opera di straordinaria bellezza qual è il Presepe Settecentesco di Acireale ed un invito a riflettere sul Natale.
Dove, proprio in questo luogo -racconta l’autore – andava con la madre ancor piccino in braccio alla madre. Era una tradizione per Natale andare alla “Rutta” e una volta giunti lì si ammiravano le statue con i volti e le mani di cera, vestite con abiti ricamati e ornati con pizzi e oro.

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Tutto magicamente si trasformava agli occhi di quel bambino travolto tra stupore e curiosità. Così quel bambino chiedeva alla madre i nomi di quei personaggi che circondavano la natività. E la madre, indicando con il dito, mostrava Jnnaru, a Susanedda, u Maravigghiatu da rutta, u Ciaramiddaru, i Rignanti, u Picciriddu…
Da allora, sono passati tanti anni e quel bambino che andava alla “Rutta” in braccio alla madre è cresciuto. Adesso è ritornato da solo in quel luogo, per riosservare da vicino i personaggi che hanno accompagnato la sua infanzia. Li ha osservati e con essi ha iniziato una sorta di dialogo, una meditazione sul loro ruolo. Da qui la stesura di questo libretto, dove sono racchiuse delle piccole riflessioni personali su alcuni personaggi del Presepe Settecentesco di Acireale.
Don Roberto Strano ha rivelato che il suo lavoro vuole essere una guida spirituale, perché la visita al Presepe non si esaurisca nella semplice osservazione delle statue che lo compongono,  ma sappia andare oltre e leggere attraverso quei volti di cera.
L’autore,  con questo libro, vuole trasmettere al lettore il suo grande amore per Acireale scegliendo la citata “location”, intrisa di storia, cultura, tradizione, fede e dove si erge l’ opera d’arte “La natività di Gesù”, nata in seguito ad un’ispirazione del sac. Mariano Valerio, dopo aver trovato riparo da un temporale estivo in quella grotta.

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Nell’opera e’ risaltato inoltre l’amore per la propria madre. L’autore, nella descrizione “ A Matri di Diu”, ritrova tutti gli elementi familiari nella madre che tiene in braccio suo figlio.
Così, ispirandosi a questa figura, ha così affermato: “ Nel suo volto vedo il volto della mia tenera madre che trepidava, gioiva, si rattristava, esultava e piangeva per me”.
Ha anche commentato il personaggio del bambino “U picciriddu da Rutta”, non meno importante delle altre.

“Essere come i bambini significa essere piccoli, indifesi, bisognosi di tutto e di tutti, aperti allo stupore, carichi di meraviglia, incapaci ad esprimersi con parole adeguate”.
Un altro personaggio del Presepe su cui – così come ha spiegato l’autore – ci soffermiamo poco è “u maravigghiatu da rutta” (il pastore della meraviglia).
“Oggi presi da mille faccende non ci stupiamo più di niente e di nessuno, non abbiamo più tempo per meravigliarci. Restiamo indifferenti a ciò che ci circonda. Il pastore no! Dinanzi all’inaudito mistero di Dio che si fa uomo, si meraviglia e con quell’atteggiamento presenta al divino bambino il suo atto di adorazione.
E in quella folla di pastori, senza distinzione di razza, di colore, di religione, ammiro Gesù. Attorno a Lui siamo tutti uguali, nella nostra peculiare diversità. Tutti abbiamo parità di diritti e di doveri; attorno a lui vivo fuoco, come anticamente si soleva fare attorno al braciere. Ci riscaldiamo  insieme e, con gli occhi pieni di stupore come quel ragazzino quando andava in braccio alla madre, si gira ancora una volta ad ammirare il Presepe e mi ripeto: ma che bellu presebbio! Quanto è bello!”.
Durante la serata si sono esibiti Martina Sciuto (soprano) accompagnata dal M° Giuseppe Restuccia al piano.

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Il ricavato della vendita del libro sarà destinato al progetto di restauro del Presepe Settecentesco.