AD ACIREALE, “LE SINERGIE CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE”

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Recensioni ed Eventi

A cura di Anna Pennisi

 

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Parlare di femminicidio in maniera intelligente, pratica e competente? E’ stato possibile venerdì sera ad Acireale grazie all’impegno dei Giovani Democratici e del lavoro prezioso della segreteria diretta da Maria Grazia Cavallaro.
L’incontro sicuramente può essere considerato un tassello prezioso nel lavoro certosino volto a creare consapevolezza e informazione su un argomento di cui tutti parlano, ma su cui non molti hanno le idee chiare.
Le idee chiare sull’argomento ce l’hanno sicuramente le volontarie del centro anti violenza Thamaia. Ce le ha l’avvocata Sicurella che lotta ogni giorno per le sue assistite, violentate fisicamente e psicologicamente dai loro uomini. Il lavoro sommerso, prezioso e necessario di questo centro è stato portato alla luce da Roberta Fuschi e Patrizia Maltese nel libro Violenza Degenere, edito da Villaggio Maori Edizioni. Il libro è definito dalla dott.ssa Fuschi un “libro di servizio” per raccontare la violenza. Le storie vengono raccontate con una scelta stilistica precisa, vengono raccontate così come sono state ascoltate, senza filtri che ne possano inficiare l’autenticità. Nella prima parte del libro si leggono delle storie di inaudita violenza, si scopre che questo fenomeno è interclassista, si scopre che nemmeno chi sembra possa avere gli strumenti culturali per farlo, riesca a denunciare facilmente il proprio aguzzino. E poi la riflessione amara è che le istituzioni non fanno mai abbastanza, che queste volontarie ci salvano la vita ogni giorno lottando contro chi rema contro di loro per superficialità, ignoranza, partito preso.
Cosa si può realmente fare per prevenire il fenomeno? Come agire per sradicare questa becera cultura del possesso?
La dott.ssa Priulla, sociologa ed esperta in educazione di genere, ricerca già nella stessa parola femminicidio il significato vero e profondo di tali crimini. Troppe donne vengono uccise, torturate, seviziate in maniera subdola e crudele da uomini che dicono di amarle queste donne. Ma cos’è l’amore? E’ davvero sofferenza, come ci hanno insegnato o come leggiamo nei romanzi ottocenteschi? E cos’è la gelosia? Il corpo delle donne e le donne appartengono davvero alla persona che maschera il possesso con l’amore? Davvero tutto questo non può cambiare?
La violenza domestica, che fino a qualche tempo fa era vissuta unicamente come qualcosa di privato, oggi sta pian piano emergendo. La presa di coscienza delle donne e della società tutta però è ancora molto lontana. Le donne che subiscono violenza spesso sono invitate dal loro stesso contesto sociale (madri, amiche…) a desistere dalla denuncia e rimanere lì ad aspettare che lui cambi. In fondo ce lo siamo scelte noi quell’uomo, abbiamo dei figli con lui. Poco importa se la sera ci picchia o ci umilia in ogni modo, passerà. La dott.ssa Priulla insiste sul fatto che bisogna educare gli uomini, sin da bambini. Bisogna educare bambini e bambine al rispetto e alla libertà. Bisogna educarli al fatto che l’abbandono non è un delitto, che è necessario imparare a volersi bene, che il principe azzurro non esiste e che le persone non cambiano.
L’educazione di genere nelle scuole potrebbe essere un buon punto di partenza. Ora però in Italia si è demonizzato questo termine, senza ben sapere di cosa si stesse parlando. Educare i bambini al rispetto delle diversità, alla capacità di gestire la propria libertà, a non considerare l’altro o l’altra un oggetto di proprietà, a non creare discriminazioni di nessun tipo, a non dire questo è da femmine, questo è da maschi potrebbe solo portare ad un mondo migliore, un mondo in cui non mi giro dall’altra parte se qualcuno commette violenza davanti a me. Delle persone consapevoli sono l’unica strada da imboccare. Ma chi ha realmente paura di questo cambiamento?

Contatti:

centroantiviolenza@thamaia.org

09579223990