Recensioni ed Eventi
A cura di Maria Cristina Torrisi
Grandi consensi di pubblico ieri sera per il Vernissage dal titolo “Storie di violenza e di abbandono”, organizzato dal Rotaract Club di Acireale col sostegno del Comune, svoltosi nella sala Pinella Musmeci dell’ex angolo Paradiso.
Un excursus attraverso l’esposizione di 35 opere fotografiche, frutto del lavoro di Luisa Trovato, Giusy Spoto, Giuseppe Martinico, Nathalia Leotta e Anna La Rocca, amici appassionati di fotografia che hanno esposto i loro lavori con l’intento di far riflettere sulle complicanze relazionali allorché si affacciano brutalmente episodi di violenza e di abbandono.
I loro lavori parlano chiaro e manifestano il dolore, il senso di vuoto e prigionia e la carica brutale che si incamera quando si subiscono maltrattamenti non solo fisici ma anche psichici. All’unisono i 5 fotografi si collaborano, si amalgamano con lo stesso linguaggio ma ognuno con la propria tecnica e visione. L’obiettivo è sempre quello: la denuncia, così come ha spiegato il Presidente del Rotaract di Acireale Stefano Saitta nell’intervista per Nuove Edizioni Bohemien.
<<L’idea nasce – ha affermato – dal progetto di service del Rotaract di Acireale che è Emergenza solidale e dunque, per l’anno sociale 2017-2018, aiuteremo tutti quei soggetti che si trovano in una situazione di difficoltà economica, sociale e culturale. Questo Vernissage nasce dal fatto che è un periodo particolarmente delicato e, visto che già nel 2014 sono stati inseriti quelli che sono i reati di genere – e visti i fatti che sono successi negli ultimi periodi, abbiamo deciso di dedicare questa mostra alla denuncia>>.
In merito all’impegno dei fotografi, al nostro microfono abbiamo sentito la portavoce del gruppo che è Luisa Trovato:<<Questo progetto è nato quasi come un gioco ma in effetti abbiamo trattato di un tema importante. Per trattare “l’abbandono”, abbiamo portato 5 bambini nell’ex orfanotrofio di Via Mortara, una struttura grandissima, abbandonata, che colpisce perché all’interno ancora si trovano le aule, i vestiti dei bambini che hanno vissuto lì; vi sono anche i loro documenti con le foto ed i nomi. I protagonisti di questi scatti fotografici, di un’età compresa tra i 2 e gli 8 anni, si sono molto divertiti nel fare questa esperienza. In alcune stanze vi erano dei materassi dove loro si sono messi a saltare, a giocare, a dispetto degli adulti che temevano per la loro incolumità. Questi scatti sono molto naturali, contrariamente a quelli riguardanti il tema della violenza, affrontato invece in maniera differente. Non abbiamo puntato sulle consuete immagini che si vedono in internet ma lavorato, in maniera più incisiva, per sensibilizzare maggiormente lì dove ancora non si vede l’effettivo pericolo. Spesso la gente non si accorge di ciò che ci ruota intorno. Per questo le foto proposte sono forti e per la loro realizzazione abbiamo lavorato in studio senza sosta, giorno e notte>>.
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